sabato 14 marzo 2009
La competizione tra le due principali società del mondo dell’animazione, Dreamworks e Pixar-Disney,è sempre più serrata. Entrambe hanno una ricetta per vincere, ma diametralmente opposta a quella del concorrente.
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La competizione tra le due principali società del mondo dell’animazione, Dreamworks e Disney-Pixar è sempre più serrata. Entrambe hanno una ricetta per vincere, ma diametralmente opposta a quella del concorrente. Katzenberg (Dreamworks) su Mostri contro Alieni: «Effetti incredibili, peccato che il 90% delle sale italiane non possa ospitare il tridimensionale». La Disney-Pixar lancia Up, storia di un'amicizia tra uno scout e un nonno: «L'animazione non è solo tecnica. Le nostre storie hanno sempre un cuore, un'anima e dei valori positivi». Dreamworks «In "Mostri contro alieni" il futuro del cinema in 3d» «È la terza, grande rivoluzione del­la storia del ci­nema. Dopo l’avvento del sonoro e dopo quello del co­lore, il terremoto del secolo si chiama: cinema in 3 D». Sono mesi che Jeffrey Kat­zenberg profetizza i cam­biamenti epocali proposti da Mostri contro Alieni: il primo cartoon della Dreamworks progettato e realizzato con la sbalorditiva tecnica che, grazie ad appositi occhialet­ti, dona alle immagini piat­te un rilievo tale da dare l’im­pressione (garantisce il vo­stro cronista, che quegli oc­chiali li ha inforcati) di non essere solo «davanti» ad un cartoon; ma addirittura «dentro». Ora che fi­nalmente, dopo i trionfi sta­tunitensi, Mostri con­tro Alieni ar­riva anche in Italia (dal 3 aprile in 500 cinema no­strani) ecco la delusione. «Meno del dieci per cento degli spettatori italiani potrà effettivamente vederlo in 3 D – ammette Katzenberg – perché in Italia solo 40 o 50 cinema dispongono della tecnologia necessaria». E tutti gli altri, come faranno? «Lo proietteranno come un normale cartoon in due di­mensioni ». Ma il mago dei film d’animazione (il suo Madagascar 2 è stato il mag­gior incasso di un cartoon in Italia) non si scoraggia: «Il nostro film vale indipen­dentemente dalla magia del­le tre dimensioni. Nessuna brutta pellicola è diventata bella solo grazie al 3D. E il trionfo americano, con un aumento del 17 per cento dei biglietti venduti (si pre­vede che arriveremo al 50), nonchè quello ottenuto in tutti i Paesi in cui è stato proiettato, dimostra che Mo­stri contro Alieni è sensazio­nale di suo». La storia del film è quella di Susan (nell’originale dop­piata da Reese Witherspoon) che colpita da un meteorite il giorno del suo matrimo­nio, cresce fino ad un’altez­za di 15 metri, e viene per questo confinata in un’area governativa segretissima do­ve il generale Monger (Kiefer Sutherland) ha raccolto altri mostri: il professor Scara­faggio, dalla testa di in­setto; l’A­nello Man­cante, metà scimmia e metà pesce; la Massa Gelatinosa Indistrutti­bile, dal cor­po di budi­no e con un occhio solo; In­settosauro, una maxi-larva alta cento metri. La strana combriccola verrà però pre­sto liberata: quando gli alie­ni minacciano d’invadere la terra, il Presidente degli Sta­ti Uniti deciderà infatti di u­tilizzarli per contrastare la minaccia extraterrestre. «Siamo orgogliosi d’aver concepito un film che darà nuova linfa a chi ama il ci­nema – si entusiasma Kat­zenberg – E anche a chi al ci­nema ha smesso di andarci: li spingerà a ritornare, per­chè la sua magia in tv non è riproducibile». L’utilizzo de­gli occhialini, garantisce, non produce fatica o stress. «Anzi: una celebre casa di ot­tica sta creandone un tipo che, oltre che in 3 D, sia an­che da sole. Così presto si an­drà al cinema col paio d’oc­chiali personale». Entusiasta la doppiatrice americana della protagonista: «Il mio personaggio deve decidere se essere una donna norma­le o una supereroina – riflet­te la Witherspoon – il che simbolizza le tante scelte che le donne devono fare ogni giorno. In fondo ogni donna dev’essere ogni giorno una supereroina, per essere dav­vero una donna». Pixar-DisneyIn «Up» spazio all'amicizia tra uno scout e un nonnoL’animazione del futuro secondo la Pixar? Un ritorno al passato. Ma non per rimpiangere i bei tempi che furono. Piuttosto per ritrovare sotto la patina abbagliante dei più mirabolanti effetti speciali la solidità dei valori autentici.Dopo la poesia siderale di Wall-E, dove la fantascienza era pretesto per raccontare la verità dei sentimenti e la necessità di ritornare alla concretezza della natura, per il nuovo film la casa californiana punta su un vecchio e un bambino. La strana coppia, di per sé quanto di meno spettacolare si possa immaginare, è al centro di Up, lungometraggio che uscirà negli Stati Uniti il 29 maggio, mentre in Italia l’arrivo in sala è previsto per il 16 ottobre.Naso a patata, mascella quadrata perennemente in broncio, occhialoni spessi e papillon, Carl Fredricksen (una specie di Mr. Magoo del XXI secolo) è un arzillo vecchietto di 78 anni. Per una vita ha venduto palloncini, sognando viaggi che mai ha potuto realizzare. Ma quando ormai il tempo pare scaduto, lega insieme diecimila palloncini colorati con i quali stacca la sua casa dal suolo di Manhattan e si solleva in volo per raggiungere la meta sempre desiderata: le sterminate zone selvagge del Sud America. In pieno volo però si accorge di avere un compagno di viaggio: è Russel, piccolo grassottello boyscout entusiasta fino all’eccesso. Troppo tardi, Fredricksen dovrà condividere con lui la più grande avventura della sua vita.E a giudicare dai trailer del film visibili sul web le emozioni non mancano. Anche per la presenza di un "cattivo" a bordo di un dirigibile: Charles Muntz, il cui volto ricorda Kirk Douglas, un esploratore di fama mondiale che ha perso credibilità dopo essere tornato dalla sua ultima spedizione in Sud America con uno scheletro rivelatosi falso.Alla regia di Up c’è Pete Docter, già candidato all’Oscar per Monsters&Co, un film che, nel perfetto mix di ritmo e grazia, sembra rappresentare la filosofia della Pixar: «L’animazione non è solo tecnica» dice John Lasseter, uno dei fondatori degli studios digitali (dal 2006 parte della Disney, pur mantenendo una sostanziale autonomia progettuale) che hanno rivoluzionato il modo di fare cinema. «Le nostre storie hanno sempre un cuore e dei valori positivi», conclude il regista e produttore, che riceverà il Leone d’Oro alla carriera alla prossima Mostra del Cinema di Venezia. Come a dire: il segreto del futuro? Storie con l’anima.
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