sabato 16 aprile 2011
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Ci sono libri che, pur presentando scenari pregressi, aprono squarci sul futuro, perché mettono in luce gli inevitabili sviluppi di determinati meccanismi sociopolitici. È il caso di Già noto alle forze di polizia (Tropea, pagine188, euro 16) il nuovo romanzo di Dominique Manotti, la scrittrice francese molto nota anche da noi per i suoi noir a sfondo sociale, ospite nei giorni scorsi a Roma al festival della Fiction francese. Il romanzo si svolge a Parigi nel 2005 quando Sarkozy, ministro degli Interni, affidando la propria credibilità al mantenimento dell’ordine pubblico a qualsiasi costo, metteva la basi per una campagna presidenziale all’insegna di un certo nazionalismo intransigente, i cui effetti si riverberano anche sui recentissimi schieramenti di gendarmi alle frontiere con l’Italia. Nel libro, il lavoro più duro è affidato ai commissariati della banlieue, che devono tenere a freno l’insofferenza dei ghetti neri. La commissaria Le Muir, bionda quarantenne ben vista al ministero, ricorda ai suoi sottoposti: «La polizia non opera e non ha mai operato coi diritti umani». Paladina del fine che giustifica i mezzi, la spietata poliziotta gestisce una squadra composta soprattutto da estremisti di destra, razzisti, corrotti, che appiccano fuoco ai casermoni fatiscenti occupati dagli immigrati e ne addossano la colpa agli spacciatori di droga. Ma c’è chi cerca di contrastarla: è un’altra poliziotta, investigatrice alla prefettura di Parigi, Noria Ghozali, di origini maghrebine. Il leit motiv del romanzo è proprio nel «duello a distanza tra due donne, intelligenti e tenaci, che si odiano prima ancora di conoscersi». L’autrice si avvicina ai settant’anni: storica di formazione, ha alle spalle una lunga carriera di insegnante e sindacalista, abbandonata vent’anni fa per debuttare in letteratura con romanzi che al genere noir aggiungono una forte connotazione politico- sociale. Potremmo definirli la versione moderna del romanzo morale? «In un certo senso sì, perchè il genere noir -risponde Dominique Manotti - , portando allo scoperto la violenza della società, può risvegliare le coscienze». In Già noto alle forze di polizia è molto accentuato l’elemento politico: il libro costituisce una sorta di 'j’accuse' al sistema poliziesco di Sarkozy... «Non direi un vero e proprio 'j’accuse', sia perché non ho il talento di Zola, sia perché non porta avanti una rivendicazione precisa, piuttosto si tratta di una riflessione sul funzionamento della polizia in Francia, un richiamo a una nuova definizione del 'vivere insieme' in una società in pieno mutamento. Quanto all’aspetto 'politico' del romanzo, voglio sottolineare che non ho adottato uno schema in cui i personaggi di sinistra sono buoni e quelli di destra cattivi, in cui il bene e il male hanno confini precisi. È un romanzo realistico su come funziona la polizia e descrive persone comuni, prese in un meccanismo che le induce alla violenza, alla falsa testimonianza, all’assassinio. Certo, i governi sono responsabili di queste disfunzioni. Per la commissaria Le Muir la situazione è chiara: il governo non solo copre, ma incoraggia questo sistema, perché giocando sulla paura può rafforzare il suo potere sulla società».Per la figura dell’antagonista di Le Muir, Noria Ghozali, lei ha fatto ritornare, per la prima volta, un personaggio da un romanzo precedente.«Sì, era in Nos fantastiques années fric che si svolgeva nel 1985, quando Noria aveva vent’anni. Ho insegnato a lungo nella banlieue parigina, e Noria mi è stata ispirata dalle mie allieve maghrebine, con le loro difficoltà e contraddizioni, con il loro coraggio. Mi sono domandata come sarebbe stata Noria a quarant’anni, ed eccola comandante di polizia in questo romanzo: si credeva perfettamente integrata, ma il ritorno alla banlieue è doloroso, nessuno può cancellare la propria storia». Come mai ha scelto di far svolgere il romanzo prima della rivolta della banlieue, e non durante? «Perché volevo mostrare come ci si arriva, all’esplosione della rivolta. L’odio e la paura si accumulano da una parte e dall’altra giorno per giorno, in situazioni non eccezionali, finchè si precipita nel dramma». Il romanzo Già noto alle forze di polizia non soltanto preconizza l’esplosione della banlieue che ha terrorizzato la Francia, ma contribuisce a spiegare la dura presa di posizione di questi ultimi giorni, un esasperato atteggiamento di difesa per timore di nuove rivolte interne... «In effetti la situazione, nei ghetti periferici francesi, va deteriorandosi di giorno in giorno. Per sapere come gli avvenimenti nordafricani influenzeranno i giovani immigrati che stanno in Europa bisognerà attendere lo sviluppo di queste vicende. Se s’instaureranno governi democratici in grado di migliorare la situazione economica e sociale, certamente l’influenza sarà positiva. Ma in caso d’insuccesso…».
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