martedì 17 maggio 2016
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L’Europa senz’anima di questo tempo avrebbe un gran bisogno di partiti. Con la “p” maiuscola. Invece, proprio a causa della mancanza di forze politiche autorevoli e riconosciute, si ritrova assediata dai populismi. Anche di questo si parlerà oggi alla Luiss durante la presentazione in anteprima nazionale del libro del politologo irlandese Peter Mair (1951-2011) dal titolo Governare il vuoto. La fine della democrazia dei partiti (Rubbettino, pagine 166, euro 14,00). È proprio intorno al ruolo giocato dall’Ue nel processo in corso di destrutturazione dei sistemi politici, infatti, che Mair articola la sua riflessione, rilevando come il confronto sulle grandi linee guida dello sviluppo, continentale e non, non avvenga più tra grandi famiglie politiche, ma piuttosto a livello sovranazionale tra i diversi governi. «È un libro che mette insieme tutti i fattori della crisi che stiamo vivendo, a partire dal crescente disinteresse dell’elettorato per la costruzione dell’integrazione europea» commenta Mauro Calise, docente di Scienza Politica all’Università di Napoli Federico II, che oggi discuterà del testo di Mair in una tavola rotonda a cui parteciperanno anche Ilvo Diamanti, Sergio Fabbrini, Leonardo Morlino e Angelo Panebianco. «Bruxelles è un supergoverno che si occupa di decisioni regolatorie, non etiche e neppure legate alla redistribuzione della ricchezza – continua Calise –. Se fino a 10-15 anni fa, l’Europa era una specie di gigante dormiente ma veniva considerata comunque una realtà con cui indiscutibilmente fare i conti, oggi non è più così. E il vuoto in cui i partiti sono stati risucchiati a Strasburgo ha originato lo stesso vuoto in cui ha cominciato a muoversi, con successo, il mondo dell’antipolitica». Diego Motta © RIPRODUZIONE RISERVATA
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