lunedì 11 marzo 2013
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Felici di essere smentiti, ma la stagione 2012-2013 secondo noi (e non siamo i soli) si chiude qui, alla ventottesima giornata. Siamo al limite della manifesta superiorità, la Juventus campione d’Italia in carica sta per concedere il bis. La squadra di Antonio Conte (che giura fedeltà alla società bianconera: :«Vinco e resto qui») anche in una domenica spuntata (le due punte Vucinic e Giovinco non vedono mai la porta) riescono a battere il Catania di Maran in zona Cesarini, che per l’occasione è stata ribattezzata “zona Giaccherini”. Il presidente Andrea Agnelli al mercato di riparazione non è riuscito a prendere il tanto agognato top-player (o meglio dalla Cina, senza furore, è arrivato quello in versione ectoplasma, Anelka) e così Conte si deve arrangiare con i suoi “tappi-player”, i piccolissimi Giaccherini appunto e il contestatissimo Giovinco che deve ancora dimostrare di essere uomo-Juve. La Vecchia Signora invece conferma di essere padrona assoluta del torneo e con il 19° successo stagionale allunga a più 9 sul Napoli. Mazzarri dopo la fatal Verona, sconfitta al Bentegodi dal piccolo-grande Chievo, parla ancora di «10 finali da qui alla fine del campionato», ma con un Cavani che sbaglia persino dal dischetto e che è a digiuno di gol da 725 minuti, il Napoli non può più sperare in un aggancio alla vetta. I numeri sono impietosi e parlano di miseria e di scarsa nobiltà: la squadra del presidente De Laurentiis dal 2 febbraio ha infatti inaugurato una striscia nera costellata da 4 pareggi e tre scivoloni, con tanto di eliminazione dall’Europa League ad opera dei modesti ceki del Viktoria Plzen, mica del Barcellona. A proposito del Barça, gli ex invincibili Messi e compañeros domani sera attendono il Milan per la rivincita (ritorno degli ottavi) del Camp Nou. Si parte dal 2-0 di San Siro per i rossoneri che sbarcano in Catalogna forti dello stesso risultato ottenuto a Marassi contro il Genoa: gol di Pazzini e Balotelli. Giova ricordarli, perché saranno loro due i grandi assenti della notte stellare di Barcellona: il Paz è infortunato, mentre SuperMario non può essere convocato per la Champions. Ad Allegri l’arduo compito di allestire una formazione che possa tenere testa a quella che almeno sulla carta resta l’equipo più forte del mondo. In bocca al lupo. Servono tutti i migliori auguri anche a Stramaccioni e alla sua povera Inter per il ritorno di Europa League con il Tottenham che giovedì arriva a Milano con un bottino (quasi al sicuro) del 3-0 di Londra. I nerazzurri sono in piena crisi e la sconfitta interna con il Bologna fa pensare a scenari da rivoluzione a fine campionato, compreso l’addio al calcio di capitan Zanetti che domenica ha tagliato il traguardo delle 600 presenze con la maglia dell’Inter. Il presidente Moratti continua a dare fiducia al suo giovin allenatore, ma la sensazione è che Stramaccioni non abbia più in mano lo spogliatoio e anzi è costretto a venire alle mani con qualcuno dei suoi giocatori, vedi Cassano. «La Coppa logora», è il grido d’allarme e anche un po’ l’alibi dell’ex “Stramourinho”, ma in effetti gli sforzi europei (il bel successo di Stoccarda, 0-2) li paga anche la Lazio di Petkovic che all’Olimpico si arrende alla rediviva scapigliatura Fiorentina. Jovetic e Ljajic tarpano le ali alle aquile romane che dal terzo posto adesso si ritrovano praticamente in sesta posizione, in piena bagarre per quella poltrona che vale la prossima Champions e sulla quale si vorrebbero tanto accomodare anche i cugini della Roma. A Udine i giallorossi si fermano al pareggio e sarà un caso, ma il gol dei friulani arriva appena un minuto dopo l’uscita dal campo di capitan Totti. Nel silenzio di Is Arenas continua la marcia per la salvezza del Cagliari che interrompe la risalita della Samp di Delio Rossi. Il successo dei sardi porta la firma del colombiano Ibarbo che può portarsi a casa il pallone, così come Amauri che cala il suo tris personale con cui il Parma stende il Toro di Ventura. Nella lotta al “si salvi chi può”, per ora la spunta il Siena che affossa il Palermo. I rosanero ormai sono a un passo dalla retrocessione, in triste compagnia del Pescara affidato al vero tecnico-ragazzino della Serie A, il 35enne Christian Bucchi al quale tra un mese (se sarà ancora al suo posto) verrà affiancato un tutor.
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