martedì 22 luglio 2014
Per la prima volta, in Italia, i brani in arrivo via Spotify, Deezer o Tim Music sullo smartphone e sul tablet superano quelli scaricati con il download
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La musica la si ascolta sempre più in streaming. Sullo smartphone o sul tablet. Per la prima volta, in Italia, i brani in arrivo via Spotify, Deezer o Tim Music superano quelli scaricati con il "vecchio" metodo del download. Il dato ememerge da una ricerca fatta da Deloitte per Fimi, la Federazione dell'industria musicale italiana, e si riferisce ai primi sei mesi del 2014. Secondo questa "fotografia" il mercato discografico cresce, i cd resistono, l'intramontabile vinile continua il trend positivo, il digitale aumenta la sua quota di mercato e , appunto, lo streaming per la prima volta supera il download. Il mercato fa segnare un +7% rispetto a un anno fa con 53,6 milioni di fatturato. Quasi la metà, il 43% (era il 38% un anno fa), arriva dal digitale, che ha avuto un'impennata del 20% con 23 milioni. I restanti 30,7 milioni sono realizzati dal segmento dei supporti fisici, che rimane sostanzialmente stabile con un -2% (poco più di mezzo milione di copie vendute in meno rispetto al 2013). Il cd, nonostante cominci a soffrire la concorrenza delle nuove tecnologie digitali, rimane ancora il formato più diffuso nel pubblico. Il vinile mantiene e rafforza la sua posizione. Il trend sale del 36%, anche se in termini di fatturato e volumi si tratta ancora di un segmento estremamente contenuto: 98 mila copie vendute contro 4,1 milioni di compact disc in sei mesi per un valore di 1,3 milioni di euro, una cifra che copre circa il 2,6% del mercato. Tornando allo streaming, tra audio e video, è cresciuto del 95% (mentre il download è sceso del 18%) e rappresenta oggi il 55% dei ricavi del digitale, rispetto al 34% del 2013. Complessivamente lo streaming ha generato 12,6 milioni di euro contro i 9,8 milioni del download. In particolare lo streaming audio, dominato dall'avvento delle piattaforme come Tim Music, Spotify e Deezer, è cresciuto del 134% arrivando a conquistare 5,6 milioni di euro, mentre lo streaming video, sostenuto dalla pubblicità, tra YouTube e Vevo, è salito del 72% fatturando quasi 7 milioni di euro. Nel 2013 il mercato discografico italiano era tornato a crescere per la prima volta del 2% dopo undici anni consecutivi di declino.
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