lunedì 26 maggio 2014
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​Èla numero 13 al mondo, la numero 12 tra le teste di serie nel tabellone del Roland Garros, il celebre torneo parigino che parte domani: Flavia Pennetta lo affronta per riscattare un momento non particolarmente brillante della sua carriera. Intanto si è raccontata nell’ultimo numero del mensile “Fogli”, supplemento di “Studi Cattolici” nella seguente simpatica intervista a... cuore aperto.
Scusi Flavia, ma è vero che la sua vera rivale è Belen Rodriguez? Allude alle sfilate di moda?Invece nel tennis dopo il trionfo (unica italiana) a Indian Wells? Serena Williams. La più brava.Però la più fashion è sempre Maria Sharapova.Nella top-fashion, la batto.È importante il fascino oltre alla forma fisica?Mi piace curarmi nel fisico. E fare shopping.Per esempio?Le scarpe. Tacco 12. Ma non le metto quasi mai.Problemi di equilibrio?Rischio di slogature.A cos’altro rinuncia? Feste. Nottate con gli amici. Vacanze libere.E a tavola?Dieta mediterranea. La pasta?Orecchiette. Sono pugliese, di Brindisi. Il piatto che le ricorda di più la sua famiglia? La parmigiana di mia mamma.Lei cucina? Pasta al sugo.La sua giornata tipo?Sveglia alle 7,30. Doccia, colazione a base di succo d’arancia, toast e cappuccino. Allenamento fino alle 13,30. Pranzo leggero. E poi di nuovo in allenamento fino alle 18.E la sera? Libro. Tv. Film in dvd.Ha un rito scaramantico?La canzone del momento diventa il mio “mantra”.Dove si allena?A Barcellona.Ci sono molte discoteche? Ci vado raramente. Per non fare tardi? No, non mi piace molto ballare.Invece se sta a casa?Dormo.Le manca la sua famiglia?Moltissimo. Me ne sono andata presto di casa. A 15 anni ho lasciato Brindisi per andare a Roma. E poi a Milano. E poi in Spagna.Per amore del tennis?Per amore di un tennista, Carlos Moya.E poi? Ci siamo lasciati.Rivalità tra campioni? Rivalità con un’altra. E ho perso.Sogna una famiglia tutta sua? Certo. Con l’uomo giusto.Crede nel matrimonio? Ho l’esempio dei miei genitori sposati da 35 anni.Matrimonio religioso? Sono nata nella terra di Padre Pio...Vorrà dei figli?Almeno due, come la mia famiglia. La prima racchetta? A 4 anni. Al posto delle Barbie.I suoi l’hanno sostenuta? Sempre. Mio padre si commuove ancora quando vinco.Sua madre? Mi dà coraggio. E mi tranquillizza quando sono giù.Anche nella vita sentimentale?Mi aiuta a superare i colpi. Il suo colpo forte in campo? Il rovescio.Lo subisce? Qualche volta.Anche nella vita privata? Rispondo con un dritto.Come nel libro autobiografico “Dritto al cuore”?Mi sono raccontata. Ho spiegato come sono. Veramente.E com’è veramente? Solare. Disponibile. Ma determinata.Determinata fino a sembrare fredda e scontrosa?Sto imparando a controllarmi.Anche le delusioni?Ci provo.Non è mai stata tentata di smettere?Un paio di volte.Come l’ha superata? Mi sono detta che il tennis è la mia vita.Il momento più commovente?Nel 2000, quando sono diventata professionista.Quello indimenticabile? A Cincinnati. Il match point per entrare nelle prime dieci del mondo.Il più brutto? L’incidente al polso. Operazione e tanta paura.Temeva di fermarsi per sempre? Certi giorni sì.Dove ha trovato la forza di continuare? Nell’affetto della famiglia. E nella fede.Si sente mai sola?Spesso. Ma fa parte dell’individualità di questo sport.Come rimedia?Con skype. Facebook. Messanger. Internet.Comunica con gli amici?Sono in contatto con tutti. Ci tengo.Anche coi partner sentimentali? Ho avuto due relazioni importanti. Non c’è due...Come dovrebbe essere il terzo e magari definitivo? Protettivo ma non possessivo. Divertente. Spiritoso. Deve farmi ridere.Gli ingredienti per fare funzionare una coppia? Fiducia. Complicità. Sapere sdrammatizzare e starsi vicino. Bisogna dare. E ricevere.Per un personaggio famoso è più difficile?Tutto diventa pubblico. Anche le lacrime.Si diventa anche un esempio per i giovani...Mi piacerebbe essere un modello dal punto di vista tennistico.Che cosa vorrebbe trasmettere?Il senso dell’impegno. Bisogna lavorare. Duramente. Si deve essere concentrati al cento per cento. Sempre.Lei partecipa a molti tornei. Sono una delle tenniste che giocano di più al mondo.Perché? Quando si vince un titolo, il giorno dopo si deve ricominciare. Subito.Competitività estrema?Se si vuole mantenere un certo livello, è così. Per questo ricorre a uno psicologo?Soprattutto al telefono. Ho poco tempo. E viaggio molto.Ne ha avuto bisogno anche dopo le storie finite male? Avevo perso 10 chili. Non riuscivo a trovare la forza di guardare avanti.Ha mai provato la voglia di vendicarsi?Qualche volta. Ma non è nel mio carattere.
Nel tennis o in amore?In amore.Lascia trapelare la sofferenza?So controllare le emozioni.Riesce a lasciare tutto fuori dal campo?Sempre.Come ci riesce?Con l’aiuto del training autogeno.E un aiuto un po’ più in alto? Me lo dice anche mia madre...L’ascolta?Sempre.
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