giovedì 18 marzo 2010
In un album la storia a lungo nascosta di un battaglione che disertò dall’esercito Usa per non uccidere i cattolici messicani e fu trucidato.
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Ricordate il progetto Buena Vista Social Club che fece conoscere al mondo alcuni grandi della musica cubana? Bene. Aggiungete a Ry Cooder (che lo promosse), l’amatissimo gruppo irlandese dei Chieftains e i più importanti artisti della scena messicana e avrete il cuore musicale dell’album San Patricio. Già questi elementi basterebbero da soli per rendere interessante questo lavoro. Invece c’è di più. Molto di più. Perché il san Patrizio al quale si riferisce il titolo non è tanto il santo patrono d’Irlanda, quanto il Batallón de San Patricio. Un manipolo di combattenti (c’è chi dice fossero 175, chi 700), in gran parte cattolici, composto da irlandesi, ma anche da tedeschi, inglesi, francesi, polacchi, scozzesi, spagnoli, svizzeri e persino da qualche italiano.Stiamo parlando del 1847, ma la «lezione» che esce da questo episodio è ancor oggi attualissima. Appena sbarcati in America quei braccianti europei furono arruolati e mandati a combattere contro il Messico. Quando si accorsero che stavano per uccidere dei fratelli nella fede, cattolici come loro, i ragazzi del Batallón de San Patricio disertarono. Catturati di lì a poco dagli americani, furono in gran parte impiccati o fucilati, mentre il loro leader, John Reilly, fu condannato all’ergastolo non prima di venire marchiato a fuoco sulle guance con la D di disertore.Eppure per decine di anni la storia di questo battaglione non ha superato i confini del Messico. Persino il leader dei Chieftains, Paddy Moloney, che è uno dei più grandi conoscitori della tradizione irlandese, ne sapeva poco fino a una ventina di anni fa. «Da allora ho pensato di ripercorrerla in un disco. Due anni fa ne ho parlato a Ry Cooder» ha raccontato Moloney a Paolo Carù del Buscadero. «Ry si è dimostrato molto interessato.Così ho capito che eravamo sulla strada giusta».Per capire i contorni della vicenda, occorre tenere presente che in quegli anni gli irlandesi che arrivavano in America per sfuggire alla tremenda carestia che flagellava il loro Paese, venivano segregati e sfruttati nonché discriminati in quanto minoranza cattolica. Molto spesso, poi, venivano arruolati a forza nell’esercito dell’Unione, a volte sugli stessi moli di sbarco dei bastimenti che arrivavano dall’Europa. Nella versione deluxe dell’album San Patricio c’è anche un dvd che ripercorre l’intera vicenda. Si vede anche Moloney che appare nel luogo dove c’era il convento di Churubusco «dove il San Patricio ha combattuto la sua ultima battaglia».Quei soldati cattolici, diventati eroi per i messicani, furono presto cancellati dall’America, la quale negò a lungo quest’episodio e l’esistenza del San Patricio. Ora questa storia è diventata un album. Anzi, una sorta di film-musicale, visto che i 19 (lasciatecelo dire: stupendi) brani di San Patricio ripercorrono l’intera vicenda come in un docufilm d’autore, mescolando con rara abilità tracce di cultura irlandese a eccellenti sonorità messicane, comprese le più antiche. E tutto con ospiti importanti come Linda Ronstadt, Lila Downs, Los Tigres del Norte e la novantenne Chavela Vargas. Onore al merito, quindi, ai Chieftains e a Ry Cooder. Che raccontano sì una lezione importante di fede e di umanità, ma lo fanno con una profondità artistica che fa di questo album il più importante lavoro di questa prima tranche del 2010.
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