lunedì 14 luglio 2014
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Per vincere bisogna anche essere fortunati. Lo diceva Napoleone che si circondava di ufficiali baciati dalla dea bendata. E fortunato sembra esserlo anche Vincenzo Nibali che in un pochi giorni ha visto i suoi due grandi rivali finire a terra e ritirarsi. Una settimana fa era risalito in ammiraglia il britannico Chris Froome e, ora, anche Alberto Contador, caduto in discesa a poco meno di 100 chilometri dal traguardo e incapace di proseguire una volta risalito in sella. Il campione spagnolo si fa male al ginocchio ma non si fa prendere dall’affanno, riesce a mantenere una freddezza impressionante nonostante i minuti che passano mentre il dottore della corsa lo medica e lo benda. Riparte ma l’inseguimento dura pochi chilometri. Contador chiama i compagni che lo stanno scortando e annuncia la decisione di fermarsi. Una decisione sicuramente sofferta, molto di più del dolore che arriva dalle ferite. Una pacca sulla schiena di Michael Rogers e mette il piede a terra. L’esito della radiografia parla di frattura alla tibia e della necessità di un intervento chirurgico, la sua caccia alla maglia gialla è rinviata al prossimo anno, quando tornerà ancora più agguerrito di quest’anno. Il Tour de France perde un altro dei suoi primattori e un sicuro spettacolo che, ora, rischia di ridursi a un monologo di Nibali, come sul traguardo in salita di La Planche des Belles Filles, dove stacca tutti con una facilità impressionante. Il siciliano vince la tappa e riconquista la maglia gialla come imponeva un copione che rischia di trasformarsi in una replica perenne. Tutto dipende dal coraggio e dai calcoli dei comprimari che, a questo punto, devono decidere se correre per un posto sul podio o tentare il colpo grosso pedalando sull’azzardo. Ci sono bassi interessi di bottega di cui tener conto. Un piazzamento al Tour si può monetizzare: il corridore lo può esibire, con il suo carico di speranze, per i contratti futuri e altrettanto può fare la squadra nel continuo tentativo di ammaliare gli sponsor. Il rovescio della medaglia prevede di andare all’attacco con il forte rischio di “bruciarsi” e uscire di classifica. E restare con un pugno di mosche in mano. Certo, il tentativo del polacco Kwiatkowski non incoraggia a tentare la sorte. Il giovane corridore della Omega Pharma si inserisce nella solita fuga da lontano trainato dal compagno di squadra Tony Martin, il vincitore della tappa di domenica. Il polacco è a lungo maglia gialla virtuale ma arriva al traguardo sfinito e senza nemmeno più la maglia bianca di miglior giovane. Ed è proprio il fuggitivo Kwiatkowski a creare imbarazzo a Nibali dopo la caduta di Contador. Il siciliano pedala a lungo nel dilemma: mantenere il fair play aspettando lo spagnolo o inseguire il polacco? Nibali si guarda indietro, ma si preoccupa di più per quanto succede davanti. L’indecisione dura poco, qualche minuto, il tempo di sapere che Contador è ripartito e inizia l’inseguimento, non si potrebbe fare altrimenti, in ballo c’è la maglia gialla e il Tour si può vincere o perdere anche per pochi secondi. Nella penultima discesa cade anche Scarponi, va fuori strada in curva e si ribalta contro le balle di fieno e Nibali, ancora una volta, viene accarezzato dalla dea bendata: evita per un soffio la traiettoria del “lussuoso” gregario e continua l’inseguimento. Poco dopo la regia televisiva francese dà un saggio della sua sopravvalutata reputazione sportiva e perde l’occasione per regalare una di quelle immagini di particolare umanità che il ciclismo riesce quotidianamente a regalare: Scarponi, tornato in sella sta risalendo il gruppetto di Nibali e proprio mentre sta per affiancare il capitano la regia cambia inquadratura perdendo l’occasione di vedere la reazione - probabilmente lo stupore – sul volto di Nibali che solo pochi minuti prima lo aveva visto volare con una piroetta sul prato. Evidentemente in Francia come negli altri Paesi, anche quelli con una buona tradizione ciclistica, si ostinano a mettere in sala di regia persone che non conoscono la storia e i personaggi di questo sport e, tantomeno, conoscono le dinamiche della corsa. Ma in questa occasione il “mal comune” non è “mezzo gaudio”, è solo sconforto. Domani la prima giornata di riposo di questo Tour. La prima giornata da trascorrere all’asciutto nella speranza di ripartire verso le Alpi con il cielo finalmente sgombro di nubi. L’ordine d'arrivo della 10ª tappa da Mulhouse a La Planche des Belles Filles 1. Vincenzo Nibali (Ita) 2. Thibaut Pinot (Fra) a 15" 3. Alejandro Valverde (Spa) a 20" 4. Jean-Christophe Péraud (Fra) 5. Romain Bardet (Fra) a 22" 6. Tejay Van Garderen (Usa) 7. Richie Porte (Aus) a 25" 8. Leopold König (Rep. Ceca) a 50" 9. Joaquim Rodriguez (Spa) a 52" 10. Mikel Nieve (Spa) a 54" La classifica generale: 1. Vincenzo Nibali (Ita) in 42 h 33'38" 2. Richie Porte (Aus) a 2'23" 3. Alejandro Valverde (Spa) a 2'47" 4. Romain Bardet (Fra) a 3'01" 5. Tony Gallopin (Fra) a 3'12"
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