sabato 24 settembre 2011
L’esperimento, reso noto dopo tre anni di prove e verifiche, ha messo in subbuglio l’ambiente dei fisici di tutto il mondo e mandato in crisi la relatività ristretta Dall’infinitamente piccolo una nuova affascinante frontiera si potrebbe aprire sull’infinitamente grande.
INTERVISTA: Amaldi, lo «spazio granulare»
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I neutrini hanno davvero superato la barriera della velocità della luce e la conferma di questa notizia sensazionale viene dal seminario tenuto ieri pomeriggio a Ginevra. Antonio Ereditato, il fisico italiano che guida il team di ricercatori che hanno effettuato la scoperta, ha dichiarato che il fatto «è così sorprendente che, per il momento, tutti dovrebbero essere molto prudenti e – ha concluso – non voglio neanche pensare alle possibili implicazioni».La scoperta che ha messo in subbuglio l’ambiente dei fisici di tutto il mondo è stata una sorta di serendipity, termine con cui si intende un colpo di fortuna inaspettato grazie al quale ci si trova fra le mani una scoperta interessante mentre in realtà si stava lavorando per cercarne un’altra. E qualcosa del genere è accaduto ai fisici del Cern che stavano effettuando esperimenti senza pensare alla velocità della luce.I neutrini, secondo le previsioni, avrebbero dovuto percorrere i 732 chilometri, che dividono il Cern dal Gran Sasso, in 2.4 millesimi di secondo, invece hanno impiegato 60 nanosecondi in meno rispetto alla tabella di marcia normale (un nanosecondo corrisponde a un miliardesimo di secondo!). I neutrini, dunque, si sono trasformati in Superman e la fantascienza è diventata realtà.L’esperimento, ovviamente, è stato ripetuto diverse volte. Sono stati esaminati ben 15mila fasci di neutrini e, per tentare di spiegare questo superamento della velocità della luce, si è pensato anche che il risultato potesse essere stato influenzato dal terremoto che ha sconquassato l’Aquila nel 2009 o da altri eventi come la deriva dei continenti. Da ultimo si è pensato anche a un errore umano o a un difetto della strumentazione, ma oggi è arrivata la conferma ufficiale che la velocità della luce è stata superata.I responsabili della scoperta invitano comunque alla cautela e attendono ulteriori verifiche da altri analoghi esperimenti che sicuramente saranno effettuati negli Stati Uniti e in Giappone. Prudente, con una punta di scetticismo, appare ad esempio Stephen Hawking: «Un’affermazione straordinaria richiede un’evidenza altrettanto straordinaria. Saranno necessari altri esperimenti e chiarimenti». La posta in gioco, in effetti, è molto alta perché coinvolge una delle “costanti” della fisica prevista dalla teoria della relatività ristretta di Einstein. Attenzione, però. Di fronte a scoperte del genere si sente dire che la fisica andrà completamente riscritta, ma non bisogna dimenticare che difficilmente la scienza, di fronte a nuove scoperte, getta via tutto. La relatività di Einstein, ad esempio, non ha affatto rinnegato le teorie di Newton, ma ha semplicemente circoscritto l’ambito della loro validità.Sicuramente ci troviamo di fronte a qualcosa di veramente sconvolgente e l’esistenza di questi neutrini "superluminali" potrebbe infliggere un duro colpo alla relatività di Einstein, che in qualche modo andrebbe riscritta o comunque ridimensionata. Ma non dobbiamo dimenticare che tutte le volte che la relatività è stata “attaccata” ne è sempre uscita vincente. Sarà così anche questa volta? Nessuno, al momento, può saperlo e la risposta comunque non sarà di certo immediata. La scienza non ama gli scoop e infatti, prima di divulgare la notizia, ha atteso tre anni e chissà quanti altri occorrerà attenderne per venire del tutto a capo della questione.Considerando i neutrini che hanno superato la barriera della velocità della luce, il pensiero corre al fisico Paul Dirac, uno dei padri della fisica quantistica, che negli anni Trenta del secolo passato aveva messo sul tappeto il problema della “costanza” delle costanti fisiche. Nessun esperimento l’aveva mai messa in discussione, ma adesso sembra che non sia così. C’è ancora molto da imparare e la lezione ci viene impartita da questi “misteriosi” neutrini. Impalpabili e velocissimi. Mentre state leggendo queste righe, siete attraversati da un flusso incredibile di neutrini che provengono dal Sole. Nel laboratorio del Gran Sasso, per catturarli, è stato allestito un rivelatore che pesa ben 4mila tonnellate. E anche questo, se volete, è uno di quei misteri che lega il macrocosmo con il microcosmo, l’infinatamente grande con l’infinitamente piccolo.
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