
Ettore Sottsass, “Pescheria di Catania” - Courtesy Studio Ettore Sottsass/Fondazione OELLE Mediterraneo Antico ETS
«Sapore di Grecia occidentale tra odori di miele di zagara e ricotta e canditi, scacciate con senape e acciuga, Catania dove il mare non luccica ma per la maggior parte del tempo lambisce gentile le sabbie della Playa, dove la “Montagna” protegge con la sua alta e vasta vetta da ogni possibile asperità del clima, sempre benedetta anche quando piove lava e lapilli e polvere nera dentro le strade, terrazzi e gronde sovente otturate. Sei protetta da Sant’Agata, da un elefante e dalle tue arance, la più dolce e amara delle città di Sicilia bella, dove non c’è sguardo che non riceva risposta». Barbara Radice, scrittrice, compagna di viaggio e di vita di Ettore Sottsass, torna a Catania senza il maestro per celebrarla con una mostra di 111 fotografie inedite del designer e architetto scomparso nel 2007. Catania mia! è il titolo dell’esposizione che fino al 21 maggio sarà ospitata al Museo Civico di Castello Ursino, come un grido, una voglia di appartenenza a una città frequentata e amata da Sottsass. La Milano del Sud vista da un “milanese” (era nato a Innsbruck) del Nord. Un designer con la macchina fotografica che, scattando “foto dal finestrino” (per citare uno dei suoi lavori più noti, fotograficamente parlando), ha fatto tappa più volte a Catania, e se ne è fatto affascinare. Scoperta pezzo alla volta accompagnato «da amici fidati ed entusiasti di mostrare questa città allegra e contraddittoria, raggiante di futuro. Girovagare e rovistare tra le forme barocche, farsi avvolgere dalle esplosioni di stridente umanità e la maestosità dell’Etna, madre e morte di un popolo», come nota Carmelo Nicosia, fotografo e direttore della Fondazione Oelle che promuove la mostra curata da Barbara Radice con Iskra Grisogono e la direzione artistica di Christoph Radl. Ettore Sottsass, geniale protagonista del design italiano e fondatore del Gruppo Memphis, ha lasciato una serie di visioni inedite e sorprendenti di Catania. Per Sottsass la città etnea è una specie «di Malìa – riprende Nicosia -, avvolta da un’atmosfera alchemica fatta di segni e di luce, di forme e di vecchie consuetudini visive, di sovente pregne di retorica, fatte per essere capovolte e ironizzate». E così è: «tra una gita e l’altra – riprende la moglie in un testo pubblicato nel catalogo che accompagna la mostra – tra un arancino di Savia e un antipasto di masculini marinati, tra un museo e una cena, verso la fine degli anni Novanta, ha deciso che valeva la pena forse di fare una mostra su quella città amica non così conosciuta neanche oggi ai turisti proprio italiani».

Ettore Sottsass, Chiesa SS. Trinità - Courtesy Studio Ettore Sottsass/Fondazione OELLE Mediterraneo Antico ETS
Dopo aver «sfiorato la nostra città nel 1998 con Frammenti, una mostra visionaria di progetti e oggetti che occupavano la splendida biblioteca Ursino Recupero, oggi Catania Mia! a Castello Ursino è un altro tassello – evidenzia la presidente della Fondazione Oelle e vulcanica animatrice culturale e imprenditoriale della città, Ornella Laneri - che ci permette di condividere memorie che Sottsass portava con sé ogni volta che lasciava amici e terre che amava profondamente. Istanti per sempre, fotografie di famiglia, immagini volutamente disordinate che rimandano alla luce contenuta nei suoi viaggi, e al ritmo naturale del quale i nostri luoghi sono intrisi». Un percorso che permette di «avere un diverso punto di vista, un’angolazione altra della città in uno sguardo innamorato ma allo stesso tempo lucido. Uno sguardo apparentemente casuale, che invece affonda rispettosamente nell’intimo, andando ben oltre la nostra “superficie lavica”».

Ettore Sottsass, "Porta Garibaldi, Piazza Battaglia di Palestro" - Courtesy Studio Ettore Sottsass/Fondazione OELLE Mediterraneo Antico ETS
Ma com’è nato questo amore fra Catania e Sottsass? « Ettore e io siamo arrivati a te – ricorda Radice – non via il tuo pur benedetto aeroporto, ma dal mare Tirreno di Filicudi, isola delle Eolie, tramite la gentile ospitalità della tua gente che ha con noi condiviso anni di incontri estivi nella magica isola. Ettore ha cominciato a fotografare Catania quasi per caso. Perché? - si chiedono tutti -. Perché Ettore fotografa sempre tutto e in questo caso particolare perché immediatamente affascinato dal polveroso barocco di lava della città bianca e nera e dalla sua storia violenta di distruzione e rinascita». Così Catania è diventata « nostra»: «Una mia cara amica parlando della Sicilia la nomina sempre come “la mia terra” appropriandosene con esclusività e noncuranza in modo quasi aggressivo che io ho sempre risentito ritenendomi forse in modo sottinteso esclusa. “Ma guarda!”, un giorno le ho detto, “Lo sai che la Sicilia appartiene anche a me?”». Ecco Catania mia!. Un viaggio in 111 le fotografie in bianco e nero: «il Barocco, il mercato del pesce, le strade assolate, le scene di vita quotidiana, i personaggi della eterna drammaturgia pirandelliana che affollano e urlano la vita, documentati con un ritmo mai retorico», conclude Nicosia. Catania e non solo. Scorrono immagini di Filicudi e del Sud Est della Sicilia, come la riserva di Vendicari o Sortino, con le geometrie del sagrato della Chiesa madre, un piazzale di “design” settecentesco che rapisce l’occhio del maestro. E che campeggia quasi come una provocazione fra le altre immagini, sotto l’insegna di Catania mia!. Catania, cuore della Sicilia inedita di Sottsass.