lunedì 12 novembre 2018
Il leggendario creatore di Spiderman, X-Men, Avengers è morto all'età di 95 anni. Per descrivere i suoi personaggi, protagonisti di numerosissimi film, coniò lo slogan "supereroi con superproblemi"
Stan Lee (Ansa)

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Stan Lee, il leggendario creatore dei supereroi Marvel, è morto questa mattina in un ospedale di Los Angeles. Aveva 95 anni. Lo ha riferito il sito tmz.com.

Era diventato l’Alfred Hitchcock del XXI secolo: in uno qualsiasi dei film tratti dai fumetti Marvel – un’avventura di Spider-Man oppure un’impresa collettiva degli Avengers – potevi stare sicuro che a un certo punto sarebbe spuntato lui, Stan Lee, sorridente come al solito e immancabilmente beffardo.

Stanley Martin Lieber (questo il suo vero nome) era nato a New York il 28 dicembre nel 1928 da una famiglia ebraica originaria della Romania. Nel mondo dei comics era entrato giovanissimo, appena diciassettenne, affrontando pregiudizi e ostilità che si erano fatte particolarmente forti nel dopoguerra.
La svolta era arrivata agli inizi degli anni Sessanta, quando Lee insieme con il disegnatore Jack Kirby aveva ideato per la Marvel (la casa editrice di cui è stato poi a lungo presidente) la squadra dei “Fantastici Quattro”. Era una nuova concezione dei cosiddetti supereroi, particolarmente attenta all’interiorità e insieme alle relazioni tra i vari personaggi, in una mescolanza tra immaginario scientifico e tradizione mitologica da cui scaturirono in rapida successione le figure dell’Incredibile – e irascibile – Hulk, del redivivo Thor, dell’ipertecnologico Iron Man e, nel 1962, dell’amatissimo Spider-Man, l’adolescente Peter Parker che la puntura di un aracnide contaminato trasforma, appunto, nello sbalorditivo “Uomo-Ragno”.
Si tratta forse del più compiuto tra i «supereroi con superproblemi» che, dopo una fase di relativa stagnazione, il cinema del nuovo millennio ha riscoperto, rendendoli protagonisti di formidabili successi di cassetta rispetto ai quali la rituale apparizione di Stan Lee rappresentava un marchio di garanzia.

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