venerdì 8 maggio 2020
L’artista italiana è intervenuta a “Parole O_stili” parlando ai ragazzi collegati in streaming: «Aiutare chi è solo». E sabato si parla di come la Chiesa "si racconta"
Malika Ayane

Malika Ayane - Archivio

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Si parlerà di papa Francesco e di come la Chiesa cattolica “si racconta”, durante la seconda giornata del 4° Festival della comunicazione non ostile, promosso da Parole O_stili. Le potenti immagini di piazza San Pietro in che modo hanno inciso nella narrazione dello stato d’emergenza, spirituale e umana che stiamo affrontando? A questa domanda cercheranno di dare una risposta i relatori della giornata, tra cui il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. Interverranno anche Mauro Magatti, sociologo ed economista; Chiara Giaccardi, sociologa dei processi culturali e comunicativi; don Alberto Rava, youtuber; don Dino Pirri, sacerdote della diocesi di San Benedetto del Tronto e twitter influencer. In chiusura di giornata, sarà presentata la nuova edizione del Manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva. Dieci testimonial di rilievo avranno il compito di introdurre e lanciare il nuovo decalogo, per un uso più consapevole delle parole.

«Cerco sempre di dialogare con le persone, di arrivare a una riflessione. È capitato a volte che ci fossero persone, degli haters, che poi portate a una riflessione hanno cambiato opinione. Coi “cocci” invece non c’è niente da fare e bisogna adottare il principio dell’ignorare anche se è molto difficile. In tv mi è capitato di essere oggetto della frustrazione di alcune persone e mi sono resa conto che manca il dialogo. Ho notato, inoltre, che tante persone sono sole. Se vedete qualcuno vicino a voi che si sente solo, non isolatelo ma fategli domande. È più facile intervenire nella vita reale che cercare di raggiungere una persona dall’altra parte del paese via web». Così la cantante Malika Ayane parla ai ragazzi e porta il suo messaggio alla quarta edizione di “Parole O_stili”, il festival che si svolge in streaming, dedicato al tema “Si è ciò che si comunica” con l’obiettivo di presentare domani un “Manifesto dell’Inclusione”, del rispetto delle diversità e delle minoranze. Quel rispetto che comincia dalle parole. Che pesano a volte come macigni, quando si esprimono giudizi, quando si bolla una persona, quando la si attacca e la si isola solo perché considerata diversa, come è capitato anche ad Ayane, italiana, padre marocchino, quando in giuria a X Factor lo scorso anno è stata per esempio ricoperta di ingiurie e offese sessiste per avere eliminato uno dei concorrenti in gara. Una pratica purtroppo sempre più diffusa nel web e sui social dove più di altri ambienti forse “Si è ciò che si comunica”: i social per il 74% delle persone – secondo una indagine Swg – sono un vero e proprio megafono di linguaggi violenti pregressi, percezione in crescita soprattutto tra i millennials (+8%); odio e falsità fanno parte del nuovo modo di comunicare per l’80% degli intervistati, dato in crescita del 14% rispetto al 2018; solo il 22% pensa che le giovani generazioni riusciranno a scegliere uno stile comunicativo più corretto. Omosessuali, migranti ed ebrei sono le categorie più colpite dal linguaggio violento, dato in crescita del +15% (omosessuali), +9% (migranti), +12% (ebrei). Numeri confermati anche dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Oscad) che registra una crescita di atti discriminatori verso le minoranze, del +186% dal 2014 al 2018. In questo contesto si inserisce il “Manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva”, che sarà presentato domani alle 16.00 insieme a Alex Zanardi e Bebe Vio, atleti paralimpici, don Luigi Ciotti, fondatore dell’Associazione Libera, Andrea Delogu, presentatrice tv e tanti altri ospiti come Entico Letta o Giorgio Gori.

Per fortuna in Rete c’è soprattutto tanta informazione positiva e una miriade di spunti interessanti. «Utilizzo i social media per imparare cose nuove perché a volte sottovalutiamo quanto i social possano essere dei mezzi di informazione: dei contenitori di grandi lezioni, a volte, e in altri casi semplici vettori di nuove informazioni. Durante la quarantena, ad esempio, ho imparato tanto su posti nel mondo dove non sono mai stata – ha ripreso Malika Ayane, nel suo intervento “Quando a settembre rivedrò i miei compagni” con il ministro Lucia Azzolina, Marta Losito, Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net –. Con un gruppo di amici abbiamo anche aperto una pagina Instagram, Decameretta, dove tutti possono mandare dei contenuti, anche ripresi da altri profili, e dove condividiamo cultura e divertimento secondo un tema preciso scelto quotidianamente. Quando è iniziato il lockdown, studenti e insegnanti sono stati straordinari e hanno trovato subito un modo per tornare al lavoro». E ha concluso l’artista di Ricomincio da qui: «Spero che a settembre si possa ritornare a fare tutto quello che ci piace, in sicurezza, e che le scuole riaprano per far sì che i ragazzi possano fare le loro scoperte e i loro errori. La cosa che vorrei sempre ricordare agli studenti è di creare un rapporto con i professori. Capiterà che ci saranno quelli che non ci piacciono ma l’insegnante nasce proprio per rendere la vita più semplice allo studente, per poterlo comprendere come un genitore a volte non può fare. Più cose si conoscono più si ha la possibilità di proporre qualcosa che gli altri non hanno mai fatto. Se non fossi stata attenta durante le lezioni delle figure retoriche non avrei fatto il lavoro che faccio».

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