lunedì 2 dicembre 2013
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Per la Juve vincere questo campionato sembra un gioco da bambini. Se poi allo Juventus Stadium mettete 12mila piccoli fans (qualcuno maleducato anche, ma mai violento come un adulto) al posto dei discriminanti ultrà puniti dal giudici sportivo con la chiusura, a loro, delle due Curve, i bianconeri lottano e si gasano ancora di più e stendono l’Udinese all’ultimo giro di lancette. Al 91’ ci pensa infatti testina d’oro Llorente a far sorridere Conte e portare la Juve da sola al comando. La Vecchia Signora comanda ancora, pardon per la rima, ma la realtà è questa: tre punti sopra a quella Roma di monsieur Garcia che aveva fatto gridare al “miracolo” dopo la striscia record delle 10 vittorie di fila. I giallorossi adesso hanno iniziato un’altra serie, quella delle “X”. Quattro pareggi ottenuti con le basse forze del torneo: Torino, Sassuolo, Cagliari e Atalanta. Quattro match che per chi aspira al paradiso dovevano dare almeno una decina di punti e invece la Roma si scopre quella fragile e immatura della passata stagione, anche se il secondo posto al momento maschera ampiamente i difetti di fondo. Per capire la vera Roma si attende il rientro imminenti di capitan Totti e poi con l’anno nuovo la sfera di cuoio emetterà le sue sentenze. In attesa del Napoli (questa sera posticipo con la Lazio, l’altro è Fiorentina-Verona) l’Inter non approfitta dell’abbordabile Samp che annaspa nelle sabbie mobili della zona retrocessione. Davanti al suo nuovo presidente, l’indonesiano Erick Thohir, la squadra di Mazzarri gioca bene per un tempo, poi si addormenta e all’89’ lascia l’insperato punto del pareggio (gol di Renan) nelle mani dell’ex Sinisa Mohajlovic tornato alla Samp per la difficile missione salvataggio. La prima è andata bene, ma la lotta continua e sarà aspra contro concorrenti come il Sassuolo che per poco non sbanca il Sant’Elia, tana di un Cagliari che un passo alla volta cerca di strappare il pass per la A anche per la prossima stagione. Chi al momento pare andare a picco è il Catania di De Canio che non ha certo dato una sterzata dopo l’esonero di Maran. Il Catania era passato pure in vantaggio contro il Milan, ma poi ha dovuto subire la reazione veemente dei rossoneri trascinati da un Kakà tornato quasi alla dimensione Pallone d’Oro. Un successo importante quello del Milan che chiude una settimana da soap opera iniziata con le dimissione di Adriano Galliani, poi revocate, e chiusa con l’intervento pacificatore di Silvio Berlusconi. Il patron ha sancito la tregua tra l’ad storico Adriano e la figlia Barbara Berlusconi, promossa sul campo secondo amministratore delegato del Milan. Per ora il raddoppio dei capi ha portato tre gol e tre punti tonificanti alla formazione di Allegri, il quale mangerà sicuramente il panettone, specie dopo aver quasi conquistato la qualificazione in Champions. Le piccole rivoluzioni a volte pagano, è il caso del Genoa di Gasperini che impatta con il Toro, ma intanto il Grifone non perde più. E ancora meglio il cambio panchina ha funzionato al Chievo Verona. Via Sannino, tornato Corini e sono subito arrivate 2 vittorie di fila: derby con l’Hellas e poi lo scontro diretto con il Livorno che potrebbe costare la panchina a Nicola, al suo posto Spinelli avrebbe già contattato Di Carlo. Siamo alle solite, il calcio non ha memoria: Nicola ha appena riportato in A il Livorno, ma appena le cose non vanno chi paga è sempre e solo lui, l’allenatore. La corsa della memoria, quella per Marco Simoncelli, è stata fatale invece a Doriano Romboni. Domenica a Latina per l’ex pilota del Motomondiale, morto durante il memorial “SicDay”, si sono ritrovati in 4mila. Era il popolo del motociclismo che in lacrime assieme a Paolo Simoncelli, papà di Marco, hanno promesso che non abbandoneranno la famiglia di Romboni che lascia tre figli su questa terra dalla quale è volato via troppo presto.
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