sabato 31 luglio 2021
In mostra all'Arena di Verona la tela del Settecento donato al soprano dall'imprenditore (e futuro marito) Meneghini che la Divina voleva sempre nei camerini dei teatri di tutto il mondo
Maria Callas con il dipinto settecentesco della "Sacra Famiglia" che portava sempre con sé

Maria Callas con il dipinto settecentesco della "Sacra Famiglia" che portava sempre con sé - Fondazione Arena di Verona

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Sono molti gli scatti che ritraggono Maria Callas con una piccola tela del Settecento al suo fianco: è quella della “Sacra Famiglia” del pittore veronese Giambettino Cignaroli (1706-1770). L’opera d’arte sacra compare in alcune foto del gennaio 1950 al Teatro la Fenice di Venezia o del febbraio 1951 a Palermo in cui il giovane soprano si prepara ad andare in scena in Norma. Appoggiato allo specchio del suo camerino si scorge il dipinto di Cignaroli ancora inserito nell’originale cornice sagomata, poi sostituita da una custodia in velluto rosso, certamente più pratica per i continui spostamenti della cantante.

Già nella fotografia del 7 dicembre 1951, che mostra Maria Callas in un camerino al Teatro alla Scala di Milano per I Vespri Siciliani, la “Sacra Famiglia” è inserita nell’astuccio dove è ancora custodita. Oggi la tela è conosciuta come la «Sacra Famiglia di Maria Callas». E per una sera torna all’Arena di Verona. Infatti domenica 1 agosto la preziosa opera d'arte verrà esposta al cancello 1 dalle 17 alle 19 per tutti i visitatori e per il resto della serata potrà essere ammirata dagli spettatori che assisteranno alla rappresentazione di Turandot con la “star” russa Anna Netrenbko nei panni della principessa di gelo protagonista dell’ultimo capolavoro di Giacomo Puccini.

Il dipinto viene donato a Maria Callas dall’imprenditore Giovanni Battista Meneghini (poi suo futuro marito). È l’1 agosto 1947, la sera precedente al debutto in Italia sul palcoscenico dell’Arena di Verona con La Gioconda di Amilcare Ponchielli, e il soprano 24enne riceve l’opera d’arte come un dono d’amore, un portafortuna. Da questo momento la Divina e la “Sacra Famiglia” diventano inseparabili. Nei camerini dei teatri di tutto il mondo la cantante sistema sempre il dipinto accanto allo specchio del trucco perché, come lei stessa aveva affermato in un’intervista, «ho dimenticato di portarlo nel mio camerino soltanto in due occasioni e due volte la mia voce si è incrinata a tal punto da dover sospendere lo spettacolo».

Maria Callas e, in basso a destra, il dipinto settecentesco della 'Sacra Famiglia' che portava sempre con sé

Maria Callas e, in basso a destra, il dipinto settecentesco della "Sacra Famiglia" che portava sempre con sé - Fondazione Arena di Verona

A distanza di 74 anni, grazie alla Fondazione Paolo e Carolina Zani, l’opera viene restituita al luogo da cui tutto è cominciato, ossia l’Arena di Verona. La tela, applicata su tavola, presenta una scena notturna, all’interno di uno spazio chiuso sul fondo da un drappo, con le figure di Maria col Bambino e san Giuseppe in primo piano, accompagnate da due luminosi cherubini.

L’esposizione scaligera avrà come sfondo un collage di immagini, molti delle quali inedite, che ritraggono Maria Callas in momenti di vita privata e nei camerini di diversi teatri del mondo proprio con l’opera di Cignaroli. Come testimoniano gli scatti in cui la cantante si prepara ad andare in scena al Teatro Regio di Parma per La Traviata nel 1951, al Maggio Musicale Fiorentino per Medea nel 1953, al Teatro Donizetti di Bergamo per Lucia di Lammermoor nel 1954, a Chicago nel 1954 e nel 1957 o a Lisbona nel 1958.

Maria Callas in 'Aida' all'Arena di Verona nel 1953

Maria Callas in "Aida" all'Arena di Verona nel 1953 - Fondazione Arena di Verona

In un articolo apparso sulla rivista Grazia 1 dicembre 1957, è la stessa Callas che mostra con orgoglio il dipinto custodito insieme ai suoi gioielli nella casa milanese in via Buonarroti 38. L’importanza di questo dipinto è tale per lei che il 9 giugno 1955, mentre si trova a Vienna per interpretare Lucia di Lammermoor alla Staatsoper, chiede all’amica Giovanna Lomazzi di portarglielo urgentemente da Milano, dove l’ha dimenticato. La piccola tavola di Cignaroli appare furtivamente anche in una videointervista nel camerino dell’Opera di Dallas (6 novembre 1958) in cui la Callas, assediata dai cronisti, commenta con tono infuocato la rottura del suo contratto con il Met di New York, evento che suscità grandi polemiche in quello che sembra essere l’annus horribilis della cantante.

Per l’Arena di Verona questa è la “Settimana delle stelle”. Sabato 31 luglio va in scena la recita straordinaria di Cavalleria rusticana e Pagliacci con il debutto di Roberto Alagna, mentre domenica 1 agosto Anna Netrebko sarà la protagonista di Turandot e avrà al fianco il marito Yusif Eyvazov, Ruth Iniesta e Riccardo Fassi diretti da Jader Bignamini. Invece lunedì 2 agosto e martedì 3 agosto è in programma il doppio appuntamento con la danza di Roberto Bolle and Friends, già quasi completamente sold-out.



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