sabato 26 marzo 2016
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C’è il potere delle armi che da troppi anni ormai lo insanguinano. C’è il potere delle ideologie che si porta dietro tante letture parziali delle sue vicende. Ma nel Medio Oriente di oggi c’è anche un potere di un altro tipo: la forza di chi, anche tra le macerie più devastate, prova a ricostruire andando oltre le ferite. È Il potere del cuore che dà il titolo al libro in cui padre Pierbattista Pizzaballa - francescano, dal 2004 Custode di Terra Santa - racconta il Medio Oriente che ha imparato a conoscere in tanti anni ormai trascorsi in questa terra. Introdotto da una prefazione di Romano Prodi, il volume (Edizioni Terra Santa, pagine 160, euro 12,00) raccoglie tredici interventi pronunciati da padre Pizzaballa durante questi dodici anni. Tanti i temi: dal dialogo con il mondo ebraico a Gerusalemme al significato per la Chiesa universale di una comunità radicata nella Terra Santa. Soprattutto negli interventi più recenti, però, è inevitabilmente la domanda sui conflitti che insanguinano il Medio Oriente di oggi a ritornare come un filo conduttore. Padre Pizzaballa parla diffusamente delle sofferenze patite dalle comunità cristiane. Ma invita anche a non lasciarsi paralizzare dalla paura o dalla nostalgia di un passato che non tornerà più. «Essere minoranza non deve chiuderci, ma aprirci a nuove forme di creatività, che sono non solo permesse, ma a volte addirittura attese dai fratelli di altre fedi». Le sfide sono grandi: nel libro il Custode di Terra Santa racconta le testimonianze raccolte nelle visite ai confratelli di Aleppo e nelle altre comunità francescane della Siria. A un certo punto non esita a dire che oggi in Medio Oriente «Satana sembra prevalere»; un demonio nel senso biblico di “divisore”, che va a minare alle radici le relazioni su cui si fonda la vita quotidiana. «Si è di fronte a fenomeni contraddittori: tradimenti di antiche amicizie, nascita di nuove. Accanto al cuore che ha tradito, però, vi è il cuore di chi ha amato, spendendosi e consegnandosi». Ed è proprio questo sguardo di fede la ricchezza più importante che le Chiese del Medio Oriente, anche nella tempesta di oggi, devono salvaguardare. «Le prospettive politiche vanno ricercate con urgenza, ma non saranno loro a salvare il cristianesimo in Medio Oriente ammonisce il Custode di Terra Santa -. La nostra presenza sarà salvata dai piccoli, da coloro che, con coraggio, rischiano la propria vita sfidando la morte per amare il loro fratello gratuitamente ». Ecco allora il “potere del cuore”. Che parte dalla sguardo fisso sulla croce, al «cuore trafitto che è la misura dell’amore di Dio e di conseguenza anche del nostro». Non è solo un riferimento teorico; ad esempio è la strada per capire che «il dialogo con l’islam non è un “lusso” da intellettuali, ma una necessità», annota padre Pizzaballa. Ma il “potere del cuore” si gioca soprattutto nel coraggio di guardare comunque in avanti: «Un rischio reale - spiega il Custode di Terra Santa è quello di rimpiangere le “cipolle d’Egitto”, le garanzie perdute, il mondo nel quale siamo cresciuti in Medio Oriente. Tutto sta cambiando, nulla sarà più come prima. All’inizio ci spaventa, ma ora è chiaro che dobbiamo entrare in questa prospettiva con la libertà che nasce dalla fede, certezza che, nonostante tutto, la nostra presenza resterà viva». In una Terra Santa schiacciata tra schemi e rigidità, alla fine è proprio libertà la parola che ha accompagnato in questi anni il ministero di padre Pizzaballa. E che da queste pagine preziose emerge come un punto di riferimento irrinunciabile anche per il cammino di domani dei cristiani in Medio Oriente. © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel suo ultimo volume Pizzaballa, custode di Terrasanta, parla delle sofferenze patite dai credenti Ma invita anche a non lasciarsi paralizzare dalla paura: «Urge un intervento politico, ma ci salverà il coraggio dei fedeli che amano i fratelli fino alla morte»
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