mercoledì 4 maggio 2016
Nelle fotografie esposte fino al 29 maggio nel Chiostro del Bramante in Santa Maria delle Grazie a Milano un viaggio nei luoghi di malattia e di cura per raccontare le storie di una umanità che non incontra solo il disagio, la lontananza, la diversità, ma anche l’accoglienza, la solidarietà, la fraternità.
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Un viaggio in Italia attraverso immagini ed emozioni per scoprire la realtà dei migranti, nel loro rapporto con la sanità italiana. Un viaggio nei luoghi di malattia e di cura per raccontare le storie di una umanità che non incontra solo il disagio, la lontananza, la diversità, ma anche l’accoglienza, la solidarietà, la fraternità. Nelle fotografie si specchia così una realtà lontana dagli stereotipi e dai pregiudizi: ci sono innanzitutto la grandezza e l’umiltà delle persone.​​


Alessandro Scotti. Palermo, Ospedale CivicoIl compito dei fotografi Alessandro Scotti, Edoardo Delille e Umberto Fratini, coordinati da Costantino Ruspoli, è stato quello di dare visibilità, non solo ai volti, alle persone e alle situazioni, ma anche ai luoghi in cui viene offerta assistenza, ponendo un’attenzione particolare agli eventuali “segnali” di mutamento riferibili alla presenza dei migranti.

Umberto Fratini. A Milano, Ospedale Luigi Sacco
Per chi è interessato la mostra fotografica - con cui Fondazione Farmafactoring celebra i suoi primi 10 anni di attività - dal titolo “I nuovi pellegrini. L’impatto storico-sociale dell’immigrazione moderna nella sanità”, è aperta da giovedì 5 maggio a domenica 29 maggio, all’interno del Chiostro del Bramante in Santa Maria delle Grazie a Milano. L'ingresso è libero.

Edoardo Delille. Firenze, Ospedale Santa Maria Nuova
Marco Rabuffi, presidente di Fondazione Farmafactoring ha spiegato le intenzioni sottese al progetto: «Abbiamo deciso di affiancare ad una ricerca Censis una mostra fotografica in grado di raccontare la dimensione quotidiana nelle piccole e grandi strutture sanitarie italiane». Giuseppe De Rita, presidente di Fondazione Censis, ha messo in luce come questo progetto mostri che il rapporto umano spesso aiuta a non aggiungere alla sofferenza della malattia anche il disagio della propria condizione di immigrato: «Il nostro Servizio sanitario rappresenta per gli immigrati non solo un’opportunità di potersi curare e di far riferimento a operatori e tecnologie di alto livello, ma un insieme di luoghi in cui - ha aggiuto De Rita - matura una vicinanza ai comportamenti e alle scelte dei cittadini italiani che è decisiva per una buona integrazione civile, sociale, culturale e umana».
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