venerdì 7 ottobre 2022
A Palazzo Strozzi la più completa personale dell’artista danese in Italia sfida la percezione sensoriale con riflessi e rifrazioni luminose su superfici specchianti ed effetti geometrici
Olafur Eliasson, “Eye see you” (particolare), 2006

Olafur Eliasson, “Eye see you” (particolare), 2006 - Dalla mostra "Nel tuo tempo" a Firenze, Palazzo Strozzi

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In un ambiente quasi completamente buio una nebbiolina impalpabile di goccioline d’acqua polverizzata scende dal soffitto. Illuminata dalla luce colorata di un faretto, posizionato secondo una specifica angolazione, si rifrange e si riflette incontrando l’occhio dei visitatori, creando una sorta di arcobaleno. Quando nel 1993 Olafur Eliasson presentò per la prima volta Beauty, in una mostra collettiva in un garage, aveva appena 26 anni e amava la break dance. In quest’opera ricorrono molti degli elementi che caratterizzano la produzione di questo visionario creatore di esperienze multisensoriali, a partire dal coinvolgimento attivo dello spettatore. La percezione di un fenomeno naturale come l’arcobaleno, ricreato nella sala di un museo, dipende esclusivamente dal punto di vista dell’osservatore rispetto alla fonte luminosa e all’acqua che scende dall’alto, cosicché l’opera non può esser mai vista nello steso modo, nemmeno da due persone che osservano stando l’una accanto all’altra. Beauty è diventata un’opera iconica e ancora oggi continua a essere riproposta frequentemente nelle mostre personali dell’artista. Lo è anche in questa occasione di Palazzo Strozzi, a Firenze, che ospita quella che è considerata la sua più completa mostra in Italia. Si intitola Nel tuo tempo (curioso, è simile a Prendi il tuo tempo, utilizzato per una sua personale nel 2006 al San Francisco Museum of Modern Art) ed è curata da Arturo Galansino corredata da un catalogo edito da Marsilio Arte (fino al 22 gennaio). Olafur Eliasson (nato nel 1967 a Copenaghen da genitori islandesi) descrive le sue installazioni come «macchine per produrre fenomeni » e per far questo la tecnologia utilizzata è semplice ed evidente. L’ostentazione di specchi, cavi, tubi, pompe, impalcature e luci elettriche viene talmente enfatizzata da diventare centrale nella fruizione dell’opera stessa che è elaborata attraverso raffinati e sorprendenti giochi di specchi, riflessioni percettive e concettuali, proiezioni luminose, visioni caleidoscopiche, forme geometriche primarie. Gli effetti sono suggestivi, ma certo non fini a se stessi come al luna park perché i fenomeni visivi ambientali da lui creati hanno un valore artistico e sociale nella misura in cui sono sempre connessi a problematiche legate alle questioni dello sviluppo ecocompatibile e cioè alla ricerca continua di nuovi equilibri dinamici fra sviluppo tecnologico e realtà naturale.

Olafur Eliasson, “Firefly doublesphere experiment”, 2020

Olafur Eliasson, “Firefly doublesphere experiment”, 2020 - Dalla mostra "Nel tuo tempo" a Firenze, Palazzo Strozzi

Tutte le opere di Eliasson interagiscono con i luoghi per cui sono progettate e Nel tuo tempo è il risultato del lavoro diretto dell’artista a Palazzo Strozzi dove ha allestito installazioni storiche e produzioni recenti che ne sovvertono la percezione creando una pluralità di possibili narrazioni e una nuova consapevolezza degli ambienti rinascimentali da parte del pubblico. E ciò a partire dal cortile dove Eliasson ha posizionato Under the weather, opera realizzata per l’occasione costituita da una grande struttura ellittica di 11 metri sospesa a 8 metri di altezza che crea agli occhi dei visitatori un effetto fatto di interferenze visive che destabilizzano la rigida architettura ortogonale dell’edificio. All’interno del palazzo, la prima sala del piano nobile che apre il percorso espositivo è occupata da Triple seeing survey con cui Eliasson, giocando tra realtà e rappresentazione e tra interno e esterno, si confronta con le grandi finestre il cui profilo viene proiettato ingigantito su una parete, così che il visitatore si trova all’interno di un dialogo tra luci artificiali e naturali, spazi e aperture reali o solo proiettate. Sugli effetti di diffrazione luminosa è incentrata l’installazione Solar compression (2016) costituita da due grandi dischi sovrapposti e specchianti da entrambi i lati, appesi al soffitto e in costante movimento, dai quali proviene una luce gialla che invade lo spazio. È la stessa luce gialla, ma più intensa e brillante che, saturando la retina del visitatore nell’ambiente totalmente spoglio di Room for one colour (1997), uniforma l’intera gamma dei colori dei vestiti, della pelle e dei capelli in una scala bitonale di soli gialli e neri conferendo una maggiore nitidezza alla visione. L’interesse di Eliasson per la geometria e la luce è testimoniato da opere quali Firefly double-polyhedron sphere experiment (2020), grande poliedro di vetri colorati e Colour spectrum kaleidoscope (2003), caleidoscopio esagonale fatto di specchi dicromatici di vari colori, opere che provocano effetti emozionali oltre che visivi («See yourself seeing», guardati mentre stai guardando), sensazioni ancor più sollecitate dall’opera Eye see you (2006). È una sorta di lampada dalla superficie concava che emette una luce intensa, ha la parvenza della pupilla di un occhio, con tanto di iride, che guarda verso l’esterno, ma che, al tempo stesso, essendo specchiante, riflette l’immagine di chi la sta guardando. L’opera è collocata alla Strozzina, quasi interamente dedicata ad ospitare Your view matter che, presentata al pubblico per la prima volta, è una installazione con cui l’artista utilizza la tecnologia Virtual Reality per sperimentare la percezione umana nello spazio digitale. Indossando uno speciale visore il pubblico entra in una realtà parallela e interagisce con le complesse geometrie di spazi virtuali. «L’esperienza di quest’opera – dichiara Eliasson in proposito – si basa su un disimparare e imparare di nuovo a sapere usare il senso della vista, coinvolgendo non solo gli occhi ma anche tutto il corpo e la nostra mente».

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