mercoledì 29 gennaio 2014
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Cagliari non è come le altre piazze, prendi Roma e Milano, dove le contestazioni si sprecano. Claudio Lotito, che sta per festeggiare dieci anni di presidenza, pur con due coppe Italia e una Supercoppa conquistate resta il meno amato dei presidenti laziali benché abbia evitato il fallimento; e sull’altra sponda del Tevere, nonostante l’exploit-Garcia, c’è sempre una frangia della tifoseria che aspetta al varco la dirigenza yankee, basta scartabellare i social network per rendersene conto.Poi c’è Milano, con le contestazioni nei confronti di Thohir e i mugugni milanisti dall’altra parte che riempiono i palinsesti tv, nello stesso momento in cui a Napoli, con la squadra un anno fa seconda e adesso terza, si leggono sugli spalti, come è accaduto domenica, striscioni anti-De Laurentiis.Contestano facile a Bologna e a Palermo, e in certe occasioni bastano piccoli screzi per far scoppiare una rivoluzione. Tutt’altra storia nella parte bassa della Sardegna, dove comunque i problemi non mancano e le note dolenti si accavallano. Come la telenovela-stadio, mille incomprensioni fra la dirigenza e le istituzioni e una disputa che ha portato in carcere prima e agli arresti domiciliari poi il presidente Massimo Cellino. Ora il presidente più longevo nella storia del club sardo, 22 anni alla guida, prepara il colpo di teatro per il 14 febbraio (a un anno dal suo arresto): l’annuncio cioè dell’acquisto del Leeds, club inglese di Championship adocchiato dopo aver fallito, nei mesi scorsi, la scalata al West Ham. Secondo alcune fonti, Cellino sarebbe al punto di chiudere l’accordo con la Gulf Finance House Capital, banca d’affari del Bahrain che detiene e ha messo in vendita il 75 per cento del pacchetto azionario del club inglese. Un’operazione che Cellino vorrebbe concludere sulla base di un investimento che supera di poco i 50 milioni di euro, dei quali solo una parte con un esborso cash e il resto con fondi azionari. Dall’Inghilterra però non solo si sostiene che a Cellino verrebbero preferiti altri acquirenti ma che il presidente del Cagliari non avrebbe alcuna possibilità di diventare il proprietario del Leeds visto che in Gran Bretagna, dal 2004, vige una legge per cui chi ha subito condanne penali (ed è il caso di Cellino) non può acquistare una società di calcio.Dubbi su dubbi, mentre a Cagliari i tifosi sono perplessi e molto più preoccupati per le vicende che riguardano il club sardo dopo che Cellino ha venduto il giocatore più rappresentativo, Radja Nainggolan, e per giunta proprio all’“odiata” Roma, la società che lo scorso anno chiese e ottenne il successo a tavolino, 3-0, quando la vicenda Is Arenas era agli albori. Ma al Cagliari mancano soprattutto i risultati: 21 punti sembrano davvero pochi stavolta per la corsa salvezza, e le certezze traballano. Il tutto senza calcolare le interminabili voci di mercato: Ibarbo e Astori saranno venduti al primo vero offerente come è accaduto per Ariaudo, uno che forse avrebbe fatto ancora comodo e che invece è andato a rafforzare il Sassuolo, proprio una concorrente diretta per evitare la Serie B? Succede di tutto, in negativo, mentre si rincorrono le voci della possibile cessione del sodalizio agli sceicchi della Qatar Sport Investments, ipotesi che lascia quasi impassibile la tifoseria. Anzi, c’è chi spera che Massimo Cellino non venda per evitare la colonizzazione dell’isola. Eppure la cordata che offrirebbe 70 milioni di euro per prelevare il Cagliari calcio pare ricca sfondata, basta dare un’occhiata al Paris Saint Germain, dominatore in Francia e rispettato in Champions. Si sa che chi è intenzionato a comperare il Cagliari ha legami di parentela con il gotha dirigenziale che ha portato sotto la Tour Eiffel Ibrahimovic e Lavezzi, Verratti e Cavani. E che starebbe per sfogliare la margherita decidendo se prendere Messi o Pogba.Lui, il cinquantottenne presidente che ama Miami e il rock smentisce la notizia proprio mentre domenica Balotelli e Pazzini affossavano in bruciante rimonta la squadra di Lopez nel finale di Cagliari-Milan. Ma la sua pare l’opinione di chi vuole trasferirsi in Inghilterra solo dopo aver lasciato la Sardegna coi fuochi d’artificio per farsi poi rimpiangere. Ciononostante sono molti a credere che la cordata del Qatar, intenzionata a realizzare grossi investimenti nell’isola felice, sia a un passo dall’acquisto del club che fu di Riva e che comunque riuscirebbe a mantenere un ruolo nel nuovo consiglio di amministrazione anche al presunto presidente uscente. L’idea di un passaggio del testimone da queste parti era già trapelata poche settimane fa, seppur con personaggi diversi. Si vociferava addirittura l’interesse della coppia Moratti-Tronchetti Provera, così da replicare le storie sarde di quasi cinquant’anni fa legate a papà Angelo (Moratti) e alla Saras, quando la famiglia interista aiutò economicamente la presidenza cagliaritana, gestita all’epoca da Andrea Arrica, affiancando interessi aziendali a canovacci del calcio. Dubbi, incertezze e perplessità si intersecano e resta a bocca aperta solo chi vede per la prima volta lo scempio del Sant’Elia grazie alla rapida sequenza proposta da "Striscia la notizia", pronta a mostrare gli spalti di uno stadio quasi fossero immagini d’una fabbrica abbandonata. Per ora il convento passa questo, prendere o lasciare, mentre c’è chi se ne infischia della possibile colonizzazione e spera che gli arabi arrivino con i loro petrodollari. Il prima possibile.
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