mercoledì 6 gennaio 2021
Stasera su Rai 1 in onda il film che ripercorre l’impegno della suora a New York a fine ’800. L’attrice Odasso: «Una donna moderna e attuale» Una scena del film “Mother Cabrini”, stasera su Rai 1
Una scena del film “Mother Cabrini”, stasera su Rai 1

Una scena del film “Mother Cabrini”, stasera su Rai 1 - .

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«Emigrare è una possibilità che Dio dà agli uomini» recita il sottotitolo del Mother Cabrini il film che Rai 1 propone stasera alle 23.50. Lo sanno bene (anche se spesso purtroppo lo dimenticano) gli italiani che, alle fine dell’Ottocento, a centinaia di migliaia lasciarono il nostro Paese in cerca di una vita migliore. Aiutarli è stata la ragione della vita di santa Francesca Cabrini ed è proprio la sua missione che il film racconta. Una missione che l’ha portata a fondare oltre 67 istituzioni in tutto il mondo a partire dalle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, la prima Congregazione femminile non dipendente da rami maschili, nata a Codogno (la cittadina lombarda in cui è conservata la reliquia del suo cuore). Francesca Cabrini la fonda nel 1880 quando è già forte in lei la vocazione missionaria.

Vuole andare in Oriente ma il Signore ha altri progetti per lei. E glieli comunica per mezzo del vescovo di Piacenza, monsignor Scalabrini che, resosi conto delle dimensioni preoccupanti del fenomeno dell’emigrazione italiana, ha posto quest’ultima al centro del suo impegno pastorale e ha fondato la Congregazione di San Carlo per sostenere i missionari in America. Monsignor Scalabrini chiede a Francesca Cabrini di partire per NewYork e dedicarsi a questa nuova missione.

È qui che inizia Mother Cabrini: il film, infatti, ripercorre gli anni che vanno dal 1888 al 1892, il periodo forse più difficile della sua vita, quello che va dall’inizio della missione con gli immigrati italiani negli Stati Uniti fino alla fondazione del Columbus Hospital di New York. Quando riceve la proposta di monsignor Scalabrini, Francesca è combattuta: accettare significa rinunciare al sogno di andare missionaria in Oriente dove voleva recarsi fin da piccola, seguendo le orme di san Francesco Saverio di cui ha preso anche il nome. Alla fine, però, accetta la proposta, confermata anche da papa Leone XIII. Francesca Cabrini arriva con le sue suore a New York il 31 marzo 1889 e si rende subito conto delle difficoltà: non ci sono una casa né una scuola né un orfanotrofio e la contessa di Cesnola, la moglie del direttore del Metropolitan Museum che dovrebbe sostenerla, cerca di manipolarla per i suoi interessi personali. Per non parlare dell’arcivescovo di New York, monsignor Corrigan, che vorrebbe rimandarla indietro.

A farle più male, tuttavia, è la dura accoglienza che le riservano gli immigrati italiani di Little Italy che, anche a causa delle condizioni in cui vivono e malvisti e maltrattati dagli americani, sono diventati la feccia della società. Costretti a svolgere lavori rifiutati dagli ex schiavi, molti muoiono lasciando migliaia di orfani. Francesca, però, non si lascia scoraggiare e, con le sue suore, inizia a togliere i bambini dalla strada. La fede incrollabile, l’intelligenza e la tenacia le consentono di affrontare e superare anche le prove più dure e la permettono di costruire asili, scuole, orfanotrofi e ospedali.

Non a caso, Madre Teresa di Calcutta ha dichiarato di essersi ispirata a lei per la sua missione tra i più poveri. Mother Cabrini è prodotto da Cristiana Video in collaborazione con Ewtn e ha il patrocinio del Pontificio Consiglio della Nuova Evangelizzazione e di Migrantes; la regia è di Daniela Gurrieri. Nei panni della santa, che dal 1950 è la patrona dei migranti, c’è Cristina Odasso che, di Francesca Cabrini, dice: «È stata una donna incredibilmente moderna per il suo tempo, molte cose che fece sono di un’attualità spaventosa. Se oggi fosse qui si rimboccherebbe le maniche e si chinerebbe su questa umanità stanca, alla deriva per certi versi, sempre più paurosa del diverso, del nemico».

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