mercoledì 13 luglio 2016
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Erano mesi che si discuteva in città della gestione, delle difficoltà e delle potenzialità del Salone del libro, ma nessuno si aspettava ciò che è accaduto martedì 12 luglio. In prima mattina, sono scattate quattro misure di custodia cautelare nei confronti di un funzionario della Fondazione del Libro, due dirigenti della società Gl Events e un esponente di Bologna Fiere in un’inchiesta per turbativa d’asta nella gestione della manifestazione.

Secondo le indiscrezioni trapelate in giornata, al centro dell’attenzione degli inquirenti c’è il bando per la concessione dell’organizzazione per il triennio 2016-2018. Un funzionario della Fondazione per il Salone, componente della commissione aggiudicatrice, avrebbe rivelato preziose informazioni – coperte da segreto – a un dirigente di Lingotto Fiere, permettendo così a Gl Events di calibrare la propria partecipazione alla procedura e di arrivare persino a contattare uno dei concorrenti per concordare la sua uscita di scena. In carcere sono finiti personaggi di spicco della cultura torinese: il direttore generale di Lingotto Fiere Regis Faure, il direttore marketing della società Roberto Fantino e il segretario della Fondazione per il Libro Valentino Macri. Ai domiciliari, invece, Antonio Bruzzone, dirigente di Bologna Eventi.

La Procura ha disposto diverse perquisizioni, eseguite da carabinieri e Guardia di finanza, una delle quali anche nell’ufficio dell’ex assessore alla cultura del Comune di Torino Maurizio Braccialarghe, cui è stato poi notificato un avviso di garanzia. La kermesse libraria torinese, la principale in Italia e una delle più importanti d’Europa, ha subito un duro colpo proprio nei giorni in cui si discute sull’opportunità di mantenerne la sede a Torino. Numerose e immediate sono state le reazioni politiche e istituzionali, preoccupate soprattutto per il futuro della manifestazione.

La prima è una dichiarazione congiunta della neo sindaca Chiara Appendino e del presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino che, attendendo «di conoscere i dettagli dell’inchiesta in corso, auspicando che la magistratura, nei confronti della quale ribadiamo la nostra piena fiducia, faccia chiarezza nel più breve tempo possibile», hanno voluto confermare: «La notizia non fa che rafforzare l’esigenza di un totale rinnovamento della governance del Salone, senza però mettere in discussione le ragioni culturali e storiche che hanno decretato il successo di pubblico ed economico delle trenta edizioni che si sono succedute. Il nostro principale obiettivo resta quello di garantire lo svolgimento della prossima edizione del Salone, attraverso il pieno supporto di tutti gli attori istituzionali, economici e imprenditoriali coinvolti». Al dibattito ha preso parte anche l’ex sindaco Piero Fassino, che condividendo la dichiarazione della sindaca ha ribadito di ritenere «importante che gli accertamenti della magistratura facciano chiarezza nei tempi più rapidi, anche per consentire la prosecuzione dell’azione di rilancio e di rinnovamento del Salone». Anche Forza Italia, attraverso il capogruppo in consiglio comunale Osvaldo Napoli, auspica un’inchiesta rapida perché «il Salone del Libro è uno degli eventi che meglio definisce l’identità di Torino. Non vorrei che qualcuno usasse quanto avvenuto a pretesto per mettere in discussione la bontà della manifestazione».

E intanto gli editori dell’Aie (l’associazione uscita l’anno scorso dal consiglio di amministrazione della Fondazione per il Libro) richiedono maggiore protagonismo: «Sono gli editori che vogliono e devono gestire il Salone, dovunque esso sia. Vogliamo un Salone che abbia una visione non solo legata alla manifestazione ma ad un sistema di promozioni della lettura ed eventi per tutto l’anno», dice Federico Motta, presidente dell’Aie, facendo riferimento alle iniziative sulla lettura e sui libri organizzate anche in altre città italiane.

*** AGGIORNAMENTO (27 luglio 2017)

Il 23 settembre 2016 il giudice Alessandra Danieli ha accolto la richiesta di patteggiamento a un anno di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, presentata dai legali di Regis Faure e Roberto Fantino, rispettivamente direttore generale e direttore marketing di Lingotto Fiere, e dal difensore dell'ex segretario della Fondazione per il Libro, Valentino Macri.

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