Marco Mengoni nel concerto a sorpresa di ieri sera alla Stazione Centrale di Milano
«Il messaggio di questo album è di trovare la forza di essere noi stessi. Di abbattere i muri che si stanno ricreando nel mondo, che sono una cosa assurda. La nostra società sta tornando indietro». È un Marco Mengoni più maturo e consapevole quello che torna, dopo due anni e mezzo di silenzio, con l’album Atlantico, ispirato da un lungo periodo di pausa riempito, come dice lui, «di viaggi, incontri con culture diverse, influenze musicali». Dall’aver attraversato più volte l’oceano dal Portogallo agli Emirati Arabi, da New York a Cuba, Mengoni, grazie alla preziosa collaborazione di autori come Fabrizio Ilacqua e produttori come Mauro Pagani, ricava quindici inediti dalla musica senza confini e dal respiro internazionale, tra ritmi latinoamericani e arabeggianti, duetti con star come Tom Walker (Hola da oggi in radio) e un cameo di Adriano Celentano (nella delicata La casa Azul dedicata a Frida Khalo). Con testi più intimi e riflessivi, «che raccontano le mie fragilità e il desiderio, nonostante gli sbagli, di ricominciare trovando il coraggio come Mohammad Ali cui ho dedicato un brano» aggiunge Mengoni che dopo dieci anni di carriera e alla soglia dei trent’anni si domanda quale sia la vera via per condurre la vita sui binari giusti. Dal risultato di Atlantico, l’artista pare essere sulla buona strada.
Un disco che con tutta probabilità sarà presentato da superospite al prossimo Festival di Sanremo («perché no» dice sornione) e che dal 27 aprile a Torino sarà al centro di un tour nei palasport, #MengoniLiveTour2019, che, dopo il boom di vendite, triplica le date di Milano (1, 2 e 4 maggio), raddoppia a Roma (8 e 10 maggio) e triplica all’Arena di Verona (24,25,26 maggio).
A Milano tre giorni di dibattiti, design, musica e solidarietà
Il progetto è stato presentato oggi a Milano all’interno dell’Atlantic Fest, una sorta di festival aperto al pubblico (il programma completo scaricando l’app di Marco Mengoni) inaugurato da un concerto a sorpresa di Mengoni in Stazione Centrale, che coinvolgerà da oggi sino al primo dicembre tutta la città in una serie di incontri, mostre dibattiti e performances legate al design, alla creatività, alla musica, ai libri e alla natura, con la collaborazione tra National Geographic e Mengoni per sensibilizzare sul tema delle plastiche che inquinano gli oceani.
In tre università sarà inoltre possibile ammirare tre diverse Atlantico Exhibition, le creazioni degli studenti dei corsi d’arte e moda di Naba, Ied e Politecnico, che realizzeranno opere ispirate dai brani di Atlantico e che saranno in vendita: il ricavato andrà a Passepartout, un consorzio di imprese sociali che operano nell’area di Milano con un’esperienza di accoglienza diffusa e supporto socio-educativo a persone con differenti bisogni sociali, inclusi migranti, richiedenti asilo e rifugiati per accompagnarli nel loro percorso migratorio. «L’obiettivo solidale di Atlantico Fest sarà donare un pozzo e parte delle attrezzature necessarie a portare l’acqua nei terreni di Casa Chiaravalle (onlus di Passepartout) – spiega Mengoni entusiasta –, il più grande bene confiscato alla criminalità organizzata in Lombardia che oggi accoglie donne straniere e italiane vittime di violenza con i loro bambini. Lì ho incontrato donne meravigliose che hanno sofferto provenienti dalla Siria, Afghanistan, Perù, Libia e che mi hanno accolto a braccia aperte con canti e balli. Spero che anche tramite la pagina crowdfunding ufficiale di raccolta fondi ( http://casachiaravalle.it ) si possa raggiungere il massimo. E comunque sia, se così non fosse, ci penseremo noi, perché quest’oasi di opace va difesa e sostenuta».