martedì 17 febbraio 2015
​Il presidente della squadra di calcio rassicura: pagati gli stipendi. Ma ancora il denaro non è arrivato. I giocatori aspettano, ma il Tribunale si muove e il socio di minoranza chiede il commissariamento.
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Tra promesse, dichiarazioni di pagamenti effettuati, calciatori in paziente (ma non troppo) attesa, si consuma il destino del Parma. La squadra di seria A, che tante soddisfazioni ha dato ai suoi tifosi negli anni, è a un passo dal baratro. Rischia il fallimento. C'è anche chi ritiene che potrebbe non concludere il campionato, anche se la Lega non potrebbe certo consentirlo, anche per via dei contratti televisivi. Il presidente: pagamenti effettuati. Ma i soldi non sono ancora arrivati Comunque sia anche questa giornata di martedì si è consumata aspettando Godot. Ancora promesse ma sui conti correnti di dipendenti e giocatori, di euro nemmeno l'ombra. È passato un altro giorno con le rassicurazioni del presidente del Parma Fc Giampietro Manenti sui pagamenti degli stipendi ma delle parole non si è ancora passati ai fatti. O meglio, indiscrezioni parlano di bonifici per 30 milioni di euro in arrivo da un istituto di credito estero ma ancora una volta tutto slitterebbe a domani. Ancora una volta. La conferma che tutto sarebbe regolare il presidente del Parma Fc l'ha data al telefono a dipendenti e giornalisti. Già perché oggi Manenti era in Slovenia, esattamente a Nova Gorica, dove ha sede la sua società, la Mapi Group. "Confermo che il pagamento è stato eseguito - ha ripetuto il numero uno crociato - ma vado in Slovenia per snellire le pratiche. La fase uno è chiusa, pagamenti giocatori e dipendenti, e ora ci concentriamo sulla fase due che è quella di regolare la situazione con i fornitori". I giocatori concedono altro tempo alla società Le rassicurazioni per ora reggono, almeno per i giocatori che hanno deciso di concedergli altro tempo. Dopo l'allenamento del pomeriggio, in un incontro con il presidente dell'Associazione italiana calciatori Damiano Tommasi e il direttore Gianni Grazioli, è stato deciso di non procedere con la messa in mora della società. "Aspettiamo ancora. Abbiamo deciso di dare un'ulteriore proroga", ha confermato il capitano della squadra Alessandro Lucarelli, che prima ha fissato per domani la scadenza, poi ha precisato che comunque, visti i tempi tecnici della burocrazia bancaria, la pazienza dei giocatori si estenderà fino a fine settimana. Ma è arrivato l'ufficiale giudiziario Altre ore di ossigeno all'attuale dirigenza nonostante questa mattina ai cancelli del centro sportivo di Collecchio si sia presentato addirittura l'ufficiale giudiziario. Sigilli e sequestro per tre furgoni ed un'autovettura, un'operazione però legata ad un debito regresso di circa centomila euro che la società avrebbe accumulato nei confronti di Equitalia. Il tribunale prepara i pignoramenti Nei giorni scorsi i tecnici del tribunale avevano visitato anche la palestra del centro sportivo catalogando attrezzature e macchinari, anche queste pignorate sebbene restino a disposizione della prima squadra. "È una vecchia storia che abbiamo ritenuto di non bloccare perché si devono fare delle scelte - ha commentato Manenti - Non ci siamo messi a rincorrere Equitalia e poi, chissà, quei pulmini li ricompreremo nuovi venerdì". Il socio di minoranza chiede il commissariamento Nei prossimi giorni però Manenti dovrà fare i conti anche con la sfida lanciata dal socio di minoranza Energy T.I. Group. La società che detiene il 10 per cento del Parma Fc ha chiesto infatti il commissariamento del club per gravi irregolarità nella nomina e nella composizione del consiglio d'amministrazione, sia nell'era Taci che in quella attuale. "Hanno più volte convocato cda con dimissioni e nomine di nuovi rappresentanti senza tenere conto di noi - ha sottolineato Roberto Giuli, presidente T.I. Group - non hanno mai considerato poi di una richiesta di un consiglio in via urgente e inderogabile per valutare la situazione regolare contabile e lo stato dei pagamenti dei tesserati. Richieste senza nessun riscontro".
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