sabato 14 giugno 2014
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​La tragedia dei migranti in fuga verso le coste italiane approda, con l’inedito Finis Terrae, sul palcoscenico della 68ma edizione della Festa del Teatro, in programma a San Miniato (Pisa) dal 1 al 23 luglio prossimi. Un’edizione, quella presentata ieri nell’aula magna del seminario vescovile, che si preannuncia una delle più interessanti degli ultimi anni e che porta sul palco di Piazza Duomo una coraggiosa coproduzione della Fondazione Dramma Popolare e del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.Nato da un idea del regista Antonio Calenda e scritto da Gianni Celmenti, Finis Terrae>, al debutto il 17 luglio, si apre su una spiaggia battuta da una burrasca la notte di Natale, dove due grotteschi briganti (interpretati Nicola Pistoia e Paolo Triestino) si ritrovano, loro malgrado, coinvolti nella tragedia di uno sbarco di migranti. Un barcone semidistrutto approda sulla costa con grande difficoltà e libera il suo carico di persone con le loro storie, le loro tragedie. Tra essi c’è anche una donna violata, eppure ancora portatrice di vita, che su quella spiaggia darà alla luce un figlio: un messaggio di speranza per l’umanità smarrita. Uno spettacolo scritto su misura per il festival sanminiatese, che nasce dall’incontro di diverse sensibilità e, soprattutto, di grandi nomi del teatro italiano come quello di Calenda e di Masolino D’Amico, critico che ormai da un anno collabora con la direzione artistica del "Dramma".«Nel progettare lo spettacolo principale dell’edizione – ha dichiarato il direttore artistico del Festival del Teatro don Piero Ciardella – ci siamo orientati ad individuare una tematica non solo attuale, ma che rappresentasse la cifra del tempo che stiamo vivendo, e contemporaneamente riuscisse anche a coinvolgere il pubblico in una vera e propria esperienza spirituale. Grazie alle sollecitazioni avute da Papa Francesco – ha affermato Ciardella – la nostra attenzione si è volta immediatamente e spontaneamente a un tema che riguardasse la drammatica realtà rappresentata dai poveri del mondo, quelli che il Pontefice ha definito le vittime della cultura dello scarto». «Questo testo – ha continuato Ciardella – vuole essere la rappresentazione di due povertà: quella materiale dei migranti che fuggono da guerra e fame e la povertà umana, la nostra, di fronte alla tragedia di questo tempo. Un incontro – ha concluso il direttore artistico – che produce un risultato di speranza».Intenso inusuale il percorso che ha portato alla nascita di Finis Terrae che, come ha sottolineato il regista Antonio Calenda «ha alle spalle un profondo itinerario di studio, di ideazione, di creazione, di condivisione che ho percorso assieme all’autore Gianni Clementi, ai miei collaboratori e alla direzione dell’Istituto Dramma Popolare. Un lavoro arricchito anche da scene suggestive e con l’utilizzo di musiche». Oltre altro spettacolo principale, le piazze e le chiese di San Miniato ospiteranno molte altre rappresentazioni di pregio. A partire dal 1° luglio andranno in scena: Piantate in terra come un faggio e una croce, con Elisabetta Salvadori, Giovanna al rogo, con la regia di Roberto Guicciardini; Semillas, il Salvador di Marianella e Oscar Romero; In canto e in veglia, interpretato da Elena Bucci. Infine il cartellone offre al pubblico un ulteriore chicca: Il mio Gesù, (dal 7 luglio) musical inedito ideato e scritto da Beppe Dati, uno dei più apprezzati compositori italiani, nel quale l’autore, dichiaratamente non credente, propone un itinerario del tutto particolare alla scoperta personale e intima di Gesù di Nazareth.
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