sabato 26 aprile 2014
​A Nordest la memoria della Grande Guerra è fatta di silenzi e di sassi, di grotte e di anfratti bui, di trincee e manufatti di cemento, forti e cammi­namenti che segnano territori brulli oppure monti aspri.
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A Nordest la memoria della Grande Guerra è fatta di silenzi e di sassi, di grotte e di anfratti bui, di trincee e manufatti di cemento, forti e cammi­namenti che segnano territori brulli oppure monti aspri. Su questo grande “museo sotto il cielo”, che s’insinua tra le friabili rughe carsiche o tra le orgogliose vette alpine, veglia un ammu­tolito arsenale bellico vecchio di cent’anni: cannoni, obici, ma­schere antigas, baionette e fucili, pistole e divise, elmetti e car­tucce, fibbie e granate, scarponi e zaini. Oggetti custoditi nel­le sale dei musei dedicati alla Prima guerra mondiale oppure nei luoghi dove si sono svolte le più cruente battaglie tra ita­liani e austro-ungarici. Tutte testimonianza che stanno lì per ricordare e ammonire.  Ma in queste terre di confini il vero museo vive negli ambien­ti più intimi dei focolari e dei cortili, tra i muri di mattoni del­le case più vecchie, nel patrimonio umano custodito dagli avi e trasmesso alle nuove generazioni nel tono sommesso dei rac­conti di dolorose partenze, di cupi rimbombi e devastanti e­splosioni, di caritatevole assistenza a soldati laceri e affamati. A Nordest non c’è paese, non c’è piazza, non c’è contrada che sia rimasta ignara dell’insensata tragedia della guerra di un se­colo fa. Per questo percorrere queste vie è il preludio necessa­rio per conoscere e capire: conoscere i segni vecchi di cento an­ni lasciati dalla Grande Guerra e capire il dramma di chi l’ha vissuta in prima linea.  Un preludio, quindi, alla necessaria visita ai numerosi luoghi che sono stati teatro dei combattimenti, i quali soprattutto sul Carso e nell’Isontino si sono tenuti a pochissima distanza dai centri abitati. Nella consapevolezza dell’importanza di questo patrimonio storico da diversi anni le istituzioni e le associazioni locali stanno lavorando per recuperare e conservare siti e ci­meli di quell’epoca. Difficile citare tutti coloro che si sono da­ti da fare in questo impegno sempre più convinto soprattutto in vista del centenario dello scoppio della Grande Guerra.  Un buon punto di partenza per i visitatori di certo è il prezio­so lavoro svolto dalla Pro Loco di Fogliano Redipuglia, incen­tivato dal ricco patrimonio storico sparso sul territorio locale. Questo comune isontino, infatti, si trova ai piedi del Monte San Michele, una delle cime (anche se di fatto si tratta di un rilievo che raggiunge solo i 275 metri) più note tra quelle legate alla memoria del conflitto. Il San Michele fu conquistato dalle trup­pe italiane solo nella sesta battaglia dell’Isonzo nell’agosto 1916. Poche settimane prima sul monte l’esercito dei Savoia fu at­taccato per la prima volta con i gas: il bilancio delle vittime tra gli uomini della III Armata fu drammatico. Anche per questo il Monte San Michele – cui è dedicata la poesia Sono una crea­tura di Giuseppe Ungaretti, che fu tra i soldati impiegati su que­sto fronte – può essere un punto di partenza per la visita a ciò che resta di quegli anni tragici a Nordest. La sommità del mon­te oggi è zona monumentale; sul piazzale dal quale si può os­servare Gorizia, c’è un piccolo ma significativo museo ed è pos­sibile visitare la galleria del comando austro-ungarico generale Lukacich oltre alla galleria della III Armata.  In zona, poi, i siti legati alla Grande Guerra sono numerosi: dal Sacrario di Redipuglia al Colle Sant’Elia, dal Cimitero Austro­ungarico alla Dolina del XV Bersaglieri, dal Monte Sei Busi al­la Trincea delle Frasche, fino al Parco tematico della Grande Guerra di Monfalcone. La Pro Loco di Fogliano Redipuglia ha fatto della custodia di questi luoghi una vera missione: nelle scorse settimane, ad esempio, si sono celebrati i vent’anni dal­l’avvio di “Sentieri di pace”, iniziativa volta a favorire il turismo e la conoscenza di questi siti. Il prossimo 9 maggio, inoltre, tor­nerà il “Viaggio nella memoria Redipuglia-Caporetto” rivolto alle scuole: un treno storico a vapore collegherà i due paesi simbolo della Prima guerra. In questi mesi, poi, vengono pro­poste visite guidate, soggiorni didattici ed escursioni itineran­ti tra trincee e luoghi della Grande Guerra, anche in bicicletta. Moltissime le iniziativa promosse proprio in vista del centenario e curate da un consorzio formato nel 2013 dalle varie realtà del Friuli-Venezia Giulia, che da molti anni si occupano, nei set­tori culturale, turistico-culturale, editoriale, museale, proget­tuale della Prima guerra mondiale. L’elenco degli eventi potrebbe continuare e coinvolge un ter­ritorio vastissimo: oltre al Carso, anche il Tarvisiano, la Carnia e il Trentino. Chi volesse programmare un viaggio in queste zo­ne può trovare un valido riferimento su alcuni siti web come www.prolocofoglianoredipuglia.it oppure www.itinerarigran­deguerra.it, frutto di un progetto interregionale.
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