sabato 28 agosto 2010
Oggi e domani parte la prima giornata di serie A, ma si registra un significativo ritardo nelle procedure di rilascio della card del tifoso A fronte di 522.379 richieste ne sono state consegnate 378.455. Significa che all’appello ne mancano quasi 150mila.
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Alla vigilia del primo campionato di serie A con la tessera del tifoso, ammette che «non si può essere tranquilli perché comunque siamo a una stretta». Ma guardando al futuro Alfredo Mantovano, nel confermare che a settembre arriverà un nuovo decreto-legge contro la violenza negli stadi, scommette che «i disagi temporanei saranno premiati, a regime avremo partite sicure come nel resto d’Europa». E agli stadi il sottosegretario all’Interno ci tiene, anche perché - confessa - «tifo per il Lecce, la mia città, che è tornato in A e, quindi, per me sarà più facile vedere qualche partita, visto che quest’anno giocherà più spesso di domenica».Cosa ha pensato dopo la guerriglia alla "Berghem fest", in cui è stato preso di mira il ministro Maroni?Non avremmo voluto avere questo tipo di conferma, ma paradossalmente è la riprova che il lavoro impostato non va nella direzione dell’inutile oppressione. Quelli non erano tifosi, ma violenti che hanno perso la testa perché si sono resi conto che i margini sono sempre più stretti per loro. Naturalmente quanto successo non ci fa indietreggiare di un millimetro dalla strada intrapresa, da anni ormai.Cosa risponde a chi sostiene che la tessera sia una misura illiberale?Non vedo dove sia l’illiberalità di uno strumento che, pagando il costo di un semplice inserimento in un elenco di "brave persone", consente a tutti di essere molto più sicuri. Anche perché l’esperienza ci ha insegnato che il meccanismo "biglietto con documento" è più aggirabile. L’obiettivo finale non è quello di blindare le gare più a rischio, ma escludere dagli stadi i violenti in modo tale che ci sia il minor utilizzo possibile delle forze di polizia, che vanno riportate ai loro compiti propri.I funzionari di polizia lamentano l’atteggiamento «ambiguo» di alcune società. È così?Non porrei la questione in termini polemici. Certo, se nonostante l’opera di filtraggio alle barriere, materiali pericolosi continuano a entrare negli stadi è perché qualcuno ha permesso che avvenisse. E questo qualcuno non è tra le forze dell’ordine. È vero che alcune società hanno sposato questo approccio da più tempo e con più convinzione, e questo spiega a esempio perché il Milan conti 220mila tessere su 521mila complessive. Ma anche quei presidenti più restii se ne sono fatti una ragione e si muovono ora sulla stessa lunghezza d’onda del governo, anche perché consci di avere sempre meno alibi. Non starei qui a fare graduatorie, però.Parlava di nuove misure in arrivo?È in preparazione un decreto che prorogherà la misura della flagranza differita, cioè l’arresto a distanza di ore di chi ha provocato incidenti e viene individuato grazie alle immagini tv. Si tratta di una norma che la giurisprudenza ha ritenuto ammissibile purché non fosse indefinita nel tempo, ma che riteniamo ancora necessaria in questa fase.E poi?Ci sarà una misura per gli steward privati che, all’interno degli stadi, devono avere una tutela penale rafforzata, nel senso che un’aggressione a uno di loro deve essere equiparata a un pubblico ufficiale. Si sta poi ragionando su alcuni provvedimenti studiati dalla Procura di Napoli, che ha un suo pool specifico sulla violenza negli stadi e che ha ipotizzato a esempio di applicare il Daspo anche a chi, pur non protagonista di atti violenti negli stadi, ha gravi precedenti penali e può fungere in qualche modo da "polo di attrazione" per gli altri.Temete comunque un "autunno caldo", magari per il "concorso" fra queste frange e altre di natura politica?Non c’è da stare tranquilli, perché stiamo a una stretta. Questo lavoro è iniziato con l’allora ministro Pisanu ed è proseguito con Amato. È ragionevole prevedere che chi vuole violenza cerchi, intuendo l’andazzo, di reagire rilanciando la protesta. Per questo confido in un sostegno compatto del mondo politico.Negli ultimi mesi ci sono state varie riunioni, in giro per l’Italia (l’ultima a Catania), di tifoserie compattate dalla protesta anti-tessera. Raduni preoccupanti?Il fenomeno è stato monitorato. Erano raduni assolutamente leciti, ma è chiaro che le informazioni raccolte dalle forze di polizia in queste circostanze sono molto utili anche per l’attività di prevenzione delle gare ritenute a maggiore rischio.Come ministero non avete pensato a incontrare direttamente le tifoserie?Una interlocuzione istituzionale già c’è, perché localmente ogni questore ha contatti continui con loro. È un lavoro nascosto, ma è anche quello che dà i frutti maggiori.SCONTRO VIMINALE-LEGA CALCIOOggi e domani è in programma la prima giornata di serie A, ma l’iter per la consegna della tessera del tifoso procede a rilento. All’appello mancano quasi 150mila tessere del tifoso. Domande: 522.379. Card emesse: 378.455. La sottrazione, infatti, dà come risultato 143.942. Un ampio solco, dunque, separa le richieste inoltrate dal numero effettivo di tessere arrivate ai destinatari. In mezzo ci sono i ritardi da parte delle società e molte polemiche. L’Osservatorio, che fa capo al ministero dell’Interno, parla di «ritardo ingiustificabile» e punta il dito contro i club: «Il ritardo nel rilascio di migliaia di tessere da parte di alcune società è imputabile esclusivamente alle società stesse, perché il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha dato sollecitamente corso a tutte le verifiche di sua competenza». La replica del presidente della Lega Calcio è immediata: «Le critiche dell’Osservatorio sono ingenerose –dice Maurizio Beretta – i numeri dicono che il 75% delle tessere sono state consegnate, ed i club si sono adoperati per sopperire al periodo transitorio».Proprio per questi ritardi e per il fatto che molti supporter si presenteranno ai tornelli sprovvisti della card, negli stadi il livello di sicurezza e controlli sarà altissimo. Il rischio è quello che i venti minuti di guerriglia dell’altra sera ad Alzano Lombardo (Bergamo), con la contestazione al ministro Maroni che era sul palco del Berghem Fest , possano rappresentare solo l’inizio di una serie di proteste non pacifiche. Questo weekend calcistico rappresenterà quindi un test importante per valutare la tenuta del sistema di sicurezza.
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