martedì 5 dicembre 2017
Sospeso il Comitato olimpico di Mosca, in Corea ci saranno solo atleti puliti «dalla Russia» ma a titolo individuale e sotto la bandiera a cinque cerchi
«Fu doping di Stato»: il Cio caccia la Russia dalle prossime Olimpiadi
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Indossa una cravatta blu e sceglie di leggere il comunicato, anziché parlare a braccio. Il momento è il più delicato della sua carriera da numero uno dello sport mondiale, ma Thomas Bach lo affronta con la medesima decisione con cui quarant’anni impugnava il fioretto sulla pedana a cinque cerchi, scandendo in maniera limpida: «Abbiamo deciso di sospendere con effetto
immediato il comitato olimpico russo». Tradotto: la Russia non parteciperà ai Giochi di Pyeongchang il prossimo febbraio.

Il dado è tratto. Se un anno e mezzo fa, in occasione dei Giochi di Rio, il Cio non aveva osato lasciare a casa i russi, scaraventando la patata bollente nelle mani delle singole federazioni, stavolta le evidenze sono troppo solari per esimersi dalla scelta. «Sistematiche manipolazioni delle regole antidoping in Russia» sono state infatti accertate dalla commissione d’inchiesta coordinata dall’ex presidente della Confederazione svizzera Samuel Schmid. «Non possiamo punire gli atleti puliti, pertanto inviteremo da indipendenti i russi che rispetteranno determinati requisiti”. Bastone da un lato, carota dall’altro, nel rispetto di coloro mai finiti nella trappola del doping.

La decisione assunta dall’Esecutivo del Cio a Losanna ricalca quella presa dalla Federatletica mondiale in occasione dei Giochi di
Rio e dei Mondiali di Londra: niente squadra, ma partecipazione da neutrali degli atleti puliti. “Olympic atletes of Russia”, Atleti olimpici della Russia, in sigla Oar. Così si presenteranno in Corea del Sud gli specialisti della neve e del ghiaccio di Mosca e dintorni invitati dal Cio. L’elenco degli ammessi sarà deciso da un gruppo di esperti, seguendo quattro principi: l’atleta si è qualificato nella propria disciplina, non ha subito precedenti squalifiche per violazioni delle regole antidoping, ha superato i test effettuati prima dei Giochi, è stato sottoposto ad altri test richiesti all’uopo. Gli atleti in questione parteciperanno sia alle gare
individuali che a quelle di squadra, indossando la divisa con la scritta Oar e sfilando sotto la bandiera a cinque cerchi. I loro podi saranno conteggiati nel medagliere e in caso di vittoria sarà intonato l’inno olimpico durante la cerimonia di premiazione. Lo stesso gruppo di esperti deciderà quali allenatori e giudici di gara invitare. Anche in questo caso con paletti ben precisi: nella spedizione non ci saranno dirigenti coinvolti nell’organizzazione di Soči 2014, né medici o tecnici coinvolti in inchieste sul doping.


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