giovedì 7 aprile 2016
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Silenzio, grande attenzione e forte partecipazione hanno caratterizzato la celebrazione della Santa Messa, officiata da don Alessio Albertini, consulente ecclesiastico nazionale del Csi, con la presenza di don Marco, tifoso ed accompagnatore del Premana di Lecco. Durante l’omelia, don Alessio ha voluto raccontare il coraggio di grandi atleti, come l’atleta bosniaca Mirsada Buric, che alle olimpiadi di Barcellona 1992, disputò una batteria di qualificazione dei 300 metri dove arrivò ultima, a più di un minuto di distacco dall’irlandese O’Sullivan, in testa. La Buric, giunta in Spagna grazie al ponte aereo organizzato e coordinato dall’Onu e dal Cio assieme ad altri venti atleti, era stata imprigionata due mesi prima assieme a tutta la sua famiglia in un lager, dove era rimasta per tredici giorni. Raccontò al mondo di quel che succedeva a Sarajevo e riferì di essersi allenata rifugiandosi nei parchi, dove la vegetazione la copriva dai colpi delle postazioni serbe. Il coraggio di Mirsada è stato quello di sfidare gli altri e mettersi in gioco, sapendo di non riuscire a vincere, osando con la consapevolezza dei propri mezzi e limiti. Il coraggio che, ha invitato don Alessio, tutti i dirigenti del csi dovrebbero provare ad infondere ai loro atleti, «esortandoli ad affrontare tutte le competizioni, con coraggio nel sapersi rialzare dopo una sconfitta e a non rinunciare al rischio del mettersi in gioco». Don Albertini
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