giovedì 6 febbraio 2014
COMMENTA E CONDIVIDI
Quattrocentocinquantamila persone in fila tra Roma e Bologna per passarsi di mano in mano migliaia di volumi da trasferire nella sede di una nuova Biblioteca nazionale. Sarebbe senza dubbio un evento. A Riga, capitale della Lettonia, nei giorni scorsi è accaduto e le cifre (fatte le dovute proporzioni con un Paese di due milioni di abitanti) sono quelle: 15 mila persone hanno formato una catena umana lunga chilometri attraverso tutta la città, sostando per ore al gelo di una giornata di sole (-12 C°). Oltre duemila volumi, rigorosamente impacchettati uno per uno, hanno così viaggiato di mano in mano tra giovani coppie e pensionati, studenti, bimbi piccolissimi e gruppi di militari in divisa per raggiungere simbolicamente la nuova sede della Biblioteca Nazionale.È stato l’evento più forte e coinvolgente tra quelli che hanno segnato l’avvio delle manifestazioni che caratterizzeranno questo 2014 che vede Riga condividere con la svedese Umeå il titolo di capitale europea della cultura. E, contrariamente a quanto potrebbero pensare certi strateghi del marketing, non è stato un evento costruito a tavolino: la catena umana, infatti, aveva dichiaratamente a modello quella, storica, del 23 agosto 1989. Era il 50° anniversario della stipula del patto Molotov-Ribbentrop e quel giorno, in segno di protesta contro il vacillante impero sovietico, due milioni di cittadini lettoni, lituani ed estoni formarono una catena umana di 600 chilometri tra Vilnius e Tallinn, passando per Riga. Le autorità locali attendono con trepidazione i primi riscontri dell’importante investimento fatto candidandosi a capitale della cultura. Proporsi con vigore sulla scena internazionale e incrementare i flussi turistici sono questioni decisive per la piccola Repubblica baltica che il primo gennaio ha salutato l’avvento dell’euro non senza mugugni e timori di incremento dei prezzi. Parlare con la gente e consultare il ricco programma di eventi del 2014 fa emergere che qui hanno ben chiaro che l’Europa non consiste in una moneta, ma in un sentire comune. E bisogna visitare il Museo dell’Occupazione e quello, commovente, dedicato alle barricate del 1991 per toccare con mano cosa significhi essere stati invasi tre volte in pochi decenni: due dai sovietici e una dai nazisti. In apertura della rivisitazione del "Rienzi" wagneriano che sarà in replica nella capitale anche a giugno, il presidente Andris Berzins ha detto che Riga appartiene e apparterrà per sempre alla cultura europea. Parole che pronunciate qui, accanto al gigante russo, pensando a quanto sta accadendo in Ucraina, sono tutt’altro che banali. Chi salirà sino a Riga nei prossimi mesi (due ore e mezza di volo da Milano, pacchetti ad hoc per tutte le tasche) troverà una città che all’allure europea di sempre, con i sorprendenti edifici Art Nouveau e i grandi boulevard, e alla storia più antica della città vecchia, con le guglie delle grandi chiese e le facciate ben conservate, unirà un programma culturale di grande interesse, consultabile on line sul sito www.riga2014.org. Tra le mostre d’arte, spicca "Re:visited" (14 marzo - 27 aprile), con una carrellata di opere d’arte contemporanea che sono state protagoniste nelle più importanti biennali internazionali. Sul versante storico è interessante, anche se decisamente regionale, la mostra dedicata alla Grande Guerra. Ma non ci si dovrà perdere, tra fine aprile e ottobre, le sei mostre tematiche che affronteranno il tema del rapporto tra la persona e il potere. Sede: l’edificio popolarmente conosciuto come "la casa all’angolo" e che fu anche sede del Kgb. Peccato, invece, per la prima esposizione dedicata all’ambra, il vero tesoro naturale nazionale, meritava molto di più e c’è da augurarsi che le mostre tematiche dei prossimi mesi siano migliori.Per la musica, Schubert e Mahler saranno in programma in un concerto della London Symphony (25 maggio) mentre tra il 4 e il 18 aprile solisti e orchestre nazionali e internazionali si alterneranno nelle esecuzioni delle "Passioni" di Johann Sebastian Bach. Immancabile (7 novembre) un concerto del direttore lettone Mariss Jansons, con l’Orchestra della Radio Bavarese. Citare Jansons dà l’occasione per una piccola lista delle celebrità locali, di cui in Europa non sono sempre note le origini lettoni: lo scrittore Isaiah Berlin e il ballerino Mikhail Baryshnikov, i musicisti Andris Nelsons e Gidon Kremer e il regista Sergei Eisenstein. Guardando, invece, al futuro, Riga cercherà in questi mesi di dar spazio all’espressività giovanile con attività di arte urbana e eventi di coinvolgimento della popolazione. Inoltre, installazioni e festival costelleranno i mesi primaverili ed estivi con grande attenzione ai temi della sostenibilità e dell’ambiente.Ma ci sarà un momento davvero privilegiato per immergersi nella cultura profonda, popolare della Lettonia e, in generale, dei Paesi nordici: il solstizio d’estate. Solo chi ha sperimentato anche solo per pochi giorni i rigori invernali e il corso stentato del sole può immaginare l’importanza delle notti più corte dell’anno per la gente del Grande Nord. Così, tra il 21 e il 22 giugno, le tradizioni millenarie e il calendario della capitale europea della cultura si fonderanno dando vita a un mix di eventi, concerti e performance che metteranno anche a confronto tradizioni e musiche di popoli diversi e che faranno tornare in piazza e attorno ai falò il popolo che a gennaio ha sfidato il gelo per rendere omaggio ai suoi libri e alla sua cultura.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: