Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura, spiega poi, con un duplice viaggio attraverso il significato del cibo e del digiuno nella Bibbia, i motivi e il senso della presenza della Chiesa nei sei mesi dell’evento, “testimoniando – scrive – la volontà di partecipare ai dibattiti sulle questioni cruciali come quelle della custodia del creato e della disponibilità universale delle risorse del nostro pianeta. L’impostazione del padiglione della Santa Sede sarà, perciò, squisitamente ideale e sociale, fondata sul rilievo simbolico del nutrire e sulla dimensione antropologica e teologica del tema. Siamo, dunque, sulla scia del messaggio costante di papa Francesco che ribadisce spesso, come ha fatto nel Messaggio per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione del 2013, che «la sfida della fame e della malnutrizione non ha solo una dimensione economica o scientifica (…) ma ha anche e soprattutto una dimensione etica e antropologica»”.
Parlare di cibo significa però anche guardare in faccia al dramma della fame, che per il missionario Piero Gheddo (il cui testo anticipiamo in parte in questa pagina) resta la vera grande domanda. Tra gli altri spunti dello speciale c’è anche la dimensione architettonica di Expo: se Maria Antonietta Crippa racconta come la storia delle Esposizioni universali abbia coinciso con una sperimentazione che ha investito la dimensione urbana e l’immaginario degli abitanti, Leonardo Servadio ci conduce attraverso i padiglioni più scenografici di questa edizione. Expo 2015, infine, vuol dire Milano: ecco il servizio di Alessandro Gandolfi su una città che ha fondato la propria fortuna sull’acqua, e l’antologia a cura di Roberto Mussapi di poeti contemporanei che hanno cantato la metropoli “piantata” nel mezzo della pianura.
Beatrice Buscaroli racconta la mostra che a Brescia fa il punto sul rapporto tra arte e cibo. Infine Franco Cardini segue le trame, anche di sapori, della via della seta.
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