sabato 17 marzo 2012
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​Dice il regista Leone Pompucci: «L’uomo vuole vincere. Nella vita, nello sport: vuole arrivare primo». Anche Dorando Pietri voleva vincere. E primo, alle Olimpiadi di Londra del 1908, c’è arrivato davvero. Ma una beffa lo ha privato del titolo: dopo avere corso fino allo sfinimento ed essere caduto ben cinque volte prima di tagliare il traguardo, Pietri venne squalificato per essere stato sorretto da uno dei giudici quando, confuso e affaticato, aveva rischiato di sbagliare strada. La storia di questo piccolo grande italiano (sir Arthur Conan Doyle, allora inviato del Daily Mail, scrisse di lui: «La grande impresa dell’italiano non potrà mai essere cancellata dagli archivi dello sport, qualunque possa essere la decisione dei giudici») domani e lunedì 19 marzo la racconta su Raiuno Il sogno del maratoneta. Liberamente ispirata all’omonimo romanzo di Giuseppe Pederiali, la fiction è stata realizzata dalla Casanova Multimedia di Luca Barbareschi (che ieri ha polemizzato con la Rai per lo stop alla seconda serie del suo Nero Wolfe) e interpretata da Luigi Lo Cascio. L’attore, scherzando per avere «finalmente interpretato uno più basso di me», racconta: «Dorando Pietri è stato un mito della mia infanzia. Nella mia famiglia i miti non erano nel mondo del calcio o del tennis, ma in quello dell’atletica leggera. Mio padre corse una maratona, mio zio vinse a Lascia o raddoppia proprio grazie all’atletica e ricordo ancora una maratona familiare, fatta quando avevo dieci anni, con mia madre incinta. Ancora oggi chi fa la maratona, al di là della possibile vittoria, prende un impegno con se stesso. Questo film è bello proprio perché non racconta solo le Olimpiadi ma come Pietri ci arriva, l’importanza della volontà e il piacere della corsa». Il regista aggiunge: «Pietri è stato beffato proprio nel suo sogno di vincere. Una beffa mondiale: tra tutti i vincitori di maratona di sempre, e per sempre dimenticati, solo lui è passato alla storia. Per non aver vinto. Di questo abbiamo voluto occuparci in questa storia, raccontando anche un po’ dei suoi luoghi, del suo tempo, della terra padana e di un uomo che ci correva in mezzo». Nel cast della fiction, accanto a Lo Cascio, ci sono Laura Chiatti, Dajana Roncione, Thomas Trabacchi, Alessandro Haber, Fabio Fulco, Roberto Nobile e Pippo Delbono. Lo Cascio, frequentatore assai poco assiduo delle fiction tv, spiega: «Quello che mi interessano sono i progetti, non se vanno al cinema o in tv. Del resto, il mio amore per i grandi attori italiani passa proprio per i protagonisti dei grandi sceneggiati televisivi: Paolo Stoppa, Adolfo Celi, Gino Cervi o Tino Buazzelli. In famiglia eravamo cinque figli più la nonna, al cinema si andava poco: i biglietti per otto persone avrebbero significato lasciare lì tutto lo stipendio dei miei genitori».
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