sabato 14 ottobre 2017
Stasera in Basilica la prima mondiale dello spettacolo di padre Giuseppe Magrino con i giovani cameristi del Maggio Musicale Fiorentino. Progetto “Omaggio all’Umbria”
L'interno della Basilica di San Francesco, ad Assisi, dove si svolgerà l'opera lirica Salomé

L'interno della Basilica di San Francesco, ad Assisi, dove si svolgerà l'opera lirica Salomé

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Sarà un allestimento semiscenico, essenziale, basato soprattutto sugli effetti di luce e su lievi gesti dei personaggi. Il palco è situato tra le maestose navate e sotto le volte della Basilica Superiore di San Francesco affrescate da Giotto e Cimabue. Il cuore pulsante di Assisi. A dirigere la parte lirico-teatrale di Salomé, opera in un atto per soli, coro e orchestra di padre Giuseppe Magrino su testo liberamente tratto del dramma di Oscar Wilde, è stato chiamato il regista Dario Argento. L’orchestra è quella dei cameristi del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Domenico Pierini, gli interpreti sono tutti giovani, ma già affermati, artisti umbri come Tullia Mancinelli, David Sotgiu, Monica De Rosa, Mauro Corna, Claudio Rocchi e Daniele Bonacci mentre il maestro Umberto Rinaldi dirigerà la Commedia Harmonica assisana.

L’appuntamento, nell’ambito del progetto “Omaggio all’Umbria” 2017, è per oggi, sabato 14 ottobre, alle ore 21.00. «Non vi saranno impianti scenografici e nemmeno costumi, le emozioni che cercheremo di suscitare nel pubblico, in un unico afflato con musica e canto, verranno sollecitate dal modo di recitare, dal leggero muoversi dei cantanti e, in particolare, dall’uso delle luci, che risulterà fondamentale: l’insieme dei dettagli creerà le atmosfere giuste... Sarà una prova difficile, comunque» spiega ad “Avvenire” il “maestro del brivido”. «Certo, la basilica esige il massimo rispetto e io mi atterrò alle regole che si impongono in un luogo sacro – precisa il regista – cercando di far risaltare l’aspetto sacro della vicenda, non senza qualche sfumatura, però, che richiama l’horror, trasmettendo al pubblico, spero, tutte le emozioni che devono emergere dal testo, dall’amore all’odio. E la “danza dei sette veli” sarà molto casta e semplice, gli spettatori ne dovranno immaginare la carnalità descritta da Wilde ». «Quando mi hanno chiesto di occuparmi di questo spettacolo proprio ad Assisi – conclude il cineasta appena rientrato da Los Angeles – sono stato entusiasta: da credente, e devoto di San Francesco, lo ritengo un regalo bellissimo e poi venire qui per me significa tornare alle mie origini perché sono per metà umbro, in quanto mio padre era nato a Perugia». In questo ennesimo impegno artistico Argento ha usato tutta la perizia del regista d’opera avendo già diretto, nell’ottobre del 2013, il Macbeth di Giuseppe Verdi (lo stesso titolo che aveva trasposto nel film Opera) al Teatro Coccia di Novara e, nel febbraio del 2015, la Lucia di Lammermoordi Gaetano Donizetti per il Teatro Carlo Felice di Genova.

«Salomé si inserisce perfettamente nel progetto “Omaggio all’Umbria” i cui temi fondanti sono la valorizzazione dei giovani musicisti, la promozione del patrimonio architettonico, artistico e naturalistico della regione e la solidarietà» afferma Laura Musella, cantante lirica, sovrintendente e ideatrice dell’evento, che ha come direttore testimonial Zubin Mehta, gode dell’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica e dell’Unicef ed è sostenuto, tra gli altri, dal ministero dei Beni culturali. «Ma l’opera affronta anche il tema dei sentimenti cristiani e della spiritualità – precisa Musella – che sono l’espressione della storia e della cultura dell’Umbria ». Lo spettacolo – la cui versione proposta stasera è in anteprima mondiale – si avvale delle musiche composte da padre Giuseppe Magrino, frate francescano direttore della Cappella Musicale della Basilica Papale di San Francesco. «Cominciai a scrivere l’opera per puro diletto – racconta Magrino –, un paio di pagine soltanto, per poi proseguire con una versione ridotta per pianoforte e percussioni: il lavoro piacque a molti e quindi decisi di completarlo usando un linguaggio musicale moderno, post- wagneriano, con un’impronta alla Mahler, grande spazio all’orchestra e alle voci del coro». Che ne pensa della regia affidata a Dario Argento? «Ne sono felice anche se all’inizio, sinceramente, ero un po’ sorpreso della scelta e avevo qualche timore – risponde il frate – ma quando l’ho visto al lavoro mi sono subito ricreduto: Argento ha una grande sensibilità verso il messaggio cristiano e con la sua incredibile esperienza ha saputo dare la giusta pennellata all’allestimento teatrale valorizzandone il suo contenuto di sacralità». La storia di Salomé è ambientata nel palazzo di Erode ed è quella che il drammaturgo irlandese ha scritto in francese per l’attrice Sarah Bernardt nel 1891 sotto forma di atto unico, la stessa vicenda che viene riportata nei Vangeli di Marco e Matteo. Un testo preferito a quello di Flaubert, ritenuto dall’autore dell’opera «troppo romantico».

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