lunedì 13 maggio 2013
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Ancora un turno e poi sarà archiviata anche questa stagione 2012-2013. Le ultime dell’anno, non dovrebbero essere gare da “febbre a 90’. I giochi sono praticamente fatti, scudetto alla Juve che va in Champions con il Napoli e per completare il trio invitato al gran ballo d’Europa manca solo il Milan che domenica prossima andrà a passeggiare a Siena (già retrocesso). Lo stesso farà la Fiorentina a Pescara (da tempo in B), ma anche la vittoria non basterà ai viola per salire sul podio. Però la squadra di Montella merita tutti gli onori e l’oscar di squadra rivelazione. Se la Juve di Conte che ha chiuso con il trionfo bis - anche se senza record di punti: 92 quello dei bianconeri allenati da Capello nel 2005-2006 - merita un 10 in pagella, stessa votazione va data alla Fiorentina che è stata ricostruita dai Della Valle con 18 nuovi giocatori. Un “piccolo Barcellona” il club viola le cui partite non a caso sono state le più seguite dai telespettatori spagnoli. La Fiorentina a Madrid è più mediatica della Juventus e anche del Napoli di Mazzarri che sta per congedarsi assieme al matador Cavani. Un bel 10 anche ai partenopei che hanno comunque vinto lo “scudetto degli altri”, hanno dato spettacolo e messo Cavani nelle condizioni di andare a segno per 28 volte in campionato, confermandosi re dei bomber. Ora bisognerà vedere che tipo di film intende produrre l’anno prossimo patron De Laurentiis: Cavani e Mazzarri sono due pezzi da novanta difficili da sostituire. Insostituibile a Udine è stato ancora Totò Di Natale che con i suoi 22 gol ha trascinato i friulani a un passo dall’Europa League. Manca la certezza matematica per la formazione di Guidolin, ma comunque vada la filosofia del presidente Pozzo ha avuto ancora ragione. Ogni anno l’Udinese vende i gioielli più preziosi e ne valorizza altri (Muriel e Benatia) e alla fine i conti tornano, prima in cassa e poi anche in classifica. Sarebbe da 9 anche la prima parte della stagione della Lazio di Petkovic, ma poi nel girone di ritorno il calo, per quanto fisiologico, fa scendere almeno di un punto e mezzo la valutazione dei biancoazzurri. A 90 minuti dalla fine la Lazio si gioca un posto in Europa League con l’Udinese e se non dovesse farcela avrebbe ancora la seconda chance: finale di Coppa Italia del 26 maggio all’Olimpico. Finale storica, per la prima volta contro la Roma che con Zeman ha giocato un calcio a tratti pirotecnico, ma non ripagato dalla continuità di risultati che invece ha trovato con il “supplente” Andreazzoli. Un bel 7 dunque ai giallorossi per questo finale di stagione e anche ad Andreazzoli che però difficilmente verrà confermato dall’ambiziosa dirigenza giallorossa. Un 7 pieno e anche qualcosa di più va al Catania di Maran, ma la società del presidente Pulvirenti merita un 8,5 per la capacità di programmazione: tutti gli allenatori passati sotto l’Etna (Marino, Zenga, Mihajlovic, Montella e Maran appunto) hanno fatto sempre bene. Non si può dire lo stesso dell’Inter dove il “post Mourinho” - Leonardo a parte - è stato quasi letale. Moratti dovrebbe puntare ancora sul tecnico ragazzino Stramaccioni, al quale come prima stagione da “titolare” della panchina nerazzurra possiamo dare un 5 di incoraggiamento, ma squadra e società il 4 lo raggiungono solo per la stima alla storia e alla tradizione della Beneamata. Quella, storia e tradizione, continua a far navigare nelle acque di una tranquilla salvezza il Parma del presidente Ghirardi che si prende un 6,5 complessivo che estendiamo a Chievo, Samp e Bologna. Sufficienza per Torino e Atalanta e solo per la salvezza ottenuta a fatica, da Ballardini, anche al Genoa. Un discorso a parte merita il Cagliari al quale va il nostro 9. I sardi allenati dalla strana coppia Pulga-Lopez sono stati più forti di tutto. Pur avendo giocato sempre in “esilio forzato” (stadio Is Arenas sbarrato) e nonostante le disavventure giudiziarie del presidente Cellino, il Cagliari ha ottenuta una salvezza anticipata e lanciato un grande giocatore come Ibarbo che è un’ipoteca sul futuro. Salutiamo e auguriamo un pronto ritorno in A alle tre retrocesse: Siena, Pescara e Palermo. Ma un inciso speciale va ai rosanero del presidente Zamparini che si becca il voto più basso della stagione, 3. Zamparini non la smette di fare il “mangiallenatori”, ha richiamato Sannino quando era troppo tardi e così si è mangiato anche una Serie A che Palermo meriterebbe sotto tutti i punti di vista. Dal gradino più basso del calcio a quello più alto del podio del Gran Premio di Formula 1 di Barcellona da dove finalmente può esultare Fernando Alonso. Una Ferrari da 10 e lode che si piazza prima e terza (Massa) con un Montezemolo consapevole che ora, con Alonso a 17 punti di distanza da Vettel, tutto è possibile: perché questa macchina è un’autentica “Furia Rossa”.
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