giovedì 17 ottobre 2013
​L'uomo che inventò la fantascientifica tecnologia vista nel film di Spielberg con Tom Cruise l'ha fatta diventare una realtà. Dopo avere debuttato nello studio centrale del canale all-news di Murdoch, sarà a disposizione di uffici, scuole, conferenze e persino elettrodomestici.
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Anche chi l’ha visto una sola volta, non ha dimenticato la scena del film Minority Report di Steven Spielberg, dove Tom Cruise usava un avveniristico computer muovendo le mani in aria. I suoi movimenti erano una danza affascinante. Una finestra su un futuro che ci appariva lontanissimo. Fantascientifico.
A creare quell’incredibile sistema era stato John Underkoffler, un genio del Media Laboratory del MIT, il Massachusetts Institute of Technology, una delle più importanti università di ricerca del mondo. John per 15 anni si è occupato di tecniche di olografia, animazione e visualizzazione e ha messo le sue competenze al servizio di Hollywood, in film come Hulk, Æon Flux e Iron Man. Ma il suo capolavoro resta Minority Report. «Il film di Spielberg mi ha cambiato la vita per sempre» ha ammesso Underkoffler.
Da allora, infatti, il suo chiodo fisso è stato portare nella vita reale il sistema inventato per la finzione cinematografica. Così nel 2002 ha fondato la sua azienda, Oblong,  e si è messo al lavoro. Il risultato si chiama Mezzanine e promette di cambiarci la vita.
Per ora ha cambiato il modo di fare informazione di FoxNews, il canale televisivo internazionale di news 24 ore su 24,  creato nel 1996 da Rupert Murdoch.
Da qualche giorno lo studio centrale dell’emittente, a New York, appare completamente cambiato. Alle spalle del conduttore ci sono degli enormi tablet da 55 pollici, chiamati BATs” (Big Area Touchscreen). Mentre le pareti dello studio sono interamente occupate da enormi monitor che rimandano in continuazione immagini.
In mezzo c’è il giornalista-conduttore, che – come un direttore d’orchestra delle informazioni – agita una bacchetta bianca (simile a un controller della Wii). Ad ogni movimento di bacchetta i video si spostano da uno schermo all’altro, vengono zoomati e lanciati.
In questo modo lo studio viene invaso dalle immagini che servono in quel determinato momento. E se il conduttore vuole, può avvicinarsi ad uno schermo gigante e usarlo come una finestra web o un contributo infografico.
Il colpo d’occhio può risultare stordente per lo spettatore medio italiano, abituato al plastico di Porta a porta o al massimo ad alcune rassegne stampa dove i giornalisti sfogliano i giornali su degli schermi touch grandi come televisori. Ma è innegabile che il futuro sia qua. Anzi, là. Per ora, negli studi della Nbc.
Presto arriverà negli uffici, nelle scuole, nelle sale conferenza e – promette Underkoffler - «persino nei forni a microonde».
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