martedì 18 novembre 2014
"L’etica e la trasparenza nell’epoca dei big data", questo il grande tema di cui si è parlato oggi nella sede della Federazione degli editori dei giornali a Roma.
Avvenire digitale, da leggere e ascoltare
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Più vicini, tutti, e più lontani al tempo stesso. Più liberi di comunicare, con chi si vuole e al tempo stesso scrutati, tracciati in ogni nostro movimento. Aperti al mondo con un semplice movimento, talora compulsivo, dei polpastrelli e spesso incuranti del nostro vicino di casa o di autobus impegnato magari nella stessa operazione. "L’etica e la trasparenza nell’epoca dei big data" è il grande tema affrontato ieri con un dibattito fra guru ed esperti della comunicazione e della pubblicità presso la sede della Fieg, la federazione degli editori dei giornali, in via Piemonte, a Roma. L’incontro era abbinato al premio intitolato a un grande innovatore, Giovanni Giovannini, storico presidente degli editori che ha lasciato il segno come precursore del sistema digitale, prima che la grande rivoluzione della comunicazione entrasse prepotentemente nella vita di tutti. Il premio "Nostalgia di futuro", promosso dagli editori in collaborazione con gli amici della rivista "Media 2000" ha visto - nella sua sesta edizione - attribuito al nostro giornale il premio "innovazione nell’editoria" per il sistema di lettura automatica che "Avvenire" ha sperimentato per primo, per venire incontro alle esigenze di lettori portatori di handicap visivi o comunque penalizzati nella comprensione del testo nelle modalità tradizionali. Per il neo presidente Fieg Maurizio Costa questa è anche una delle prime occasioni per presentarsi, parlando del tema dei temi, il futuro della "carta" nella comunicazione: «Il cartaceo - spiega - è sotto pressione, ma in evoluzione, non estinzione». Sul tema in discussione, invece (l’avvento del digitale) nessuna, anacronistica, chiusura dalla Fieg, ma solo la richiesta del rispetto delle regole. Costa ce l’ha con gli «over the top», e in particolare con Google. Perché accanto ai problemi di «trasparenza sui criteri con cui vengono classificati i dati, la privacy degli utenti», c’è anche il tema fiscale. «Per noi - aggiunge il presidente Fieg - le imposte sui ricavi devono essere pagate in Italia, non all’estero. E il gettito - propone - si potrebbe destinare per lo sviluppo della rete». Big della pubblicità e della comunicazione come Marina Ceravolo (Rai pubblicità), Giovanna Maggioni (Upa), Luigi Colombo (Publitalia) e Roberto Ferrari, di Eni a confronto con un autentico guru del settore, Derrick de Kerckhove, consigliere scientifico dell’osservatorio Tuttimedia (Otm), un tempo guidato proprio da Giovannini e oggi presideuto da Franco Siddi, segretario dell’Fnsi, il sindacato dei giornalisti. De Kerckhove spiega i diversi modelli possibili per tentare di gestire questo fiume in piena: il modello americano della «trasperanza totale» e quello inverso basato sull’autorizzazione all’accesso dei dati. «Io però invertirei la tendenza - spiega il massmediologo - più che limitare l’uso degli strumenti, mi occuperei di dare alle persone, soprattutto ai giovani gli strumenti per maneggiare le nuove tecnologie». Non solo gli educatori, quindi, anche gli esperti di settore dicono che è soprattutto un problema di educazione. Di «pedagogia». De Kerckhove cita l’esperienza messa in campo all’epoca della diffusione della scrittura dai Gesuiti: serve una nuova "ratio studiorum" sul modello pensato da Sant’Ignazio di Loyola. Concorda Siddi, per i giornalisti: «Servono luoghi e momenti di sperimentazione dei nuovi modelli, che siano rispettosi delle persone». Preoccupato di «applicazioni sempre più invasive della sfera della libertà» è anche Antonello Soro, presidente dell’Autorità Garante della Privacy, che vede, su larga scala, anche un problema di «tenuta del tessuto democratico». Nuove tecnologie che però possono essere anche amiche, come evidenza il momento finale dedicato alle premiazioni. "Avvenire", (presenti il direttore Marco Tarquinio e il direttore generale Paolo Nusiner) viene premiato con una targa del Presidente della Repubblica «per aver reso disponibile, dal primo ottobre, ai lettori del sito e dell’edizione digitale, un sistema di lettura automatica tramite un sintetizzatore vocale». È il completamento di un percorso avviato già nel 2010, ha ricordato Tarquinio, con un incontro con un giovanissimo lettore, disabile motorio, Francesco Gallone (coadiuvato da una madre battagliera), e proseguito in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi. Anche per le nuove tecnologie, in fondo, è un problema di «buone pratiche».
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