Palazzo Ardinghelli - Andrea Jemolo
Ieri mattina è stato presentato a L’Aquila il restauro del settecentesco Palazzo Ardinghelli, dove il prossimo 30 ottobre si inaugurerà Maxxi L’Aquila. Il Palazzo è stato protagonista di un significativo restauro durato otto anni, curato dai tecnici del Mibact sul territorio e realizzato grazie a una importante donazione della Federazione Russa. Introdotti da Margherita Guccione, direttore generale per la creatività contemporanea del MiBact, e Pietro Barrera, segretario generale della Fondazione Maxxi, sono intervenuti Anna Laura Orrico, Alexey Fadeev, Konstantin Belyaev; Stefano D’Amico, Alessandra Vittorini, Marco Marsilio, Pierluigi Biondi, Giovanna Melandri, Hou Hanru e Bartolomeo Pietromarchi. Storica dimora dell’omonima famiglia di origine toscana, il Palazzo è considerato uno dei massimi esempi del barocco aquilano ed è l’unico nella regione che ha la facciata con balconata a quota variata. Situato in pieno centro storico, in piazza Santa Maria Paganica, fu edi- ficato tra il 1732 e il 1743, dopo il grande terremoto che nel 1703 distrusse la città. Il sisma del 2009 aveva invece causato il ribaltamento delle pareti del cortile, con crollo parziale del porticato, oltre a diversi danni all’apparato dei saloni del piano superiore, dovuti al massiccio crollo in diversi punti della copertura. I tecnici del Mibact hanno sottoposto il Palazzo a un sapiente intervento di restauro conservativo, consolidamento, miglioramento sismico e parziale ricostruzione delle parti crollate. Il Ministro dei beni culturali Dario Franceschini, in visita a L’Aquila nel 2014, vide l’edificio già destinato a diventare uno spazio espositivo d’eccellenza. Da quella prima suggestione è nato il progetto di Maxxi L’Aquila, uno spazio dedicato alla creatività contemporanea, un laboratorio di futuro nel pieno della storia della città, in uno dei suoi monumenti più affascinanti.