martedì 3 maggio 2016
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Come in un racconto - “Quel pallonetto di Klose non lo dimenticherò mai” - s’è aperta una finestra sul futuro per Simone Inzaghi mentre è caduta una saracinesca sul presente del suo ex compagno Roberto Mancini. Quell’indimenticabile “cucchiaio” di Klose - dicevo - e ne ho visti, di gol, e bellissimi, in vita mia, eppure non tutti così ricchi di reconditi significati. Ma il meglio è il sentimento di quel gol, dedicato a Simone come a un fratello dal campione del mondo già dato in pensione da settimane e rientrato nei ranghi, a suon di gol, proprio per aiutare il giovane mister esordiente in Serie A in un momento difficile di un club difficile dilaniato da polemiche e da cattivi pensieri che avevano portato all’esonero di Pioli. Klose per Inzaghi, uno per tutti, in realtà tutti per uno, per la conferma di Simone, “il Brocchi riuscito”. Dall’altra parte una realtà rovesciata, l’Inter dei veleni che lo sconfitto Mancini bolla d’infamia, definendo i suoi giocatori “polli senza qualità”, senza chiedersi perché si siano presentati “molli e pietosi” all’ultimo appuntamento per guadagnare la Champions, un sogno svanito dopo esser costato centinaia di milioni buttati per portare a Milano decine di costosi mercenari. Non so - e non voglio sapere - come finirà l’avventura del mio vecchio amico Roberto. Ma una cosa la so e la dico, rivolgendomi a Moratti, a Thohir, ai tifosi, ai critici a dir poco imprudenti: chiedete scusa a Mazzarri. È stato cacciato in malo modo nel momento delle prime difficoltà, quando cercava di far le nozze coi fichi secchi fornitigli da una società votata al risparmio e al risanamento del bilancio mentre si è poi dissanguata per far fronte alle richieste spesso balzane di Mancini; il quale ha vinto il confronto con il ruvido maremmano solo dal punto di vista...estetico, continuando come lunedì sera a parlare a ruota libera di un bilancio “tutto sommato positivo” mentre al Mister Piangina Mazzarri non si perdonava nulla. E oggi, se potesse parlare - e lo farà a giugno, quando si libererà dalle dorate catene dell’Inter per trattare con tutte le società anche straniere che lo hanno chiamato - Walter ricorderebbe a tutti che se lo avessero lasciato lavorare in pace avrebbe portato l’Inter almeno in Champions, come fece col Napoli, e senza fare arrossire il bilancio e le gite di Thohir. E passerebbe in rassegna tutti i giocatori che Mancini ha chiesto, ottenuto, dismesso e sostituito mettendo insieme un indecoroso girone di ritorno. E annuncerebbe il suo ritorno come quello del Conte di Montecristo. Sì, amici cari che sognate ancora l’Inter di Burgnich e Facchetti e Picchi e Suarez e Mazzola e vi ritrovate Melo, Murillo, Medel, Kondogbia e Perisic: chiedete scusa a Mazzarri. E già che ci sono, un invito all’altra sponda, ma ai milanisti: chiedete scusa a Allegri. Ma questa è un’altra storia... © RIPRODUZIONE RISERVATA la barba al palo
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