mercoledì 25 settembre 2013
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L’ambizione dichiarata, fin dal sottotitolo, è di raccontare la sua "vera storia". Di sicuro c’è che Karol Wojtyla Opera Musical, prodotto da Mauro Longhin per Cicuta, con il patrocinio della fondazione Giovanni Paolo II e della Consulta nazionale per le aggregazioni laicali, è un lavoro che genera da subito un certo interesse. O almeno questa è l’impressione che ne hanno lasciato le anticipazioni, poche, date ieri alla stampa al teatro Brancaccio di Roma. Un interesse che la presenza di Duccio Forzano, regista noto per lo più per i suoi lavori televisivi (Che tempo che fa e Stasera pago io), contribuisce ad alimentare: «L’ho incontrato solo una volta nella vita, in occasione del concerto per il suo ottantesimo complessano trasmesso dalla Rai di cui io ero regista – spiega – e sono stato investito da una carica di energia e pace che non ho mai ritrovato nella mia vita». L’intenzione è quella di «far capire chi era questo ragazzo, quest’uomo, attraverso esperienze drammatiche o anche felici. Una sorta di puzzle che si è formato fino a dargli una visione esatta di quello che voleva fare». Raccontare l’uomo soltanto però non esclude la dimensione religiosa che da sempre lo ha accompagnato: «Il mondo che lo circondava era pregno di questo aspetto. La madre era molto credente ma non lo ha forzato, gli ha dato delle sensazioni, delle informazioni che lui ha elaborato a modo suo per poi fare le sue scelte». L’inizio di questa versione della storia di Wojtyla ha una data precisa: un video (altra passione di Forzano, ce ne saranno diversi nell’opera) racconta l’attentato di Piazza San Pietro del 13 maggio 1981 e trasporta chi guarda nella mente di Giovanni Paolo II. In un flashback si torna a Wadowice. Ora c’è il piccolo Lolek che si presenta assieme alla sua famiglia: «Da qui – scriverà poi Wojtyla stesso – è cominciato tutto». Per ora le coreografie affidate a Marco Sellati si possono soltanto immaginare come anche i dialoghi dei tre autori, Donatella Damato, Gaetano Stella e Patrizia Barsotti. Il musical sarà presentato integralmente solo a fine dicembre. Ancora da definire le date del tour che toccherà le principali città italiane (è invece in corso di definizione un passaggio in Sud America). Di sicuro c’è il rientro al Brancaccio di Roma previsto per il 15 aprile, nei giorni della canonizzazione di Giovanni Paolo II. Intanto rimane la certezza della voce dolce e magnetica di Noa, cantautrice yemenita ed ebrea che per Giovanni Paolo II ha cantato in più di un’occasione. Si mostra coinvolta nel progetto e intimamente legata alla figura di Wojtyla: «Non sono religiosa ma credo nei valori umani, gli stessi che hanno animato il pontificato di Giovanni Paolo II – dice – Ha avuto il merito di enfatizzare le cose che ci uniscono piuttosto che quelle che ci dividono. Lui e papa Francesco sono il genere di leader religiosi di cui abbiamo bisogno». Noa ieri ha presentato due sue canzoni inedite, assieme al chitarrista Gil Dor, che l’accompagna da anni, e al Solis String Quartet (autore delle musiche dello spettacolo). Della cantante ne arriveranno altri tre più una nuova versione dell’Ave Maria.
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