martedì 9 marzo 2021
Porto indigesto, bianconeri eliminati agli ottavi. Scialbo primo tempo e svantaggio, poi Chiesa ribalta la sconfitta dell'andata ma nei supplementari un errore della barriera diventa fatale
La delusione di Cristiano Ronaldo a fine gara dopo l'eliminazione della Juve e la sua scarsa prestazione

La delusione di Cristiano Ronaldo a fine gara dopo l'eliminazione della Juve e la sua scarsa prestazione - Ansa

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Ancora amarezza da Champions. La coppa dalle grandi orecchie stavolta nemmeno si allontana, perché la Juventus non ci si è neppure avvicinata. Paga caro il brutto primo tempo, oltre naturalmente a una fallimentare partita di andata a Oporto. E pensare che alla squadra di Pirlo sembrava essere capitato l'avversario più abbordabile, ma per la Juve stanca, intermittente e con poche idee di questa stagione anche i portoghesi sono bastati per mettere a nudo una condizione non ottimale. È così finita 3-2 dopo 120 minuti di gioco e di emozioni forti, quando sembrava ormai che fosse almeno imboccata la strada dei calci di rigore, traguardo insperato dopo un primo tempo caotico e privo di autentica verve.

Gli ottavi di Champions si confermano dunque un tabù per la Juve ed è il Porto a far festa allo Stadium. Pirlo fallisce l'appuntamento con l'Europa e la sua squadra che, pure ha giocato per quasi un'ora in 11 contro 10, abbandona la coppa proprio come lo scorso agosto contro il Lione. Soltanto Chiesa è sembrato davvero con il fuoco sacro addosso mentre Cristiano Ronaldo è stato la grande delusione, mai entrato veramente in partita contro gran parte di suoi connazionali.


Avvio di gara combattuto sia da una parte che dall'altra, con i bianconeri che sfiorano subito il vantaggio con un colpo di testa di Morata, salvato provvidenzialmente da Marchesin, sul fronte opposto invece Taremi viene prima murato da Bonucci, poi sulla stessa respinta scheggia l'incrocio dei pali con una zuccata. Al 18' arriva l'episodio che sblocca il match: Demiral interviene con troppa irruenza su Taremi in area di rigore, l'arbitro fischia il rigore e Oliveira spiazza Szczesny per il vantaggio portoghese. La Juve prova a reagire e al 27' avrebbe una grande chance per ristabilire l'equilibrio, ma Morata spara addosso a Marchesin dopo un bel cross di Cuadrado.

La speranza della squadra di Pirlo risponde al nome di Federico Chiesa, che dopo il gol dell'andata realizza anche il bellissimo 1-1 che rimette in corsa la Juventus ad inizio ripresa. Poi ci pensa Taremi con una follia (doppio giallo in due minuti) a cambiare le sorti del match lasciando il Porto in inferiorità numerica. I bianconeri ci credono e al 64' trovano il 2-1 ancora con Chiesa, bravissimo ad inserirsi e colpire di testa sul cross di Cuadrado. Poi nel finale il forcing porta ad un gol annullato di Morata e una traversa clamorosa colpita da Cuadrado, ma non basta per evitare i supplementari.

Nell'extra-time succede di tutto, in particolare nel secondo: al 115' Oliveira segna su punizione il 2-2 che sembra tagliare definitivamente le gambe alla Juventus, ma appena un minuto dopo Rabiot riapre il discorso segnando il 3-2 bianconero, ma il 3-2 non è sufficiente a strappare il pass per i quarti visto il gol in trasferta in più segnato dal Porto di Conceico. È un'altra avventura in Champions che si ferma troppo presto. Ora l'Italia le speranze sono tutte riposte in un eventuale “miracolo” dell'Atalanta in casa del Real Madrid, considerando pressoché impossibile che la Lazio possa ribaltare a Monaco il 4-1 subito in casa dal Bayern.

«Quando giochi undici contro dieci è dura uscire così» ha commentato a fine gara il difensore della Juventus Matthijs de Ligt. «Loro hanno fatto bene all'inizio, hanno segnato l'1-0 e dopo il gol abbiamo iniziato a giocare. Il secondo tempo è stato giocato bene, ma alla fine non è bastato. Noi vogliamo giocare la Champions, uscire a marzo è troppo presto per noi». «Abbiamo commesso 4 errori in due partite e sono tanti - commenta deluso il mister, Andrea Pirlo -. Quando commetti 4 errori in un ottavo di finale di Champions League è poi normale che possa succedere di andar fuori».



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