giovedì 11 agosto 2011
Nell'amichevole di Bari gli azzurri giocano bene e piegano 2-1 i campioni del mondo: a segno Montolivo e Aquilani. Convincente la prestazione di Cassano.
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Il sogno di una notte di mezza estate di battere i campioni del mondo sfruttando la loro arma, il palleggio, si è sorprendentemente realizzato. Cesare Prandelli, ct azzurro protagonista della visionaria scelta tattica, può essere molto soddisfatto: al di là di un risultato ottenuto nell'ingannevole logica estiva del pallone, la sua Italia cresce sul piano della mentalità e del gioco. Già questo, in tempi di crisi non solo economica, è una buona notizia per il tecnico di Orzinuovi.                 Perchè se è vero che agli spagnoli di Del Bosque mancavano, nell'amichevole di Bari, giocatori del calibro di Xavi, Fabregas Sergio Ramos e Puyol, è altrettanto certo che il 2-1 finale è risultato probabilmente persino 'strettò per gli azzurri, raggiunti dopo il primo vantaggio di Montolivo solo con un rigore discutibile realizzato da Xabi Alonso e capaci di creare molte occasioni (tra cui un palo colpito), prima della botta di Aquilani resa vincente dalla deviazione di Arbeloa. L'Italia del calcio, che torna così a battere gli spagnoli dopo 17 anni, e con lo stesso risultato, ha nell'occasione vari altri motivi di soddisfazione: la (finalmente) buona prova di Cassano, la consapevolezza di Pepito Rossi o la crescita di Criscito. Ma in buona sostanza tutto rimanda alla linea dettata da Prandelli: quella di giocarsela alla pari e senza furberie. Un concetto che si può rivelare vincente a 360 gradi, per l'Italia di oggi.La passione dei baresi aveva sollecitato la generosità degli azzurri (e in particolare di Buffon) nell'immediato prepartita, e così in avvio davanti ai 50 mila del San Nicola era Antonio Cassano a indossare la fascia di capitano. Alla sua prima presenza in azzurro nella città natale, il ragazzo di Bari vecchia era chiamato a fare coppia in attacco con Rossi, mentre dall'altra parte Del Bosque escludeva David Villa per fare posto a Torres.L'avvio del capitano di giornata azzurro era promettente, tra palle recuperate e guizzi: soprattutto la tanto celebrata fase di palleggio sembrava premiare gli azzurri, protagonisti di lunghe fasi di possesso palla che diventavano fruttuose per la propensione di Criscito ad allungare sulla sinistra. Così già al 5' l'esterno dello Zenit di San Pietroburgo colpiva il palo con un sinistro spettacolare da 20 metri a conclusione di una grande azione Montolivo-Cassano-Rossi. E poco dopo, con un appoggio in profondità a scavalcare il malcapitato Iraola, serviva una palla d'oro a Montolivo che davanti a Casillas in uscita con un 'cucchiaiò metteva in rete. Passavano altri 5 minuti e una rovesciata di Pique smarcava in area Cassano, che finiva a terra su contrasto con Pique e reclamava il rigore senza successo. E la Spagna? Il primo tiro in porta arrivava al 18' (tiro da fuori di Pedro, parata facile di Buffon), proprio all'inizio di una fase di decollo del gioco assai macchinosa. L'unico all' altezza della sua fama sembrava Iniesta, capace di far girare la palla con maestria e pure provare l'azione personale. Ma era ancora l'Italia a sfiorare il raddoppio al 31', con il solito schema-taglio di Criscito sulla sinistra la palla arrivava a Rossi, solo ma neutralizzato da Casillas in tuffo. Quando nessuno se l'aspettava arrivava invece il pari dei campioni del mondo: su cross dalla sinistra di Cazorla, innescato da Iniesta, Llorente (subentrato a Torres) veniva 'frenatò nella fase di elevazione da Chiellini. Per l'arbitro Brych era rigore, che veniva realizzato da Xabi Alonso. Un tiro ravvicinato (parata di piede di Casillas) e un colpo di testa (alto di poco), entrambi di Cassano, chiudevano un primo tempo nel quale l'Italia avrebbe certo meritato di più.Nella ripresa gli azzurri rientravano in campo con Marchisio al posto di Thiago Motta, mentre nella Spagna esordiva Thiago Alcantara, il figlio di Mazinho nato in Puglia quando il giocatore brasiliano era tesserato con il Lecce. Usciva anche Iniesta, sostituito da David Villa: così che gli iberici passavano a uno sfrontato modulo 3-4-3. Cassano provava ancora il colpo vincente al 13' (destro parato), un attimo prima che Prandelli sostituisse lui con Balotelli e Rossi con Pazzini. Il balletto delle sostituzioni, destinato a durare, metteva un pò fuori riga gli azzurri, che combinavano al 17' un pasticcio difensivo non sfruttato da Llorente, stolto nel calciare fiacco a tu per tu con Buffon. Al 21' fuori anche De Rossi (dentro Aquilani), e al 23' un tiro da lontano di Xabi Alonso impegnava Buffon in una parata in due tempi. Balotelli preparava bene il tiro al 23' ma poi calciava male. Pirlo impegnava Valdes su punizione al 35', e alla fine gli sforzi azzurri venivano premiati quando una botta di Aquilani trovava il piede di Martinez a spiazzare Valdes. Villa e Silva fallivano il pari, ma anche Balotelli al 90' si mangiava un gol: dunque finiva giustamente  con un successo azzurro, mentre per le strade di Bari vecchia andava in scena una sorprendente 'fiestà italiana.
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