domenica 27 marzo 2016
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È l’astro nascente del calcio siriano, arrivato in Germania a metà dell’anno scorso dopo un lungo ed estenuante viaggio partito dalla Siria, con tappa in Turchia e in Italia, raggiunta al termine di una traversata del Mediterraneo a bordo di una carretta appena galleggiabile. Mohammed Jaddou, 19 anni a giugno, è considerato tra i migliori giovani talenti in circolazione, già capitano della squadra nazionale siriana under 17. Milita nella Oberliga tedesca, raggruppamento del Baden-Wurttemberg, nelle file del Fv Ravensburg, compagine che staziona a metà classifica. Il giovane Mohammed, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, ha deciso di lasciare la Siria insieme a suo padre, convinto a portare il figlio lontano da bombe, morte e distruzioni e dopo aver racimolato i soldi necessari vendendo la sua casa. Era stato bombardato persino il campo di allenamento di Jaddou, minacciato di morte dai ribelli che avevano attaccato anche l’autobus che conduceva Mohammed verso casa. Il suo più grande amico, Tarek, compagno di tante partite, non ce l’ha fatta, cadendo sotto una raffica di mitra in una stradina della martoriata Homs. In Siria sono rimasti la madre e i fratelli di Mohammed. «Durante il viaggio in mare ho pianto per due giorni», ha raccontato Mohammed Jaddou. Erano in 130 a bordo della piccola imbarcazione diretta verso le coste italiane. Un viaggio da incubo con gli sfortunati passeggeri costretti a buttare l’acqua fuori dall’imbarcazione per non affondare. Cinque giorni dopo l’avvistamento di una motovedetta italiana che ha scortato l’imbarcazione in Sicilia. La risalita dello Stivale è proseguita fino a Milano, riuscendo ad evitare i controlli delle forze dell’ordine. Dopo una notte alla stazione centrale, un trafficante li ha condotti in macchina ad Oberstaufen, un piccolo comune tedesco non molto distante da Monaco. È stato un ex calciatore croato a trovargli la possibilità di un ingaggio con il Ravensburg. Pochi minuti per convincere gli osservatori del club tedesco, impressionati dalle qualità tecniche di Jaddou, centrocampista con spiccate attitudini offensive. Le porte del calcio teutonico, sia pur quello poco appariscente della quinta divisione, si sono spalancate. Tra i compagni di squadra di Jaddou ci sono, tra gi altri, il sedicenne Luca Anesi, doppia nazionalità italiana e tedesca, Dennis da Silva, portiere portoghese di 25 anni, e l’attaccante tedesco Lukas Schuster, classe ’92, cresciuto nelle giovanili del Monaco 1860. La speranza di Mohammed Jaddou è di arrivare in Bundesliga, magari con la maglia del Bayer Leverkusen con cui il giovane siriano ha già sostenuto un provino. Nonostante la situazione che si registra in Siria, la nazionale maggiore è in corsa per la qualificazione al Mondiale 2018. Sono soltanto tre i nazionali che militano nel campionato siriano, gli altri sono sparsi tra Oman, Qatar, Iraq, Libano, Arabia Saudita, Turchia e Bosnia. Una squadra che si sfalda continuamente, tra giocatori che fuggono all’estero ed altri che perdono la vita, come Youssef Suleiman, vittima di un colpo di mortaio. Alcuni stadi sono diventati basi militari o centri di detenzione. Hanno detto no alla nazionale anche il mediano assiro-svedese Louay Chanko e l’attaccante Firas al-Khatib, ritiratosi nel 2012 per non rappresentare il regime di Assad. Il fronte degli oppositori vede, infine, il giocatore più esperto della squadra, il portiere Mosab Balhous, arrestato nel 2011 con l’accusa di aver fornito rifugio e sostegno a dei ribelli armati. © RIPRODUZIONE RISERVATA 19enne, astro nascente del calcio siriano oggi gioca in Germania Fuggito dalle bombe è approdato con una carretta sulle coste italiane TALENTO. Mohammed Jaddou
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