sabato 11 maggio 2013
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Era la tappa che doveva stravolgere la classifica, invece ha stravolto solo gli appassionati. Bradley Wiggins non ha vinto né indossato la maglia rosa. Non ha vinto neppure Vincenzo Nibali, però ha vestito la maglia rosa.Si può vincere anche senza salire sul podio: le vittorie possono anche essere morali o per il morale. Quella di Nibali di oggi è stata una vittoria per il morale. Aveva previsto qualche minuto da pagare all’inglese, invece ha sborsato solo qualche spicciolo di secondo. Resta da chiedersi se è andato forte lui o piano l’inglese. Il corridore siciliano ha disputato una grande prova contro il tempo, il confronto con gli altri uomini di classifica, come Evans e Hesjedal, non lascia dubbi. Di sicuro, però, Wiggins non ha fatto quello che era logico aspettarsi da lui in una cronometro così lunga e impegnativa come quella da Gabicce Mare a Saltara.Ha vinto un inglese ma non è “Wiggo”, è Alex Dowsett, un gregario espatriato in Spagna al servizio di Valverde. Sorprendente e sorpreso lui stesso. Mentre il Baronetto ha scoperto improvvisamente di non essere più imbattibile o, perlomeno, che la sua condizione fisica non è quella dello scorso anno. Oggi doveva scrollarsi di dosso paure e avversari, è riuscito solo a rafforzare i suoi timori.La cronometro è come una cartina di tornasole, il corridore è solo sulla strada, non può bleffare, nascondersi sulle ruote dei gregari o degli avversari. Deve dare tutto quello che ha dentro di sé. E il bilancio si fa anche tenendo conto della predisposizione per questa particolare specialità. Come nel caso di Michele Scarponi, uno scalatore che non ama il ticchettio del cronometro. L’atleta marchigiano, sulle strade di casa, ha disputato una grande gara, una delle sue migliori prestazioni in questa specialità, rientrando d’autorità nell’esclusivo club dei favoriti, a dispetto di tutti quelli che lo avevano snobbato. Senza i riflettori puntati addosso e libero dalla tensione provocata dal pronostico, pedala leggero e spensierato come un ragazzino, nonostante il ritardo accumulato con la caduta nella terza tappa.Il Giro è cominciato oggi e i protagonisti stanno già ricalibrando le loro strategie. La tanto attesa cronometro non ha dato verdetti decisivi, ora la parola passa alla montagna. Quest’anno il Giro d’Italia si vince in alta quota. Domani si celebra il Rinascimento italiano del pedale in un gemellaggio con quello artistico del ‘500: si va dalla Sansepolcro di Piero della Francesca a Firenze, passando per Anghiari – resa famosa dalla battaglia dipinta da Leonardo – e sfiorando Caprese Michelangelo. Ci sono diverse salite, anche importanti, ma lontane dall’arrivo. I big potranno riposare, qualcuno si leccherà le ferite: spazio ai cacciatori di tappe con qualche fuga da lontano o ai velocisti, se le loro squadre riusciranno a tenere il gruppo cucito, cosa che non sembra più molto agevole negli ultimi temi.
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