venerdì 9 giugno 2023
Pinotti, dirigente e coach: «Siamo nati in una parrocchia di Milano grazie a don Perego. Oggi viviamo un sogno, ma non dimentichiamo i nostri valori»
La festa delle ragazze del Sanga Basket, la società di Milano approdata in A1

La festa delle ragazze del Sanga Basket, la società di Milano approdata in A1

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«Comincio a realizzare tutto solo adesso. Per qualche giorno sono stato un po' su una nuvola, ora mi sto chiedendo: ma davvero abbiamo fatto una cosa così?». È felice Franz Pinotti, 65 anni, fondatore e allenatore della prima squadra del Sanga Basket, società milanese, sponsorizzata “Il Ponte Casa d'Aste” che ha appena conquistato la promozione alla Serie A1 femminile, riportando nella massima serie un club del capoluogo lombardo dopo 31 anni. « È una grande soddisfazione da condividere con tutto il mio staff– spiega il dirigente e tecnico – abbiamo battuto in trasferta una squadra importante, come Costa Masnaga e l'abbiamo fatto grazie a un gruppo fantastico di ragazze». Un orgoglio doppio pensando da dove è partita la storia della società, che ora si articola in diverse realtà che abbracciano anche il minibasket e quello maschile. « Nel 1997 – ricorda Pinotti, di professione architetto – grazie all’intuizione e all’appoggio di don Attilio Perego, sacerdote della parrocchia di San Gabriele Arcangelo in Mater Dei di via Termopili, nella zona di Viale Monza abbiamo creato una squadra di minibasket. Per far conoscere l’iniziativa avevamo tappezzato il quartiere di manifesti, ma al primo allenamento, in un salone sotto la chiesa, c'erano cinque bambine, di cui le mie due figlie e una coppia di loro compagne. Don Attilio, che purtroppo è mancato, mi disse di credere nella Provvidenza e infatti aveva ragione. Dopo qualche settimana eravamo in 15, a metà anno 37 e a fine stagione una sessantina».

Da quel giorno è stata una crescita continua, con l’aumento delle squadre e dei tesserati (attualmente 1200), una condizione che ha portato il Sanga, in cui sono impegnati attualmente una trentina di dirigenti, oltre a 4050 allenatori, a cambiare più volte “casa”. « Dopo l’oratorio – racconta Pinotti, che dopo aver giocato da ragazzo ha riscoperto la passione per il basket da adulto – ci siamo allenati al Parco Trotter, dove abbiamo ristrutturato uno spazio per poter giocare a pallacanestro, siamo stati ospitati da alcune scuole della zona tra Loreto, viale Padova e viale Monza e poi siamo arrivati al Centro Cambini Fossati, dove abbiamo posato il parquet e durante il rifacimento siamo dovuti andare con la prima squadra fino a Pessano con Bornago». Una crescita d’interesse e di risultati («abbiamo cominciato a credere di poter arrivare fino a qui dopo la promozione in A2» spiega l’allenatore) che è stata possibile per tante ragioni. «Prima di tutto – dice il dirigente – la Provvidenza ci ha “mandato” tante belle persone che hanno condiviso e condividono la nostra visione e che hanno reso possibile tutto questo ». « In più – aggiunge Pinotti – abbiamo sempre fatto con quello che avevamo. Non abbiamo mai fatto il passo più lungo della gamba. Come ci piace ripetere, abbiamo il rispetto dei soldi. Li spendiamo nella maniera più oculata possibile e non avviamo un progetto senza avere la copertura finanziaria».

Un’evoluzione, quella del Sanga, che per gara 1 della finale play off è stato seguito all’Allianz Cloud di Milano da 2700 persone, oltre a quelle che hanno visto la partita in streaming, in cui però la società non ha mai dimenticato i suoi valori. «Credo che si vedano soprattutto nella gestione dei gruppi – spiega l’allenatore - Per noi i ragazzi e le ragazze devono stare bene prima di tutto come persone. Il nostro ambiente è accogliente, abbiamo per esempio progetti inclusivi come quello del baskin e il lavoro nelle scuole. Per principio noi non escludiamo nessuno. Costruiamo gruppi omogenei per livello. E se uno non è così dotato e ha voglia di giocare, può farlo, magari in una delle squadre che disputa i campionati Uisp».

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