mercoledì 6 febbraio 2013
L’amichevole contro l’Olanda apre un  nuovo ciclo fondato sulla giovane coppia Balotelli-El Shaarawy. Prandelli: «Nessuno  come loro: non è una promessa elettorale ma un investimento vero sul futuro».
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​Sono giovani, hanno nomi esotici, ma sono italianissimi. In sintesi, «una coppia mai vista». Cesare Prandelli punta tutto su Mario Baruwah Balotelli e Stephan El Shaarawy per costruire una Nazionale diversa e più moderna, a cominciare dall’amichevole di questa sera contro l’Olanda. «È l’ora di rischiare, per non farci trovare impreparati quando arriveranno i momenti che contano», spiega il commissario tecnico azzurro. Quella sul nuovo duo milanista, chiarisce Prandelli, «non è una promessa elettorale», ma un vero e proprio investimento sul futuro. Così importante da aver spinto il ct a cambiar strada rispetto all’Europeo. «Lì abbiamo valorizzato il centrocampo a quattro – sottolinea –. Ora valorizzeremo due attaccanti moderni, atipici, giovani, diversi da qualsiasi tradizione: se devo guardare indietro, una coppia così non ha paragoni. Perché il calcio cambia, e lo fa rapidamente...». I vicecampioni d’Europa contro i vicecampioni del mondo, all’Amsterdam Arena: è il palcoscenico perfetto per un confronto importante. Come fu per l’Italia di Lippi nel novembre 2005, l’ultima vittoria in trasferta contro i maestri Orange. Prandelli sceglie un modulo assai poco di moda nel calcio italiano, lo zemaniano 4-3-3. Il vento giovane di Balotelli ed El Shaarawy sta, infatti, imponendo una piccola rivoluzione. A quella sociale il ct ha già provveduto da tempo, fino ad esser invitato da Napolitano al Quirinale: lui nei nuovi italiani crede davvero, come dimostra la battuta rivolta all’italo-argentino Icardi («la maglia azzurra non è un’opportunità professionale, ma una scelta del cuore»). C’è poi anche la rivoluzione tattica. L’arrivo di Balotelli l’ha rafforzata al Milan di Allegri, pronto a puntare definitivamente sul 4-3-3; all’inverso, in azzurro è stata l’esplosione del savonese dal nome egiziano ad aprire nuove strade. «El Shaarawy è una seconda punta assolutamente atipica: generosa, disponibile alla copertura e ai rientri, ma al tempo stesso abilissima a farsi trovare pronto per il gol – gongola il ct –. Un attaccante moderno: per un allenatore, un vero tesoro». Vinciamo a cresta alta, era la scritta che una tifosa ha regalato ad El Shaarawy prima della partenza per Amsterdam. Claim perfetto per questa Italia, se non altro perché l’italo-egiziano è la vera chiave di volta, ancor prima di Balotelli. «Anche Mario è un attaccante moderno: lui può e deve trasformarsi in punta centrale. Non il vecchio numero 9 come lo conoscevamo, ma qualcosa di assolutamente nuovo», spiega il ct.Calcio moderno, dunque, contro quelli che furono i maestri del calcio totale. Van Gaal ha lasciato a casa due grandi nomi - Sneijder, Van der Vart - ma propone sempre un calcio a tutto campo, fatto di corsa e attacco. Dunque il test giusto per aprire il 2013, l’anno della Confederations Cup. «Ora conta la prestazione, prima del risultato, che ovviamente è sempre il benvenuto – precisa Prandelli, scongiurando l’ipotesi di un altro altro ko dopo i cinque consecutivi in partite non ufficiali –. Ma ho rivisto più volte la partita con la Francia a novembre: la prestazione era stata ottima, contro una squadra che farà parlare di sé. La strada ora è questa: non possiamo farci trovare impreparati a giugno in Confederations», conclude pensando a quella che sarà la prova generale del Mondiale. A completare gli esperimenti, nel freddo di un’Amsterdam innevata, ci sono d’altra parte le assenze. Senza Marchisio, il centrocampo è comunque collaudato con De Rossi, Pirlo e Montolivo. Il terzo della linea offensiva dovrebbe essere Candreva, a meno di ricadute influenzali. In difesa, a parte Astori per l’infortunato Chiellini, i veri test sono per i terzini, la nota dolente della Nazionale. Ci provano Abate e Santon, un giovane di ritorno, dopo la falsa partenza di due anni fa. «Ma sulle nostre idee – chiude il ct – avevamo cominciato a investire a novembre, quando non si parlava ancora di elezioni: non è solo una promessa...». Quella Prandelli se la riserva per la sua proposta dell’ultima ora, un disco di beneficenza in nome di San Remo. Oggi però, sul palcoscenico olandese, ci sono altri voti e altri verdetti.
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