domenica 3 aprile 2016
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Sognando Valentino Per capire cosa verrà dopo Valentino Rossi, bisognerà aspettare almeno la fine del 2018, quando scadrà il suo contratto, appena rinnovato, con la Yamaha. Alle sue spalle però il motociclismo azzurro, che oggi si affaccia al GP d’Argentina secondo appuntamento del Mondiale, c’è. E lotta. Soprattutto guardando la Moto 3, la categoria d’ingresso nell’élite delle due ruote, l’erede più formale che sostanziale della vecchia “125”. Qui, oltre a scuderie che crescono e investono sui ragazzi italiani come il Gresini Racing, il team Ongetta Rivacold e lo SKY Racing Team VR46, creato proprio dal “Dottore”, c’è molto talento. Così tanto che in Qatar sotto i riflettori del circuito di Losail, all’esordio stagionale, tra i primi sei della classifica cinque erano azzurri. Una folta “pattuglia” italiana guidata da Niccolò Antonelli, 20 anni compiuti il 23 febbraio e portacolori del team Ongetta Rivacold. Un ragazzo che a 11 anni era “campione- di-tutto” con le minimoto, a 15 vinceva il campionato italiano velocità e la stagione seguente esordiva nel Motomondiale. E nel 2015 dopo stagioni di alti e bassi ha fatto il salto di qualità, merito anche di un team competitivo e che ha creduto in lui, pure quando sembrava un pilota “perso”. Un nuovo corso segnato da tanta voglia di duellare e da intelligenza dei momenti difficili che nella seconda parte di stagione l’hanno portato a vincere due GP (il primo in Repubblica Ceca, dove aveva iniziato a vincere anche Valentino Rossi) e a stare sempre con i migliori. Come sempre nelle prime posizioni è stato nell’ultimo anno Enea Bastianini, compagno di Antonelli nel 2014 al team Gresini, dove milita anche nel 2016. Un ragazzo, cresciuto come Niccolò a pochi chilometri dal “tempio” di Misano a cui piace pescare e che praticava ginnastica artistica e tuffi, dove arrivò addirittura a essere selezionato anche per la Nazionale. L’amore vero però sono sem- pre stati i motori, tanto che dopo aver impressionato nella Red Bull MotoGP Rookies Cup, uno dei trampolini di lancio per il Mondiale (da qui è arrivato anche Danny Kent, che nel 2015 ha vinto la Moto3) gli è stata offerta una possibilità di correre nel Motomondiale. E lui non l’ha buttata via. Tre podi nella prima stagione in Moto3, poi nel 2015 un campionato da protagonista. Terzo in classifica piloti e un’inifinità di piazzamenti, con gare d’attacco e spesso perse di un soffio in volata. Una volta però ha vinto nel GP di casa, quello di Misano mettendosi dietro Oliveira, il suo amico Antonelli e Romano Fenati. Sì, il ragazzo dello SKY Racing Team VR46, quarto nella gara inaugurale in Qatar. Un pilota sulla cui classe pochi discutono e che nonostante i vent’anni ha già quattro stagioni “piene” di Motomondiale alle spalle. Uno che nelle prime due gare della sua carriera nel 2012 mise insieme un primo e un secondo posto, roba da predestinati, ma che negli anni ha alternato gare da campione vero, con rimonte furiose e sorpassi al limite a momenti di difficoltà che non l’hanno mai portato a giocarsi davvero il titolo. E il 2016 per Romano, personaggio fuori e dentro la pista, potrebbe essere l’anno per capire se ha acquisito la continuità per aspirare al Mondiale. Accanto a lui nel team di Valentino Rossi, quest’anno in gara con tre piloti ci saranno altri due talenti, tutti o quasi da scoprire. Andrea Migno e Nicolò Bulega, entrambi cresciuti nella VR46 Riders Academy, la “scuola” per piloti che Valentino ha costruito intorno a Tavullia e al Ranch, la pista in sterrato dove il nove volte campione del mondo si diverte con i suoi amici nelle vacanze o nelle pause del Mondiale. Un progetto innovativo per le modalità (allenamenti specifici e staff che segue tutti gli aspetti della preparazione) e soprattutto perché creato da un pilota ancora in attività e di cui fa parte anche il torinese Francesco “Pecco” Bagnaia, il solo a correre all’estero, nel team spagnolo Aspar. Un 18enne che nel team del quattro volte campione del mondo Jorge Martinez può ancora migliorare e confermare quanto di buono fatto vedere quando dominava nella minimoto e si faceva rispettare nel campionato spagnolo di Moto 3 e 125. Tanti talenti, un movimento che insieme a quello spagnolo continua a produrre sempre buoni piloti e che ha anche un potenziale top rider in Moto2: Franco Morbidelli, in sella alla Kalex del team belga VDS. Nella categoria “di mezzo”, dove corre (e bene) anche l’ormai 29enne Simone Corsi, insieme tra gli altri a Lorenzo Baldassarri e al fratellastro di Valentino Rossi Luca Marini, “Morbido”, classe 1994 e anche lui nel gruppo della VR46 Riders Academy, ha dimostrato di essere capace di lottare con i primi e di avere la testa giusta per emergere, soprattutto a lungo termine. I risultati fino ad ora non sono stati eclatanti (zero vittorie, un podio e tanti piazzamenti) ma nell’ultimo anno la crescita l’hanno vista tutti, nonostante l’infortunio grave che l’ha fermato nella seconda metà del 2015. Lui, come Romano, Niccolò, Enea, sognano prima o poi di fare il salto in MotoGP dove corre il loro idolo. E dove altri azzurri come i ducatisti (ufficiali e ufficiosi) Dovizioso, Iannone e Petrucci stanno combattendo con il Dottore che per ora, davvero, non sembra voler cedere lo scettro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Talenti in pista Tre ragazzi italiani in sella a una moto aspirano a diventare i “nuovi” Rossi, sono Antonelli, Fenati e Bastianini. Nelle Accademy altri nuovi centauri crescono: Migno e Bulega e poi c’è il fratellino del “Dottore”, Luca Marini PROMESSE Da sinistra i piloti italiani: Niccolò Antonelli classe 1996, Romano Fenati 20 anni e il 18enne Enea Bastianini IL MITO A fianco Valentino Rossi, 37 anni, in sella alla sua inconfondibile Yamaha numero “46”
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