giovedì 24 marzo 2016
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Monza, si chiude. O forse no. Fatto sta che il rinnovo del contratto per ospitare il GP di Formula 1 si è allontanato e non si capiscono le cause di un accordo che lo scorso settembre sembrava già fatto. Sono intervenuti degli episodi, incomprensioni e prese di posizione che hanno complicato il tutto. Da un lato Bernie Ecclestone, che per conto della Fom tratta i contratti con le tv e gli organizzatori, dall’altra la dirigenza della Sias, la società che gestisce l’autodromo di Monza e che è emanazione dell’Ac Milano, presieduto da Ivan Capelli, commentatore Rai ed ex pilota della Ferrari. Sul terzo lato del fronte c’è l’Aci presieduto da Angelo Sticchi Damiani. Ecclestone aveva chiesto 25 milioni di dollari per rin- novare il contratto dal 2017 al 2023, cifra che i dirigenti monzesi non avevano. Dopo svariate trattative e interventi della politica, col presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, e del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si era giunti a una conclusione. Se l’autodromo firmava il rinnovo del contratto con Ecclestone, parte dei 7 milioni annui per 10 anni elargiti dalla Regione Lombardia sarebbero serviti alla pista, dall’altra il presidente Renzi accoglieva una idea intelligente di Sticchi Damiani, che aveva chiesto di trovare i soldi per la corsa prelevandoli dal Pra, il pubblico registro automobilistico, per dare il contributo necessario. L’Aci ci avrebbe messo 12,5 milioni, l’autodromo il restante per arrivare a 18 milioni, cifra pattuita con Ecclestone dopo che questi aveva fatto lo sconto. A questo punto è scattato qualcosa nelle trattative che ha fatto infuriare il patron inglese, e cioè la dirigenza di Monza ha portato avanti il piano B, cioè ospitare la Superbike progettando una modifica alla pista che prevedeva il taglio di 400 alberi nella zona interessata. «Ma come? Quando si parla di F.1 sono 20 anni che non si tocca un albero e ora per le moto ne tagliano 400? E chi ha chiesto modifiche al tracciato? Dicono che non hanno soldi e spendono 2 milioni di euro?», ha tuonato Ecclestone col suo referente monzese, l’avvocato Federico Bendinelli che da dicembre è stato “dimesso” dalla gestione dell’autodromo. A questo punto Ecclestone si è impuntato e ha richiesto 25 milioni di dollari per il GP e non vuole avere a che fare con i dirigenti della Sias, nella fattispecie il presidente Andrea Dell’Orto e il procuratore Francesco Ferri. Il presidente dell’ACI, di fronte alle resistenze della dirigenza monzese, che al momento ha rifiutato di dimettersi (in effetti mancherebbe il motivo…) ha alzato il tiro: «Per Monza tempo scaduto», frase riportata da diversi giornali anche se poi ha precisato: «Le possibilità sono poche», come dire che è pronto il piano B. A complicare la vicenda ci si mette anche il fatto che Capelli, presidente Ac Milano, non può o non vuole esonerare i dirigenti Sias, in quanto gli hanno tirato la cordata alle elezioni a presidente, per cui il voltafaccia non è così semplice. D’altro canto, Sticchi Damiani si è giocato la faccia coinvolgendo il governo e ottenendo i fondi necessari, e visto che il GP d’Italia viene assegnato all’Aci, sarà l’Aci a decidere a quale promotore girarlo, e a questo punto Imola pare essere la soluzione più immediata (il Mugello ha troppi problemi anche se la pista sarebbe perfetta). I soldi dicono di averli, ma a parte quelli per organizzare la gara nel 2017, devono mettere in conto i 10 milioni necessari per sistemare l’impianto, per cui una ipotesi è l’alternanza fra Monza e Imola a partire dal 2017. A meno che Dell’Orto e Ferri non si dimettano o Aci non faccia nascere una società apposta per gestire il GP, saltando la gestione della Sias ed estromettendoli. Un rebus complicato dove tutto si gioca sul filo del rasoio. Di sicuro i punti fermi sono questi: o si dimettono i vertici Sias e Bernie riprende le trattative, o ACI con Sticchi Damiani, per non perdere la gara e la faccia, si rivolge altrove. Altrimenti addio GP a Monza e forse dal-l’Italia per chissà quanto tempo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Rischio trasloco del GP d’Italia. Ecclestone voleva 25 milioni di dollari per il rinnovo del contratto, ma lo sfaff monzese non offre le garanzie richieste dal boss L’autodromo di Monza
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