mercoledì 30 dicembre 2015
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La satira è tra i contenuti che hanno decretato il successo dei social network. I “meme”, le immagini e i fotomontaggi con commenti al vetriolo, si diffondono in modo virale nei social network a breve distanza dal fatto stesso. Eppure non era tanto diverso nell’Ottocento, quando grazie all’industria in pieno sviluppo della stampa, nel giro di una notte venivano create migliaia di immagini, vendute e distribuite agli angoli delle strade il giorno successivo, in uno slalom tra veti e censure. La caricatura e la satira politica sono uno dei temi portanti della mostra “L’immagine dei milanesi nella vita quotidiana (1790-1890”, allestita a Milano a Palazzo Morando fino al 21 febbraio, affascinante viaggio nel tempo in aspetti della città che né la grande letteratura né i dipinti delle accademie riescono davvero a restituire. Curata da Alberto Milano, esperto dell’immagine a larga diffusione, con opere dalla Bertarelli, dalla Galleria d’Arte Moderna, dal Museo del Risorgimento e da raccolte private (catalogo Medusa), l’esposizione segue un percorso cronologico che esordisce con la nascita della caricatura, “importata” dalla Francia nella Milano austroungarica ma che ha tra i primi obiettivi proprio la moda del giacobinismo. Come ad esempio queste immagini, in cui gli assertori degli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità sono accusati di ipocrisia

(Fumando facio cittadini, acquaforte colorata a pennello, 1799) È una commedia di maschere che mette alla berlina anche mode e vizi di una società in trasformazione tumultuosa, con vorticose ascese sociali di classi arricchite e l’esplosione della borghesia. Sono immagini di una città in trasformazione da capitale di un mondo rurale e artigiano a epicentro della rivoluzione industriale padana.

(Calendario “Grand Schic”, 1858) C’è poi il mondo popolare, quello dei mestieri, degli ambulanti, dei cantastorie, ritratti sullo sfondo di una Milano spesso ancora riconoscibile, nonostante le grandi trasformazioni che la città ha vissuto e sta vivendo. Troviamo l’ombrelliere e la lavandaia, il “sediaro” e l’arrotino, lo spazzacamino e il facchino (scheda 17 Milanesi Vol. O 102-2, tav. 11)

(Spazzacamino – Veduta di San Paolo e Santa Eufemia, da Raccolta di 30 costumi con altrettante vedute della città di Milano, acquatinta, 1821)

(Venditrice di fiori – Veduta di Palazzo Serbelloni, da Raccolta di 30 costumi con altrettante vedute della città di Milano, acquatinta, 1821) Ma sono i momenti più caldi dal punto di vista politico che danno vita al maggior numero di immagini. Nel 1848 impazzano le caricature antiaustriache. (Milano Mostra_8876)

(Non ti degnavi di trattare con i milanesi…, 1848)

(Un mese avanti la rivoluzione di Milano, 1848)
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