sabato 18 ottobre 2014
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Da profugo a calciatore in Serie D. Sembra una favola, invece è la storia vera di Lamin Jawo, diciannovenne del Gambia, oggi attaccante del Vado. Una storia che inizia come tante altre, quelle delle migliaia di migranti che arrivano quasi ogni giorno sulle nostre coste: un lungo e faticoso viaggio via terra fino alla Libia, poi l’attraversamento del Mediterraneo su barconi di fortuna. Lamin però non si lascia spaventare: il suo sogno, la sua speranza sono più grandi di ogni pericolo. «Ho sempre voluto giocare a calcio, ma in Gambia anche nello sport non si va troppo lontano, così ho deciso di venire qui - racconta in un buon italiano - come tutti ho pagato per il viaggio in barca e sapevo che era pericoloso, ma se vuoi fare qualcosa nella vita occorre rischiare». Nel gennaio scorso così il giovane Jawo sbarca in Sicilia: «Sono stato due mesi nel centro di Siracusa, poi mi hanno trasferito a Cagliari nel centro di Elmas». E in Sardegna Lamin inizia a mostrare a tutti il suo grande talento: «Ho fatto qualche allenamento e il direttore del campo voleva tesserarmi in una squadra di prima categoria, ma non ho potuto perché senza documenti - prosegue - così ho iniziato a giocare nei campionati amatoriali con il Roman Cafè di Sestu». Jawo gioca benissimo e mette a segno oltre 20 gol in appena una quindicina di partite. Le quattro lettere del suo cognome iniziano a girare nel mondo degli osservatori, così viene contattato dal Savona, Lega Pro. Purtroppo però riemerge la grana dei documenti e quando finalmente dal Gambia arrivano le carte necessarie per il tesseramento, la squadra allenata da Di Napoli ha già completato la rosa. Sembra un’occasione perduta, ma Lamin stavolta non deve fare molta strada: da Savona si sposta di appena tre chilometri e trova casa nel Vado. La società rossoblù infatti, tessera il giovane gambiano e gli mette pure a disposizione un appartamento dentro il proprio complesso sportivo. «Qui mi trovo molto bene, mi hanno accolto tutti meravigliosamente e io sento assolutamente il Vado come la mia casa». Jawo, essendo arrivato da poco, deve ancora allenarsi per entrare nei meccanismi della squadra, ma negli spezzoni di partita che il mister gli ha concesso ha già impressionato tutti, incluso Giampiero Gasperini che lo ha affrontato col Genoa in amichevole. «Ottima tecnica, grande velocità e fisico imponente: ha tante qualità, certamente punteremo su di lui - spiega l’allenatore rossoblu, Pietro Buttu -. Lamin però mi ha colpito soprattutto per la sua umanità e dolcezza, prima che un ottimo calciatore è un ragazzo straordinario». Non inganni la striscia dorata sui capelli, innocente vezzo modaiolo di un ragazzo come tanti altri; la semplicità di Lamin si percepisce dal suo sguardo: simpatico, ma anche determinato a inseguire il suo sogno. «Non ho ancora segnato, ma in quei pezzi di partita ho giocato bene, ho ancora tempo e posso fare ancora meglio - riprende - sto aspettando il mio momento lavorando tanto con la squadra». E nel farlo si ispira al grande Cristiano Ronaldo: «Ma in Italia il mio preferito è Pirlo e fra gli africani amo Yaya Touré - aggiunge - mi piacciono i centrocampisti perché prima era quello il mio ruolo, ora mi alleno da punta, ma posso giocare anche ala». Ora Lamin spera che la madre, le due sorelle e il fratello rimasti in Gambia lo possano presto vedere in tv, in una grande squadra: «Ho sempre sognato di giocare in Serie A - conclude -, magari nella Juventus…» Il suo viaggio è appena iniziato.
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