domenica 27 marzo 2016
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Intramontabile “Fame” «Avete un otto a testa… Facciamolo una volta. Uno, due, tre e quattro… Ok, vai… Cinque, sei, sette e otto». Federico Bellone conta. Da il tempo per i saluti finali. «Qui liberi di essere voi stessi, nessun ammiccamento al vostro personaggio… ». Nella sala sotto il palco del Teatro Nazionale si provano anche le uscite per i ringraziamenti. Perché giovedì si va in scena. Una settimana di anteprime poi, il 7 aprile, il debutto di Fame. Un mese di repliche per il celeberrimo Saranno famosi, fenomeno pop inventato da David De Silva che ha tenuto banco negli anni Ottanta prima con un film (che nel 2016 compie 35 anni) poi con una seguitissima serie televisiva e infine diventato un musical - testi di José Fernandez, musiche di Steve Margoshes e Jacques Levy - che ora arriva a Milano in versione italiana. Affidata alla regia di Federico Bellone, che ha curato anche la traduzione. «Ma Fame, la famosissima canzone l’abbiamo lasciata in inglese», racconta il regista milanese mentre i ragazzi riprendono posto sulla pedana nera. «Riproviamo la scena finale, la consegna dei diplomi», chiede il regista. Roberto Tarsi, che in scena è Schlomo Metzembaum, imbraccia il violino. E suona. «Per Carmen Diaz, che non è più con noi», dice con la voce rotta dall’emozione. «Quella pausa ci sta bene, crea il clima», nota il regista. Arrivano tutti i diplomandi della High school of performing arts di New York. Un tecnico li riprende con un telefonino. «Così ci riguardiamo per fissare la regia così che per qualsiasi dubbio c’è un documento video», dice. La melodia struggente del violino lascia il posto a un ritmo più incalzante. «Il mio domani sorgerà, siamo noi il futuro», cantano i ragazzi trascinati da Mabel, che nella vita reale si chiama Michelle Perera e nel 2013 era nel cast di “The voice”. « Fame ancora oggi racconta i sogni di tanti ragazzi che tentano la strada dello spettacolo frequentando scuole professionali o provandoci con i talent televisivi», spiega Bellone. Intanto i ragazzi avanzano verso il proscenio. Occhi fissi sulla platea mentre cantano con forza: «Il mio domani è già qua». Lo vedi chiaro che in Fame vita e finzione si confondono. «Pensate all’ultimo giorno dei vostri studi. Sono scese tante lacrime. Anche qui deve essere così: rivivete le emozioni di quel giorno e vedrete che scenderanno le lacrime che renderanno più veri i vostri personaggi», suggerisce Bellone. In locandina i personaggi sono Nick Piazza, Serena Katz, mister Sheinkopf. Ma potrebbero chiamarsi con i nomi degli attori che li portano in scena Luca Giacomelli Fer- rarini, Eleonora Facchini. Che sono poi allievi e insegnanti della Scuola del musical. In questi anni sono stati sui banchi di scuola. Oggi si ritrovano insieme in scena. «È la prima volta che mi capita di non fare fatica a cercare la verità di un personaggio », racconta Luca Giacomelli Ferrarini, 33 anni, veronese. Lui è Nick, il protagonista. In una pausa delle prove ripassa la sua parte sul copione sottolineato. «Siamo in molti e puoi farcela solo con lo studio, la tenacia e senza voler bruciare le tappe, rinunciando magari alla visibilità certo immediata, ma a volte effimera che garantirebbe un passaggio tv», riflette. Tuta da ginnastica, maglietta, scarpe da tennis i ragazzi provano e riprovano la stessa scena. « Fameè una favola, nella vita è ancora più dura», confessa Rodolfo Ciulla, ventiquattrenne palermitano. «Riprendiamo da capo», chiede Bellone. «Questo non è sogno, non è un film è la verità», cantano i ragazzi e poi si siedono sulle sedie che circondano la pedana nera. «Ho pensato di riprodurre sul palco un auditorium, quello della High school of performing arts». Pochi elementi di scena. I banchi, gli armadietti degli spogliatori, panche e sbarre per le lezioni di danza, ma anche un taxi della New York anni Ottanta. «Uno spettacolo dentro il quale potrà entrare anche il pubblico », rivela il regista. Ogni sera, infatti, gli spettatori che faranno richiesta alla produzione (occorre inviare una mail a info@fameilmusical.it) potranno sedersi sul palco accanto agli attori «e vedere lo spettacolo da una prospettiva diversa», continua Bellone che il prossimo anno firmerà la regia di The body guard, musical tratto dal celebre film con Whitney Houston e Kevin Costner. A produrlo sarà sempre la Wizard. «Applicheremo il modello che stiamo sperimentando con Fame - racconta Andrea Agostini -. Abbiamo proposto quote di partecipazione a diversi soggetti. Una volta ottenuto il pareggio, attraverso la vendita dei biglietti, le quote si restituiscono. A fine repliche si liquida tutto e gli utili si redistribuiscono. Un meccanismo che all’estero è diffuso, ma che in Italia siamo i primi a tentare». Si continua a provare. «Questo è un lavoro per il quale occorre la passione, altrimenti alla prima difficoltà molli», racconta Natascia Fonzetti che veste i panni dell’energica Grace, la batterista. L’opposto di Iris, ballerina classica. Lei è Marta Melchiorre, una formazione classica tra la Royal academy e la Vaganova. «Sul palco ripercorro gli anni di studio, ma con gli occhi e la consapevolezza di un adulto ». Parte Fame. La intona Carmen Diaz, che ha il volto di Emanuela Puleo. «I’m gonna learn how to fly», ovvero «sto imparando a volare alto». Prove finite. Borsa in spalla, I ragazzi tornano a casa. Dopo aver portato sul palco un pezzo della loro vita. © RIPRODUZIONE RISERVATA Saranno famosi Dietro le quinte con il regista Bellone che porta sul palco del Teatro Nazionale di Milano un cult degli anni ’80 nella versione italiana SARANNO FAMOSI. Il cast del musical, dal 7 al Teatro Nazionale di Milano. Foto piccola: gli attori Nick Piazza e Serena Kats (Foto L. Zambelli)
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