sabato 27 agosto 2022
Si trovano nell'area "visiva" della corteccia, insieme ai neuroni che riconoscono volti, corpi, luoghi e parole. Ora si cercherà di scoprire la loro relazione con i gusti personali
Scoperti i neuroni "affamati" che si attivano alla vista del cibo

Chad Montano/Unsplash

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Quando vedete una pizza l'acquolina in bocca scatta automatica? Tutto merito di un piccolo gruppo di neuroni "affamati", che si attivano in modo specifico alla vista del cibo.Scoperti da un gruppo di ricercatori del Mit di Boston, che hanno pubblicato i risultati del loro lavoro sulla rivista "Currente biology", si trovano nella corteccia visiva, accanto ad altri gruppi che rispondono invece a volti, corpi, luoghi e parole. Come dei sensori di rilevamento, si attivano o meno facendoci distinguere cosa è cibo da cosa non lo è e consentendoci di orientarci cognitivamente nel mondo.

La scoperta di questi neuroni non solo potrebbe spiegare l’importanza che il cibo riveste all’interno della cultura umana ma apre la porta a nuove domande su come e perché si sviluppa questa particolare popolazione neurale e se si attiva in maniera diversa in base ai gusti personali.

I ricercatori, guidati da Meenakshi Khosla, hanno analizzato scansioni del cervello ottenute con risonanza magnetica funzionale (fMRI) mentre otto persone osservavano migliaia di immagini. L’immagine di una fMRI è costituita di tante unità tridimensionali (chiamate voxel) che rappresentano sezioni del cervello, ognuna contenente centinaia di migliaia di neuroni: questo vuol dire che la presenza di popolazioni più piccole di neuroni potrebbe passare inosservata. Per questo motivo, i ricercatori hanno applicato anche un metodo matematico che, oltre a confermare la presenza di quattro gruppi di neuroni che si accendono guardando volti, corpi, luoghi e parole, già noti, ha permesso loro anche di scoprire l’esistenza di un quinto gruppo, specifico per il cibo.

“All'inizio siamo rimasti piuttosto perplessi, perché il cibo non è una categoria visivamente omogenea”, ha spiegato Khosla: “Mele, mais e pasta sembrano cose molto diverse l’una dall’altra – continua la ricercatrice – eppure abbiamo trovato un'unica popolazione di neuroni che risponde in modo simile a tutti questi diversi prodotti alimentari”. Secondo gli autori dello studio, la selettività alimentare non è stata scoperta prima perché il gruppo di neuroni si trova mescolato ad altre popolazioni neurali vicine che rispondono ad altri stimoli.

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