lunedì 10 marzo 2014
​Inaugurato l'impianto di Manaus, in Amazzonia, dove l'Italia giocherà la sua prima partita contro l'Inghilterra «tra caldo e coccodrilli». A tre mesi dal via mancano ancora 4 campi e restano molte le cose da fare. Fifa preoccupata.
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Seppure tra polermiche e preoccupazioni vanno avanti i lavori per i mondiali di calcio in Brasile. È stato inaugurato anche lo stadio di Manaus, ottavo impianto consegnato alla Fifa per il grande evento sportivo, ma questo non è bastato a diminuire le preoccupazioni degli organizzatori per i forti ritardi nel "cronogramma" dei lavori, a tre mesi dal via ufficiale del torneo iridato, il 12 giugno. Anche l'Arena da Amazonia, dove il 14 giugno l'Italia farà il suo debutto iridato contro l'Inghilterra, nonostante i cantieri conclusi al 98% ha però mostrato ancora problemi da risolvere con urgenza, come il servizio di assistenza per l'accesso dei disabili.

 

Ancora troppe carenze Alcuni disabili hanno lamentato l'assenza di organizzazione e l'eccesso di burocrazia nell'arrivare ai posti auto a loro assegnati. "A che servono rampe ed ascensori, se poi non riusciamo ad uscire dal parcheggio?", si è chiesto il professore Renato Neves da Silva, 50 anni, sottolineando di aver dovuto attendere due ore per ricevere aiuto. Problemi anche per le linee telefoniche e connessioni wi-fi, problema questo assolutamente da risolvere in vista delle partite dei Mondiali. Inaugurazione al secondo tentativo Un primo tentativo di inaugurazione di questo stadio, costruito a forma di cesta di paglia degli indios, era avvenuto lo scorso 14 febbraio, alla presenza della presidente Dilma Rousseff. Ma una partita vera e propria è avvenuta solo ieri, tra le squadre locali del Nacional e del Remo, terminata 2-2 e valida per i quarti di finale della Coppa Verde. In tribuna anche il ministro dello Sport brasiliano, Aldo Rebelo. Tra caldo e coccodrilli La costruzione nella capitale amazzonica è durata 4 anni, ha una capacità di 44 mila posti ed è costata 200 milioni di euro. Oltre alle critiche per i continui rinvii, la scelta della sede era stata duramente contestata dalla nazionale inglese subito dopo il sorteggio mondiale. Insoddisfazione poi accentuata dai giornali britannici, che avevano messo in guardia dal clima eccessivamente afoso e persino dal "pericolo di coccodrilli". Il primato dei morti sul lavoro Ma l'impianto nel cuore dell'Amazzonia detiene anche un altro triste primato: quello degli operai morti a seguito di incidenti sul lavoro, ben quattro dall'inizio delle opere. Episodi tragici che hanno scatenato la protesta dei sindacati di categoria, oltre a scioperi che hanno ulteriormente rallentato i cantieri. Mancano ancora quattro stadi Dopo Manaus, sono ancora da completare e consegnare alla Fifa altri quattro stadi: il Beira Rio di Porto Alegre (inaugurato simbolicamente il mese scorso dalla Rousseff e che dovrebbe essere pronto solo ad aprile), l'Arena da Baixada a Curitiba (il più in ritardo di tutti, con previsione per il 15 maggio), l'Arena Pantanal di Cuiabà e lo stadio Itaquerao a San Paolo, destinato a ospitare la gara di inaugurazione. La costruzione di quest'ultimo, che dopo i Mondiali diventerà la casa del Corinthians e avrà al suo interno perfino una discoteca, ha avuto seri ritardi lo scorso novembre dopo la morte di due operai: la sua consegna dovrebbe a questo punto avvenire solo a metà aprile.

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